(Estratto di un articolo della newsletter del quotidiano Domani, che dal 25 febbraio pubblicherà il mensile di geopolitica Scenari curato da Dario Fabbri)
L’ORIGINE DELLA CRISI FRA RUSSIA E UCRAINA
L’attuale crisi ucraina origina dalla rilevanza del contesto. Per controllare l’intera Europa, da decenni gli Stati Uniti perseguono il contenimento della Russia. Sicuri che, qualora fosse libero di agire, l’Orso ne insidierebbe la posizione dominante accordandosi con le principali nazioni occidentali. Anzitutto con la Germania. Quindi con l’Italia, paese storicamente simpatetico verso Mosca.
LE MIRE DELLA RUSSIA
Viceversa, affacciata su una pianura indifendibile, animata da una popolazione con una sovradimensionata concezione di sé, da secoli la Russia prova a sottomettere le nazioni limitrofe per rispondere in terra straniera a un eventuale attacco, per nutrirsi del terrore incusso sugli altri. Se durante la Guerra fredda il Cremlino agiva sul fiume Elba, nel ventre della Germania, oggi versa in condizione (quasi) disperata, confitto tra Bielorussia e Donbass.
LE VOLONTA’ IMPERIALI
Per inestirpabile sostanza e profonda insicurezza, gli imperi se ne infischiano delle aspirazioni altrui. Gli Stati Uniti annunciano democrazia e diritti umani, ma conservano il diritto di abbandonare i clienti al loro destino. La Russia calpesta puntualmente gli altri popoli, ma è sicura d’essere la vittima designata. Con le nazioni dell’Europa orientale prese tra due fuochi, intenzionate a stare con gli americani soprattutto per lontananza geografica, meno per aderenza democratica.
LA PROVA DI FORZA DELLA RUSSIA IN UCRAINA
In queste ore Mosca prova a forzare la mano ai suoi interlocutori, prendendosi brandelli di territorio ucraino, mentre tratta con gli Stati Uniti un eventuale modus vivendi. Washington segnala che non morirà per Kiev, mentre respinge la logica che prescrive di dividere il fronte nemico giocando il più debole contro il più forte, rifiutandosi di allontanare la Russia dalla Cina. Con il serio rischio che la situazione precipiti definitivamente. In nome del continente più ambito.
(Estratto di un articolo della newsletter del quotidiano Domani, che dal 25 febbraio pubblicherà il mensile di geopolitica Scenari curato da Dario Fabbri)
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