CALTAGIRONE ALLE PROVE GENERALI SUL LEONE
Generali, lista Caltagirone. "Per il candidato ad ci sarebbero contatti con Marco Alverà, ad di Snam in scadenza, e con il banchiere Diego De Giorgi, partner operativo della spac Pegasus. Ma il primo non è detto si liberi dall’incarico". (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 10, 2022
VIVENDI SI SVENA PER TIM?
Vivendi ha tagliato di 728 milioni, da 0,857 a 0,657 euro per titolo, il prezzo di carico del suo 23,7% di Tim: quasi la metà di quanto pagato (1,07 euro) nel 2014, ma più del prezzo indicativo di Kkr (0,505 euro). (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 10, 2022
LA FRENATA DELL’ITALIA
Industria in frenata a gennaio: produzione in calo del 3,4%. L’Istat registra un calo superiore alle attese. L’indice arretra sotto ai livelli pre covid In caduta le attività estrattive (-12,7%), apparecchiature elettriche (-12%) e altra manifattura (-7,1%). (Sole24ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 10, 2022
LE PREVISIONI DELLA CIA SU PUTIN
«Putin raddoppierà gli sforzi. Potremmo avere davanti alcune settimane molto brutte». La previsione del direttore della Cia, William Burns, si sta concretizzando in tutta l’Ucraina. (Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 10, 2022
LE SANZIONI FAVORIRANNO IL TURISMO DEL PETROLIO
L’embargo di Usa e Uk al petrolio e ai carburanti russi «servirà semplicemente ad aumentare il turismo del greggio», spiega Salvatore Carollo, esperto di trading petrolifero con un passato in Eni. (Domani quotidiano)
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MAZZATA DI MERCATO ALL’UCRAINA
L'agenzia di valutazione Moody's ha tagliato il rating di sette banche ucraine in seguito all'abbassamento del giudizio sovrano su Kiev a "Caa2" da "B3".
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 10, 2022
MAZZATA AGLI OLIGARCHI
Nuove sanzioni della Gran Bretagna per colpire la Russia. Londra ha annunciato di aver disposto il congelamento dei beni a sette uomini d'affari russi tra cui Roman Abramovich, Igor Sechin, Oleg Deripaska e Dmitri Lebedev dopo che sono stati aggiunti all'elenco delle sanzioni.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 10, 2022
CARTOLINA DA SASSUOLO
"Ceramica, il 50% dei costi di produzione è nel gas. Prezzi di metano decuplicati e quote di emissioni di CO2 che sfiorano i 100 euro. Nel distretto di Sassuolo tra il 50 e il 60% delle aziende sta spegnendo i forni". (Sole24ore)
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CARTOLINA DA FERMO
Distretto di Fermo ko, lo stop russo blocca le pmi delle calzature. Il polo marchigiano è il più esposto, con vendite verso Mosca che valgono oltre il 10% dell’export del settore. (Sole24ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 10, 2022
LA TRAGEDIA SOCIALE SECONDO IL MINISTRO CINGOLANI
"iI collega tedesco diceva: non possiamo chiudere e fermare tutta l'economia, altrimenti diventa una tragedia sociale in Germania. Vale anche da noi, perché Germania e Italia hanno un destino simile come importazione". (Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica)
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GLI SCHIZZI POSITIVI PER LA CINA
"Un’altra via della seta si apre verso la Cina: anche qui il mediocre impiccio delle sanzioni diventerà uno sgradevole ricordo. Basta invertire il flusso di gasdotti. L’oriente è il nuovo eldorado dei magnati del putinismo". (Domenico Quiriico, La Stampa)
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AVVERTIMENTO DEGLI AMERICANI AI CINESI
Gli Stati Uniti hanno avvertito le società cinesi che aiutano la Russia che potrebbero subire pesanti ripercussioni. (Reuters)
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ENRICO LETTA RUSSAVA MOLTO
"Il segretario del Pd, Enrico Letta, quando era premier nel 2013, sottoscrisse 28 accordi con la Russia. L'intesa sull'energia fu la più importante". (Il Tempo)
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IL RUOLO DI ISRAELE
"Israele considera vitale la sua convergenza di interessi con Mosca in Medio Oriente, soprattutto per contenere Teheran. L’Ucraina può affidarsi alla mediazione di Bennett solo perché sa che dietro di lui ci sono gli Stati Uniti". (Limes)
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IL PUNTO DI LIMES SU MARIUPOL
"La caduta di Mariupol potrebbe costringere la dirigenza di Kiev a prendere l’amara decisione di dover ritirare i propri reparti schierati a est del Dnepr, consegnando metà del paese all’invasore. Per il momento il morale dell’esercito ucraino è ancora alto". (Limes)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 10, 2022
ARMI TERMOBARICHE?
Secondo il ministero della Difesa britannico, Mosca ha ammesso l'uso di armi termobariche. (Sky News)
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DOSSIER AMAZON
La commissione giustizia della Camera Usa ha chiesto al dipartimento di giustizia di indagare Amazon e alcuni suoi dirigenti per quello chi i deputati ritengono sia una potenziale ostruzione della giustizia. Lo scrive il Wall Street Journal.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 10, 2022
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Che cosa si dice e si mormora fra Crt, Caltagirone e Del Vecchio sul nome caltagironiano di Costamagna per la presidenza di Generali
Claudio Costamagna alla presidenza di Generali?
Il banker, già presidente di Cdp, sarebbe – secondo le indiscrezioni pubblicate ieri dal quotidiano La Stampa – uno dei nomi di punta della lista Caltagirone, la cui composizione rimane largamente ignota.
Un altro nome che a un certo punto aveva preso a girare era quello di Fabrizio Palermo, fino a poco tempo fa amministratore delegato di Cdp e ora consulente proprio di Caltagirone per il piano strategico delle Generali (ma in casa M5s, specie l’ex premier Giuseppe Conte, lo gradirebbe al vertice di Fincantieri al posto di Giuseppe Bono, spostato alla presidenza del colosso della cantieristica controllato da Cdp Industria)..
È però la figura di Costamagna ad aver fatto arricciare più di un naso nei palazzi della finanza (non solo milanese) e della politica (non solo romana).
Diversi osservatori ritornano in queste ore con la memoria alle singolari modalità con cui Costamagna, da presidente Cdp (controllata dal ministero dell’Economia), cedette a Maurizio Tamagnini il Fondo Strategico Italiano, fino ad allora parte della stessa Cdp.
“Come le privatizzazioni nella Russia di Eltsin” è la battuta sarcastica che descrive l’irrituale vicenda.
“Il super banchiere con vent’anni sulle spalle in Goldman Sachs, grande amico di Romano Prodi, dimentica però il suo ruolo nel Fondo Strategico Italiano di Maurizio Tamagnini, quello che proprio Costamagna ha aiutato con 500 milioni di euro nel 2017”, rimarcò il quotidiano La Verità dopo una fluviale intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Alla stagione di Costamagna in Cdp, inoltre, risalgono molti degli intrecci azionari che oggi è così difficile sciogliere.
Basti pensare a Tim, in cui Cdp entrò con un blitz – voluto dall’allora governo Gentiloni – anche per proteggere il gruppo di Silvio Berlusconi (si mormorò all’epoca) dall’offensiva a tutto campo di Vincent Bolloré, allora ai ferri cortissimi con Berlusconi, e che da molti mesi ormai vive un penoso accartocciamento in borsa.
Indimenticabili, poi, rimangono le continue repentine esternazioni di Costamagna, sempre pronto a garantire (a parole) l’ingresso di Cdp nell’azionariato di società in crisi nera: Alitalia, Ilva e diverse altre, e pazienza se era lo statuto stesso di Cdp a vietarlo.
Ovviamente, ogni volta che l’ex numero uno della Cassa depositi e prestiti si cimentava in questi voli pindarici, alle fondazioni, azioniste di minoranza Cdp, saltava il cuore in gola.
Anche in fondazione Crt, il salotto buono che pure si è schierato al fianco di Leonardo Del Vecchio e Caltagirone), la scelta ha destato discussioni, come sottolineato di recente anche da Affari & Finanza, l’inserto del quotidiano Repubblica.
Di Costamagna sono noti i grandi successi da banker di Goldman Sachs, legati in particolare alla stagione delle privatizzazioni italiane, quando Costamagna prese come senior advisor di Goldman Romano Prodi, per lungo tempo alla testa dell’Iri.
Ma a Torino, così come nella totalità delle fondazioni bancarie, ricordano con qualche disagio misto a disappunto l’esordio della presidenza Costamagna in Cdp.
All’epoca, infatti, il presidente del Consiglio Matteo Renzi rimosse senza troppi complimenti il presidente in carica, Franco Bassanini, violando la regola aurea per cui il presidente Cdp viene espresso dalle fondazioni bancarie e non dal governo.
Che cosa farà dunque l’ente torinese all’assemblea delle Generali che deciderà le sorti dell’attuale numero uno Philippe Donnet su cui continua a puntare Mediobanca?
La prima opzione coincide con l’astensione. La scelta è drastica ma restituirebbe a Crt il ruolo di “arbitro” tipico delle fondazioni bancarie.
La seconda opzione è di sostenere la lista Assogestioni, ed è una possibilità che finora nemmeno i Benetton hanno scartato, anche se nella stessa Assogestioni la direzione di marcia non è ancora chiara e le discussioni non mancano (come qui ricostruito da Start Magazine).
La terza opzione è l’adesione alla lista Caltagirone, ma in Crt si preferisce attendere l’esito delle verifiche della Consob, chiamata in causa dalle stesse Generali per escludere l’esistenza di un concerto tra Caltagirone, Del Vecchio e la stessa Crt.
Così come Caltagirone attende un esito positivo dalla Consob sul controverso prestito titoli di Mediobanca.
Alla prossima puntata sul Leone.