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Kissinger

Cosa pensa Kissinger della guerra in Ucraina

Secondo Kissinger, consentire che la Russia si appoggi alla Cina e si allontani dall’Europa non sembra un obiettivo né auspicabile né desiderabile per l’equilibrio globale. Infatti una polarizzazione di questo genere non farebbe altro che compromettere l’ordine mondiale.

 

In modo estremamente chiaro, l’ex-segretario di stato americano Henry Kissinger ha sottolineato la necessità di sostituire la logica dell’escalation con quella della diplomazia.

Kissinger ha espresso l’auspicio di costruire dei negoziati che consentano ai players in campo di affermare i loro interessi.

Con altrettanto realismo ha espresso anche l’esigenza che gli Stati Uniti e la Cina costruiscano un dialogo, che deve basarsi su un presupposto di politica internazionale assolutamente fondamentale e cioè l’equilibrio di potenza in una realtà multipolare.

Dando per scontato il fatto che l’Ucraina stia dimostrando a livello militare un indubbio eroismo, sul lungo periodo questa guerra dovrà tuttavia essere risolta necessariamente attraverso un compromesso diplomatico che trasformi l’Ucraina in una sorta di Stato neutrale.

Pur non condividendo l’analisi geopolitica fatta da Zbigniew Brzeziński per il quale il cuore della terra è l’Eurasia e quindi lo Stato ucraino è un’importante perno geopolitico la cui indipendenza serve per contenere le ambizioni imperiali russe, Kissinger sostiene al contrario che l’Ucraina deve servire a stabilire un contatto più diretto tra Russo e Occidente.

Secondo Kissinger, quindi, non c’è il pericolo reale che la Russia possa diventare un impero euroasiatico visto i mezzi militari limitati. Usando un linguaggio tecnico, cioè di carattere geopolitico, l’attrito decisivo di una grande potenza in una regione instabile, a rischio di scatenare una guerra generalizzata e catastrofica, non può costituire di per sé un obiettivo.

Ciò che in altri termini Kissinger sta affermando è il primato dell’equilibrio e della conservazione dell’ordine mondiale. Kissinger auspica sì una Ucraina indipendente e neutrale, ma non un’Ucraina pienamente integrata nell’alleanza occidentale, perché questo determinerebbe una reazione immediata e comprensibile legittima da parte della Russia.

Se Kissinger fa un’affermazione di questo genere è perché ha un atteggiamento assai lontano dalla russofobia condivisa e abbracciata da molti suoi connazionali e invece assume un atteggiamento improntato al pragmatismo.

Se l’ex-segretario di stato insiste sul concetto di equilibrio non è un caso: l’equilibrio applicato alle relazioni internazionali è sinonimo di pace globale in un mondo sempre più instabile, caratterizzato dal proliferare di attori.

Tuttavia mantenere o preservare l’equilibrio non compromette il perseguimento dell’interesse di potenza della singola nazione, poiché l’interesse nazionale comunque resta il concetto normativo che è in grado di spiegare il modus operandi degli stati sulla scena mondiale.

Quindi il concetto di interesse nazionale e quello di equilibrio di potere sono due facce della stessa medaglia, ma non hanno nulla a che vedere con la volontà di potenza; la quale, se posta in essere, può portare a conseguenze tragiche.

Ma affinché l’interesse nazionale non degeneri in volontà di potenza, questo deve essere rigorosamente delimitato e plasticamente adattato alla dinamica delle forze reali, cioè al dispiegarsi concreto del potere. Inoltre l’interesse nazionale è qualcosa di concreto, potremmo dire di maledettamente concreto, che molto spesso nulla ha a che vedere con la propaganda ideologica, che invece serve per manipolare le masse.

Ritornando al conflitto attuale, Kissinger sottolinea come l’escalation da parte dell’Occidente non farà altro che portare la Russia ad allontanarsi sempre più dall’Europa ed avvicinarsi sempre di più alla Cina.

Consentire che la Russia si appoggi alla Cina e si allontani dall’Europa non sembra un obiettivo né auspicabile né desiderabile per l’equilibrio globale. Infatti una polarizzazione di questo genere non farebbe altro che compromettere l’ordine mondiale.

Al contrario, il rapporto tra gli Stati Uniti da un lato e la Cina dall’altro rimane strutturante per l’ordine mondiale poiché consente l’equilibrio internazionale.

Come sottolinea Henry Kissinger, la questione centrale del rapporto sino-americano nella fase in cui è arrivato è l’instaurazione di una struttura di cooperazione in grado di garantire la stabilità del mondo.

Ad ogni modo, ritornando al conflitto attuale, Kissinger sottolinea l’urgente necessità di fare dei negoziati tra le parti, che consentirebbero il ritorno a una stabilità nel contesto dell’Europa orientale di cui la neutralità dell’Ucraina potrebbe essere la condizione principale.

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