skip to Main Content

Chip

Cosa fanno gli Stati Uniti per armare Taiwan contro la Cina

Continua il flusso di armi verso Taiwan da parte degli Stati Uniti. Tutti i dettagli nel punto di Giuseppe Gagliano

 

L’approvazione da parte del dipartimento di Stato americano di un finanziamento di 95 milioni di dollari al rafforzamento militare di Taiwan è il terzo provvedimento preso dall’attuale presidente americano Joe Biden.

Ufficialmente, la richiesta è partita dall’Ufficio di rappresentanza economica e culturale di Taipei negli Stati Uniti (TECRO). Nello specifico, questo finanziamento include l’addestramento, la pianificazione, il funzionamento e la manutenzione del sistema di difesa aereo Patriot. E naturalmente sarà la seconda grande multinazionale militare americana, e cioè la Raytheon Technologies, la maggiore beneficiaria di questa vendita.

Sempre nell’ottica di una ferrea alleanza tra Stati Uniti e Taiwan, mercoledì è stato reso noto che Taipei farà di tutto per impedire le esportazioni di alta tecnologia verso la Russia come parte delle sanzioni contro il paese per la sua invasione dell’Ucraina.

Taiwan ha condannato l’attacco della Russia e si è già unita allo sforzo di sanzioni guidato dall’Occidente, anche se è in gran parte simbolico in quanto esiste solo un commercio diretto minimo tra l’isola e la Russia. Questa scelta nasce per impedire che Taiwan possa esportare beni hi-tech in Russia per la produzione di armi militari.

L’elenco comprende attrezzature per la produzione di semiconduttori, di cui Taiwan è uno dei principali produttori mondiali, nonché laser e sistemi di navigazione. Infatti la TSMC di Taiwan, la più grande produttrice di chip a contratto del mondo, era uscita dal mercato russo, tagliando l’accesso del Moscow Centre of SPARC Technologies ai chip Elbrus, che sono ampiamente utilizzati nell’intelligence e nei sistemi militari russi.

Due considerazioni, infine.

È difficile negare che le tensioni con la Russia e con l’Ucraina abbiano consentito agli Stati Uniti un aumento vertiginoso delle spese militari e quindi un incremento notevolissimo delle entrate da parte dell’industria militare americana (Lockheed Martin e, appunto, Raytheon Technologies).

In secondo luogo, la strategia che l’amministrazione americana – sia sotto Trump che sotto Biden – sta portando avanti è per certi versi speculare a quella attuata almeno dal 2014 nei confronti dell’Ucraina in funzione antirussa.

L’obiettivo finale è neutralizzare – per usare una espressione eufemistica – l’altro grande rivale che minaccia l’egemonia globale americana, e cioè la Cina.

Giuseppe Gagliano
Back To Top