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elezioni europee

Chi ha vinto e chi ha perso le elezioni europee (non solo in Italia)

Vincitori e sconfitti alle elezioni europee. I Graffi di Damato.

A scrutini non ancora completati, mentre scrivo, ma abbastanza avanti per consentire una visione realistica dei risultati, si può dire che le elezioni europee di questo 2024 hanno segnato a livello continentale la sconfitta del cancelliere tedesco Scholz, e della sinistra da lui rappresentata, e del presidente francese Emmanuel Macron, travolto in Francia dalla destra di Marine Le Pen.

A livello italiano – purtroppo con un’affluenza alle urne scesa al 49,67 per cento dal 54,5 del turno elettorale precedente, del 2019 – le vincitrici sono due. A destra è naturalmente Giorgia Meloni, salita dal 6,5 delle europee precedenti e dal 26 delle elezioni politiche del 2022 a circa il 29, se non oltre. Distanziati di una ventina di punti gli alleati leghisti, peraltro sorpassati dai forzisti grazie anche al voto emblematico, a dir poco, di Umberto Bossi per un suo fedelissimo passato al partito che fu di Silvio Berlusconi, e oggi guidato ormai saldamente da Antonio Tajani.

A sinistra la vincitrice in Italia è la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha portato il Nazareno – nonostante un salto dei rossoverdi di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli a ben oltre la soglia di sbarramento del 4 – a circa il 25 per cento dei voti superando, oltre il modesto 19 per cento delle politiche di due anni fa, anche il 22,7 delle europee precedenti. Ma soprattutto relegando il Movimento 5 Stelle sotto o attorno al 10 per cento, dal 17,1 delle precedenti europee e dal 15,4 delle politiche del 2022.

Giuseppe Conte, l’ex premier e ora presidente del partito che fu di Beppe Grillo, si è imposta – bontà sua – una “riflessione” di fronte alla “valutazione insindacabile” ha detto- e negativa degli elettori, ai quali egli si era proposto, pur tra precisazioni e battute riduttrici, come federatore, leader e simili di un eventuale cartello alternativo al centrodestra condotto, ora più di prima, da Giorgia Meloni.

La presidente del Consiglio, o solo Giorgia come preferisce farsi chiamare, ha naturalmente tenuto a vantarsi del successo, ancora più gratificante per lei di fronte alle difficoltà procurategli nel finale della campagna elettorale dai suoi alleati in concorrenza fra di loro e persino dagli stessi fratelli di partito, chiamiamoli così. E conta di presiedere fra qualche giorno in Puglia il G7 come la pavonessa, con tanto di ruota dispiegata e proposta da Emilio Giannelli nella vignetta di prima pagina del Corriere della Sera, pur chiamandola nel titolo Le Pen, vincitrice in Francia – ripeto – su un Macron costretto peraltro a ricorrere alle elezioni anticipate interne per tentare una pur improbabile rivincita.

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