skip to Main Content

Burundi

Come la Cina minaccia Usa ed Europa sulle terre rare

La Cina ha approvato una nuova legge sul controllo delle esportazioni che potrebbe causare un blocco delle forniture di terre rare. Con danni per gli Stati Uniti e l’Europa.

Domenica scorsa la Cina ha approvato una nuova legge per limitare le esportazioni di alcuni prodotti “sensibili” e tutelare la sicurezza nazionale. La legge – che entrerà in vigore dal prossimo 1° dicembre – consentirà a Pechino di adottare “misure reciproche” nei confronti di quei paesi che abusano delle misure di controllo delle esportazioni e che minacciano gli interessi cinesi.

Il riferimento è agli Stati Uniti, che hanno introdotto diverse restrizioni nei confronti di varie aziende cinesi, come Huawei e SMIC, con l’obiettivo di impedire loro di accedere alle forniture estere di semiconduttori e componenti, o quantomeno di limitare questa possibilità.

Non sappiamo ancora con esattezza quali siano i beni “controllati” interessati dalla nuova legge cinese. Si parla però di prodotti militari e nucleari, ma anche di tecnologie – ad esempio gli algoritmi, con tutto quello che potrebbe significare per il “caso TikTok” in America – e di materiali strategici come le terre rare.

LA CINA E LE TERRE RARE

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici utilizzati nella fabbricazione di dispositivi elettronici e di veicoli militari, tra le altre cose. Ma sono anche fondamentali per la produzione delle tecnologie per le rinnovabili, come le turbine eoliche, i pannelli fotovoltaici, le automobili elettriche e le batterie.

Sommando la produzione domestica – circa il 60-70 per cento del totale mondiale – agli investimenti fatti nelle miniere all’estero – specialmente in Cile –, si stima che la Cina concentri nelle sue mani il 95 per cento del mercato globale delle terre rare.

NO MICROCHIP, NO TERRE RARE

Il quotidiano in lingua inglese Global Times, che rilancia le posizioni del governo di Pechino, ha scritto che la nuova legge cinese potrebbe aprire la strada a controlli statali sulle esportazioni di terre rare e all’avvio di una tattica chiamata “no chips, no rare earths”.

In sostanza, la Cina potrebbe bloccare le esportazioni di terre rare in risposta alle restrizioni sulle forniture di semiconduttori imposte dagli Stati Uniti. Come Pechino dipende dall’estero per i microchip – progettati e sviluppati soprattutto con tecnologie americane –, così Washington dipende da Pechino per le terre rare.

L’amministrazione Trump avverte la dipendenza dalle importazioni cinesi come un pericolo per la sicurezza nazionale, e sta cercando una soluzione che prevede sia l’aumento della produzione domestica, sia la collaborazione con gli alleati più stretti (innanzitutto l’Australia e il Canada).

LE RIPERCUSSIONI SULL’EUROPA

Un eventuale blocco cinese alle esportazioni di terre rare – c’è un precedente, verso il Giappone – potrebbe danneggiare non soltanto gli Stati Uniti, ma anche l’Unione europea: come Washington, anche Bruxelles dipende da Pechino per i minerali in questione.

L’Europa ha fatto della transizione energetica verso le fonti rinnovabili una priorità, fissando obiettivi di riduzione delle emissioni molto ambiziosi. Ma lo sviluppo delle rinnovabili, come accennato, necessita delle terre rare.

Inoltre, almeno nel breve termine, le aziende europee dovranno fare affidamento sulla componentistica cinese per raggiungere i livelli di sostenibilità richiesti. La Cina infatti non soltanto domina il mercato delle terre rare, ma è anche la maggiore produttrice di pannelli solari, turbine eoliche e batterie agli ioni di litio.

In un articolo d’opinione co-firmato dal generale americano James Conway e pubblicato sul Financial Times si legge appunto che “la dominanza cinese sulle terre rare è solo la punta dell’iceberg”. Oltre il 70 per cento della produzione mondiale di batterie per i veicoli elettrici è in Cina; gli Stati Uniti non arrivano al 10 per cento. La Cina produce da sola il 60 per cento dei catodi e l’80 per cento degli anodi per le batterie, oltre alla maggioranza dei magneti permanenti utilizzati nei motori dei veicoli elettrici. “Se lasciata senza controllo, questa dominanza diventerà una vulnerabilità strategica devastante per gli Stati Uniti e per l’Unione europea”.

L’invito rivolto dall’America ai suoi alleati è il seguente: “Finché non saranno trovate alternative valide [alle terre rare, ndr], dobbiamo sviluppare una catena di approvvigionamento di minerali critici meno dipendente dalla Cina.

Articolo pubblicato su Energia Oltre.

Back To Top