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La troppo rumorosa scolaresca di Giorgia Meloni

"Cara Meloni, nel suo inner circle c’è qualche cavallo di razza, ma non mancano i ciuchi. È giunto il momento, se vuole costruire davvero una destra di stampo europeo, di fare i conti con questa realtà". Il corsivo di Michele Magno

 

Molte cose si possono pensare sul conto di questo governo e dei suoi irreducibili ministri, sottosegretari e parlamentari. C’è chi lo ha ha definito un’associazione di incompetenti, e c’è chi lo considera una rumorosa scolaresca dove si trova di tutto: il capoclasse incapace di sorvegliare i compagni, il pistolero a sua insaputa, la studentessa sussiegosa che si crede un’accademica dei Lincei, il giovane e il vecchio appassionati di storia del fascismo, il buffone che fa casino durante la ricreazione e poi fa la spia al professore. Ma se invece questi impagabili rappresentanti del nostro paese fossero gente sincera, un po’ ribalda ma non troppo? Gente che, al fondo, non ha nessuna idea plausibile del futuro, per giunta stordita dall’improvvisa coabitazione col privilegio e col potere?

Benedetto Croce usava scherzosamente il termine “onagrocrazia”, ovvero governo dei somari (dal latino “onàger”, asino), per satireggiare il regime mussoliniano e l’ignoranza dei suoi gerarchi. Nell’inner circle di Giorgia Meloni c’è forse qualche cavallo di razza, ma certo non mancano i ciuchi. È forse giunto il momento per la premier, se vuole costruire davvero una destra di stampo europeo, di fare seriamente i conti con questa realtà. Non voglio mancare di rispetto a nessuno, sia chiaro, ma credo che vada respinto con energia l’invito peloso a non polemizzare apertamente con il loro pressapochismo, pena una ulteriore crescita dei consensi di cui godono.

Tale invito di solito è rivolto da opinionisti e uomini di cultura che hanno scelto di respirare l’aria pungente del populismo oggi al potere. Un populismo che non perde occasione per mostrare il proprio disprezzo per la figura dell’intellettuale non cortigiano, accusato di ogni nefandezza: di essere corruttore, falso profeta, nichilista, inetto, pavido, decadente se non addirittura parassita. Sembra quasi che chi ha avuto la fortuna di un’educazione che gli ha permesso di riflettere sulle miserie e sulle sofferenze dei dannati della terra, però non di viverle, abbia il dovere di tacere e di annullarsi nella massa per risorgere.

Ma tant’è. Questa richiesta di autoannientamento è tipica delle epoche in cui chi comanda non può fare a meno della coazione per ottenere ubbidienza alle proprie leggi. Per questo chi invece si oppone dovrebbe finalmente cominciare a contestarla con forza, cessando di indulgere nella commiserazione delle proprie sventure.

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