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Venture

Che cosa succede nella Silicon Valley?

Al contrario di molte aziende che si sono trasferite dalla Silicon Valley né Google né Facebook hanno mostrato il minimo interesse a spostare le loro sedi. A differenza di altri gruppi. Tutti i dettagli nell'approfondimento di Axios

 

Le Big Tech della Silicon Valley non stanno mettendo i cartelli di vendita, anche se una manciata di partenze di un certo profilo stanno sollevano interrogativi sulla tenuta della regione come centro tecnologico mondiale per eccellenza.

GLI ULTIMI ANNUNCI DI ORACLE E HP

A far vacillare una delle certezze ‘geografiche’ degli ultimi decenni è stato l’annuncio di Oracle che ha deciso di spostare il suo quartier generale ad Austin in Texas che segue un precedente trasferimento della Hewlett Packard Enterprise (HPE) a Houston.

QUESTIONE DI TASSE E DI NORME

In realtà, come chiarisce Scott Rosenberg di Axios. le aziende non stanno chiudendo i loro uffici in California. “Hanno semplicemente cambiato i loro indirizzi legali in parte per sfuggire alle tasse e ai regolamenti dello Stato”.

ANCHE MUSK SE NE VA IN TEXAS

Un altro esempio di una certa importanza riguarda il fondatore di Tesla, Elon Musk, che ha litigato con la California per questioni di attinenti alla forza lavoro durante le restrizioni pandemiche, e ha recentemente annunciato che si trasferirà da Los Angeles al Texas, il che gli farà risparmiare una fortuna in tasse personali.

“Le aziende che guidano questa ondata di partenze dalla Silicon Valley rappresentano l’ala più conservatrice dell’industria”, sottolinea Axios.

Palantir, ad esempio, un’impresa che ha come focus la sorveglianza, si è spostata da Palo Alto a Denver. Lo stesso ha fatto Oracle, che è stata una delle più grandi sostenitrici del Presidente Trump da parte dell’industria tecnologica.

LE AZIENDE COME TRIBU’ CHE SI MUOVONO

Secondo quanto si legge su Axios occorre pensare a queste mosse in termini di tribù del Paese, “dove le imprese e gli individui scelgono sempre più spesso dove vivere in base alle loro affiliazioni politiche e culturali”.

“Oracle è una powerhouse dei database, ma non è mai salita al primo posto tra i giganti dell’industria tecnologica. HPE è un frammento della Hewlett-Packard, focalizzata su hardware e servizi aziendali. (Il resto della vecchia Hewlett-Packard rimane in Silicon Valley) – si legge su Axios -. Non troverete nessuno sulla Sand Hill Road che creda che le partenze di queste aziende possa indicare qualcosa sulla capacità della Silicon Valley di continuare a innovare”.

ESODO TECNOLOGICO FRUTTO DELLA SVOLTA DEL CICLO ECONOMICO

L'”esodo tecnologico” dalla Baia di San Francisco è una caratteristica permanente dell’ecosistema della Silicon Valley. Ogni svolta del ciclo economico tecnologico porta nuove ondate di ingegneri, imprenditori e startup nella regione affamata di case – e altri se ne vanno regolarmente per fare spazio, spiega Axios. E questa volta non è diverso: “La crescita tecnologica e l’innovazione delle startup si stanno diffondendo costantemente oltre la Silicon Valley da decenni, e molte altre regioni degli Stati Uniti hanno cercato di diventare praterie/alleggiamenti/ coste/deserti di silicio”.

Come sostengono Jim VandeHei e Mike Allen di Axios, “i centri urbani più disparati dell’America saranno i laboratori di molte delle nuove industrie tecnologiche più mutevoli del mondo, tra cui 5G, veicoli autonomi e smart city”.

I CINQUE CENTRI USA CHE ATTIRANO IL TECH

In realtà la crescita tecnologica è diventata più concentrata in cinque importanti metropoli costiere (San Francisco, Seattle, San Diego, San Jose e Boston) negli ultimi due decenni, come ha riferito Kim Hart di Axios un anno fa.

Le nuove aziende che sorgono in posti come Austin, Boulder e altre regioni che “difficilmente possono sperare di diventare i prossimi giganti della tecnologia – scrive Axios -. Per la maggior parte, il piano è ancora: farsi un’idea, crescere e farsi comprare di solito da un’azienda molto più grande della West Coast”.

Il passaggio al lavoro tecnologico da remoto, dovuto alla pandemia, potrebbe dare ad altre regioni l’opportunità di spostare lo squilibrio di potere del settore. Ma per come la vedono molti CEO della Silicon Valley, il cambiamento significa che le loro aziende possono ora avere il meglio di entrambi i mondi e cioè hub di persone radicati nella cultura della Bay Area che attingono alle reti globali di talenti.

LE MOSSE DI APPLE, GOOGLE E FACEBOOK

“Anche prima della pandemia, i giganti di Silicon Valley guardavano fuori dalla regione per cercare di crescere. Apple, ad esempio, ha recentemente aperto importanti centri a Los Angeles e ha ampliato le operazioni ad Austin – conclude Axios -. Al contrario né Google né Facebook hanno mostrato il minimo interesse da parte del pubblico a spostare le loro basi, e il quartier generale di Apple da 5 miliardi di dollari non può esattamente prendere il volo”.

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