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Arnese

Draghi elogia Biden e schifa Trump, divergenze Salvini-Draghi, Fontana (Lega) abbraccia la cinese Zte, modelle vaccinate in Toscana

Le parole di Draghi su Biden, Eurobond draghiano, il caso dei test rapidi a scuola, anche ballerine e modelle vaccinate in Toscana, e non solo. Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. I tweet di Michele Arnese, direttore di Start

 

DRAGHI COCCOLA BIDEN E SCHIFA TRUMP

DIVERGENZE SALVINI-DRAGHI

EUROBOND A LUNGO PERIODO

 

DRAGHI STRATTONA ASTRAZENECA

 

I NUMERI DEI VACCINI IN EUROPA

 

TEST RAPIDI A SCUOLA IN ITALIA

 

TEST RAPIDI A SCUOLA IN UK

 

ARIA NUOVA NELLE SCUOLE

BALLERINE, MODELLE E SCANZI VACCINATI IN TOSCANA

 

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE BRUNETTIANA

 

IL CONTABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE

 

ANNUNCI CONSULENZIALI

 

GRATTERI GRATTA

 

GUERRA DEI GIUBBINI

 

FONTANA (LEGA) ABBRACCIA LA CINESE ZTE

 

LE PORTE GIREVOLI DEI MANAGER FRANCESI

 

IL CANALE DI SUEZ IN BREVE

 

SANITA’ VIRALE

 

QUISQULIE & PINZILLACCHERE

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO LA REPUBBLICA SU DRAGHI ED EUROBOND:

Un diverso Patto di stabilità e soprattutto una sorta di eurobond per preservare i Paesi europei da nuovi shock finanziari. Li ha proposti ieri il premier Mario Draghi durante il Consiglio europeo al quale si è collegato anche il presidente americano Joe Biden. Ma non è solo per la partecipazione di Biden al summit, che Mario Draghi ha spinto sul modello americano. È che la crisi ha fatto emergere tutte i limiti di un’integrazione politica ed economica parziale come quella europea: difficoltà nella produzione e nell’approvvigionamento dei vaccini, diffidenze reciproche, vecchie divisioni, complicazioni burocratiche, rischio di una fuoriuscita dalla recessione a più velocità. La pandemia, invece, deve essere — nel ragionamento di Draghi — l’opportunità per una forte accelerazione nel processo unitario. Così, al termine del vertice, l’ex presidente della Bce — che oggi potrebbe tenere una nuova conferenza stampa — ha chiesto ai partner di stare attenti e di non sbagliare le mosse durante la ripresa dell’economia, che potrebbe arrivare già nella seconda parte dell’anno. «Dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale — ha detto — che sia in grado di riportarci fuori dalla crisi». Quella cornice non sarà più il Patto di Stabilità e crescita, congelato fino alla fine del 2022. Serve un altro Patto. Un provvedimento che verrà presentato da Paolo Gentiloni — con il quale Draghi gioca di sponda — all’inizio dell’autunno. Subito dopo, inizierà la discussione tra i governi. Il commissario italiano all’Economia intende concentrarsi in particolare sui criteri di rientro sul debito, ammorbidendoli. Significa ritoccare le regole sull’entità del taglio annuale del debito, ridimensionando pesantemente il Fiscal compact, lo strumento che ha imposto le pesanti politiche di austerity ai Paesi in difficoltà. Una linea, quella di Gentiloni, che sembra combaciare con le proposte di Draghi. Ma c’è di più. Si lavora anche a una Golden rule sugli investimenti verdi e digitali, dunque legati al Recovery, che verrebbero in qualche modo scorporati dal debito (mentre non è ancora chiaro se il tema degli eurobond entrerà nel Patto di stabilità o sarà posticipato in un momento successivo).

Ma la vera novità dell’intervento di ieri di Draghi sta nella proposta — peraltro già avanzata quando vestiva i panni di banchiere di Francoforte — di creare un titolo comune europeo. Non l’ha chiamato eurobond, ha preferito una formula meno popolare e più tecnica, ma la sostanza cambia poco: proprio come negli Stati Uniti — ha detto — serve anche in Europa un “safe asset”, un titolo garantito dagli Stati membri che li preservi da nuovi eventuali shock finanziari. Un nuovo passo, dopo quello del programma del Nex Generation Eu, verso la condivisione del debito. E il modello è ancora quello americano: «Negli Usa — ha spiegato Draghi — hanno un’unione dei mercati dei capitali, un’unione bancaria completa e un safe asset. Questi elementi sono la chiave del ruolo internazionale del dollaro». Senza questi strumenti, si riduce l’azione unitaria dell’Europa sul piano economico e finanziario, e dunque politico. Non basta la moneta unica, che non tutti in Europa hanno adottato. Un titolo comune europeo, allora. «Lo so che la strada è lunga — ha insistito il presidente del Consiglio — ma dobbiamo cominciare ad incamminarci. È un obiettivo di lungo periodo, ma è importante avere un impegno politico». Spetta alla politica fare il primo passo, senza timidezze

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