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Salvini

Tensioni a fior di Putin fra Meloni e Berlusconi

Putin, Ucraina, ministri. Che cosa divide nuovamente Meloni e Berlusconi. La nota di Paola Sacchi

 

Silvio Berlusconi, il giorno dopo la non capitolazione, per la sua prima volta da leader politico nella sede di FdI, si rimette al centro della scena. Uscendo da Montecitorio parla della lista dei ministri azzurri che faranno parte della squadra di governo. Ma soprattutto rilancia il nome di Elisabetta Alberti Casellati alla Giustizia, dicendo che ci sarebbe accordo su questo con Giorgia Meloni.

Ma il braccio di ferro è in atto con FdI che non intende cedere su Carlo Nordio. Ignazio La Russa è esplicito: “Nordio è stato candidato da Giorgia perché facesse il ministro della Giustizia”. Torna il freddo con il Cav, che, come avevamo scritto ieri, non era andato in Via della Scrofa come atto di sottomissione, cosa da sempre sconosciuta alla sua indole, ma per rivendicare rappresentanza e ruolo di FI nel governo, pur riconoscendo anche con la sua visita la vittoria di FdI, il partito trainante del centrodestra.

Il presidente del Senato, cofondatore di FdI, La Russa assicura comunque che il governo nascerà in tempi ormai molto rapidi. E da Bruno Vespa, a Porta a Porta (Rai1) cerca di smorzare, da allievo qual è di Pinuccio Tatarella, che si definiva il ministro dell'”Armonia”, il caso creato dalle parole di Berlusconi su un riavvicinamento a Putin in una riunione con i deputati, contenute in un audio diffuso dall’agenzia Lapresse.

Ma arriva subito una una nota di FI: “Il presidente Silvio Berlusconi smentisce la notizia su una presunta ripresa dei rapporti con Vladimir Putin. Il presidente ha raccontato ai parlamentari una vecchia storia relativa a un episodio risalente a molti anni fa”. E ancora: “La posizione di Forza Italia e del presidente Berlusconi rispetto al conflitto ucraino e alle responsabilità russe, è conosciuta da tutti, è in linea con la posizione dell’Europa e degli Stati Uniti, ribadita in più e più occasioni pubbliche. Non esistono né sono mai esistiti margini di ambiguità”.

La Russa si dice sicuro che le parole di Berlusconi nell’audio, definite “parole in libertà, ma non una sbandata, in una riunione di Silvio con i suoi, che mi chiedo come siano uscite con quel video”, non sposteranno l’asse della politica del centrodestra verso la Russia. Lo stesso Cav avrebbe spiegato che si trattava di “una storiella”, che riguardava il passato. E Fabio Rampelli, cofondatore anche lui di FdI, assicura che il governo “ci sarà quanto prima”, che Meloni sta accelerando, ma aggiunge: “Il solco con Putin per noi è incolmabile”.

Il punto però sono le caselle della squadra di governo. Berlusconi ribadisce quello che l’altro ieri aveva già detto a Meloni nel vis a vis: “C’è profonda amarezza dentro Forza Italia, perché pur avendo ottenuto gli stessi voti della Lega, abbiamo avuto 20 deputati e 10 senatori in meno, per effetto degli uninominali assegnati alla Lega, calcolati sulla base dei sondaggi. Rivendico pari dignità con la Lega”.

Berlusconi ribadisce anche che “non c’era nulla di personale contro La Russa che avremmo votato alla seconda chiama”. Se non ci fosse stato l’aiuto di aree delle opposizioni. Ma poi con i suoi parlamentari si sarebbe sfogato sul fatto che Meloni “mi ha riso in faccia quando ho chiesto tre ministeri in più “. E avrebbe aggiunto di averle consigliato di “essere più generosa come lo sono stato io da premier con gli alleati se vuole tenere unita la coalizione”.

Oggi Meloni dovrebbe vedere Matteo Salvini. Resta in pole per il Mef Giancarlo Giorgetti. Roberto Calderoli alle Autonomie regionali. E Salvini per le Infrastrutture. Per il leader leghista ci sarebbe anche il ruolo di vicepremier così come per il coordinatore azzurro Antonio Tajani, sempre in pole per gli Esteri. Gli altri nomi azzurri nella squadra di governo sarebbero Annamaria Bernini, Gilberto Pichetto Fratin, Gloria Saccani. Ma la casella che scotta è quella sulla Giustizia. Se andrà Nordio, Casellati andrebbe alle Riforme.

Intanto, eletti per acclamazione capogruppo di FI: Licia Ronzulli al Senato e Alessandro Cattaneo alla Camera. Berlusconi, dopo il veto di FdI alla sua stretta collaboratrice nel governo rilancia per Ronzulli con un ruolo in Senato e punta anche su un altro quarantenne come Cattaneo, già il più giovane sindaco d’Italia, a Pavia.

Salvini, che si tiene “in costante contatto con tutti gli alleati”, va nel pomeriggio da Berlusconi a Villa Grande.

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