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Cina Russia

Ecco le sinergie tra Cina e Russia su Afghanistan e non solo

Come si muovono Cina e Russia tra Afghanistan e Myanmar. L'analisi di Giuseppe Gagliano

La sinergia sino-russa prosegue sia sul fronte dell’ Afghanistan che su quello del Myarmar.

Il 25 agosto i due leader hanno parlato della cooperazione tra Cina e Russia e della situazione in Afghanistan, in particolare partendo dall’assunto – geopoliticamente  pragmatico – che entrambe devono cooperare contro le interferenze promuovendo l’autoderminazione  e quindi la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Afghanistan.

In primo luogo, la Cina intende avere come suo obiettivo quello di attuare un coordinamento con tutti gli attori della comunità internazionale, per costruire una struttura politica aperta e inclusiva, attuare una politica interna ed estera moderata e stabile. In secondo luogo, affinché questo sia possibile, è imperativo per la Cina impedire la penetrazione in Afghanistan di tutte le organizzazioni terroristiche.

Per quanto concerne la Russia, Putin ha sottolineato la necessità che i due paesi cooperino sia per facilitare la transizione di potere in Afghanistan, sia per combattere il terrorismo, sia per interrompere il traffico di droghe evitando interferenza di forze esterne, allo scopo di potere garantire  sicurezza e stabilità regionali.

Al di là della usuale quanto consueta retorica delle dichiarazioni ufficiali, questo nuovo posizionamento merita delle considerazioni di carattere generale. In prima battuta la Cina e la Russia – insieme naturalmente al Pakistan e all’Iran – costruiranno una rilevante zona di influenza in funzione antiamericana in Afghanistan; in seconda battuta sia la Russia che la Cina – non essendo delle democrazie né dal punto di vista giuridico né da quello politico – non hanno alcuna particolare difficoltà a trattare con regimi di natura autoritaria e/o totalitaria (come d’altra parte non hanno avuto neanche le democrazie europee ed extra europee).

Infine l’Afghanistan – soprattutto per la Cina – rappresenta uno snodo fondamentale per la Nuova Via della seta e per le risorse minerarie presenti.

A proposito del modus operandi della Cina, si deve ricordare l’estrema abilità sotto il profilo politico che la Cina ha ancora una volta dimostrato nel costruire la propria tela intorno al regime talebano, come dimostra l’incontro avvenuto il 28 luglio in Cina tra il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e Mullah Abdul Ghani Baradar. Durante il quale il ministro cinese non solo ha esplicitamente promesso il sostegno cinese per la ricostruzione dell’Afghanistan, ma contestualmente aveva anche chiesto in modo inequivocabile ai talebani di interrompere ogni legame con l’East Turkestan Islamic Movement (ETIM), accusato dal Dragone di aver posto in essere diversi attacchi terroristici nello Xinjiang.

A tale proposito, infatti, non va dimenticato che per il dragone all’interno della etnia degli degli uiguri che vivono nello Xinjiang vi sarebbero persone affiliate all’organizzazione terroristica il cui scopo è quello di creare uno Stato islamico indipendente nel Turkestan dell’Est, cioè nello Xinjiang.

Accanto al sostegno dato dalla Cina alla giunta militare del Myanmar di cui abbiamo già avuto modo di discutere in un articolo precedente, anche la Russia sta giocando un ruolo sempre più rilevante anche sul piano Billy Militare come dimostra il fatto che a breve consegnerà il sistema di difesa missilistico Pantsir. Il cui utilizzo è per quello di abbattere aerei, droni e missili da crociera.

Questa sinergia sotto il profilo militare non deve destare alcuna sorpresa, dal momento che proprio la Russia rimane uno dei principali fornitori di armi alle forze armate del Myanmar: è infatti il secondo fornitore dopo la Cina a livello militare.

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