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Germania Russia

Chi sono i mercenari che combatteranno a Kiev con Russia e Ucraina

Mercenari nella guerra Russia-Ucraina e l'assedio di Kiev. L'analisi di Lucio Martino (Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University)

 

“L’impressione è che questa guerra si stia trasformando in qualcosa che ricorda molto la guerra di Spagna degli anni ‘30, che attirò forze come un magnete da tutta Europa.  Il problema è che alla guerra di Spagna seguì la seconda guerra mondiale”. Questa è l’opinione del professor. Lucio Martino, del Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University.

L’invio di truppe siriane contro Kiev

La Russia, che ha già impegnato in Ucraina circa 200mila uomini, sta per inviare a Kiev truppe non regolari, di uomini che arrivano dalla Siria pagati per combattere per Mosca. A confermarlo lo stesso presidente Vladimir Putin e il ministro della Difesa Sergei Shoigu che hanno parlato di “volontari” e non di combattenti stipendiati. “Se vedi che ci sono persone che vogliono volontariamente aiutare i separatisti dell’Ucraina orientale, allora devi incontrarle a metà strada e aiutarle a spostarsi verso le zone di combattimento”, ha detto Putin al suo ministro.

L’accusa del presidente Zelensky

Anche il presidente ucraino Zelensky ha paventato il rischio di invio di forze mercenarie. “Verranno ad uccidere in una terra straniera”, ha detto Volodymyr Zelensky in un videomessaggio. Il capo dello Stato ha poi fatto un parallelo tra la distruzione della Siria e quello che l’esercito russo sta ora facendo nelle città ucraine di Mariupol e Kharkiv, Okhtyrka e Chernihiv, Volnovakha e Izyum. Secondo Zelensky, è così che Mosca tratta “le persone di lingua russa, della cui protezione si è detto tanto a Mosca”, ovvero con missili, bombe aeree ed artiglieria.

La vigilia dell’attacco a Kiev e il ruolo dei mercenari

Il dispiegamento di truppe mercenarie può essere letto come la vigilia dell’attacco a Kiev. “Evidentemente i russi hanno deciso di non entrare con le forze regolari o con le forze corazzate dentro la città ma di entrare con la fanteria con questi 16mila volontari/mercenari siriani ai quali bisogna anche aggiungere quello che resta delle loro forze paracadutiste – ha spiegato  Lucio Martino intervenuto nel corso dello speciale di Rete 4 -. Perché pare che siano concentrando alla periferia di Kiev anche i paracadutisti russi, che finora hanno subito forti perdite,  quindi immagino che nei prossimi giorni potremo assistere a un ingresso di forze di fanteria dentro la città mentre la stessa città viene attaccata dal fuoco di artiglieria protetta dai carri armati tutti intorno”.  

La legione straniera per l’Ucraina

Il prof. Martino paragona la guerra in Ucraina alla guerra in Spagna perché vi è una “legione straniera che si sta coagulando in Ucraina. Oltre ai 16 mila siriani che combattono dalla parte dei russi, dalla parte degli ucraini c’è un intero reparto che pare sia formato da americani, un altro da canadesi inglesi e uno completamente internazionale dove uomini dell’Azerbaijan combattono con portoghesi brasiliani e ceceni contrari ai russi”. L’ampliamento del conflitto e l’ingresso di forze non regolari rischia di far scivolare i combattimenti verso l’imbarbarimento. “L’imbarbarimento già c’è – aggiunge il prof. Martino -. Stanno già combattendo corpo a corpo. A Mariupol si sono visti combattimenti cruenti che non si vedevano già da 70 anni”.

Il rapporto tra Russia e Siria

La Russia è entrata nel teatro di guerra siriano nell’autunno 2015, ufficialmente con l’obiettivo di combattere il terrorismo dello Stato Islamico e sostenere il sistema di potere di Damasco, da decenni incarnato nella famiglia Asad. Ma la Russia ha una relazione diplomatica di lunga data con la Siria che dura da almeno 50 anni. L’intervento della Russia a sostegno di Damasco ha permesso a Bashar al Assad di continuare a governare sulla Siria dopo undici anni di conflitto armato e di essere confermato capo di Stato almeno fino alle prossime elezioni del 2028.

I mercenari visti dal generale Camporini

L’arrivo di questi rinforzi è indice di due cose: 1) che i piani iniziali erano mal calibrati; 2) che le forze disponibili da parte russa non sono sufficienti: un segnale di debolezza, più che di forza, ha rimarcato il generale Vincenzo Camporini al Corriere della sera.

L’arruolamento di truppe “siriane” contro Kiev

Lo scorso 16 febbraio il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu si è recato in Siria e dopo la visita al presidente siriano Bashar al Assad a Damasco, Shoigu è stato accompagnato dagli alti quadri militari russi in Siria nella base di Ḥumaymīm, il quartiere generale delle operazioni belliche di Mosca lungo il fianco meridionale della Nato. Da giorni la Russia ha dato avvio all’arruolamento di un numero non ben precisato di giovani e meno giovani pronti, dietro compenso in dollari, a essere mandati in Ucraina a combattere a fianco dei militari russi.  Secondo gli analisti militari i combattenti siriani che potranno essere inviati in Ucraina non appartengono all’esercito regolare di Damasco, ma a una pletora di milizie, non necessariamente controllate dal governo, create in questi anni dagli stessi quadri russi in Siria e da signori della guerra locali, affiliati alle forze di Mosca. Tra questi ci sono gli ex miliziani della disciolta Bustan, un’organizzazione paramilitare creata negli anni scorsi da Rami Makhluf, cugino del presidente Assad caduto in disgrazia, i combattenti del quinto corpo d’armata siriano, organizzato e finanziato dalla Russia e operativo in diversi teatri della guerra siriana.

I contratti per i soldati siriani

Secondo alcune fonti, gli emissari russi, tra cui sono presenti anche i miliziani del Wagner Group, hanno proposto ai soldati siriani un contratto da mille dollari al mese, per un impegno continuativo in Ucraina di sette mesi. Altri hanno riferito di accordi più modesti: 400 dollari al mese, senza impegno di rimanere a lungo al fronte.

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