Della giornalista Cecilia Sala si sono inizialmente perse le tracce il 19 dicembre quando, secondo quanto riferito da Chora Media, per cui lavora, “dopo uno scambio di messaggi, il suo telefono è diventato muto”.
PERCHÉ CECILIA SALA ERA IN IRAN
Sala, fa sapere su Instagram la podcast company, “era partita il 12 dicembre da Roma per l’Iran con un regolare visto giornalistico e le tutele di una giornalista in trasferta”. “Aveva fatto una serie di interviste e realizzato tre puntate del podcast Stories di Chora Media. Sarebbe dovuta rientrare a Roma il 20 dicembre”.
LA TELEFONATA DAL CARCERE DI EVIN
Dopo il silenzio del giorno prima del rientro, Sala è riuscita ad avvisare sua madre che era stata arrestata e ha parlato con il suo compagno, il giornalista Daniele Raineri (già al Foglio, poi a Repubblica e ora alPost). Si trova nel carcere di Evin, quello in cui Teheran rinchiude i dissidenti e dove due anni fa fu detenuta anche la travel blogger Alessia Piperno poi rilasciata 45 giorni dopo. Oggi l’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, ha potuto farle visita ma il motivo del suo arresto non è stato ancora formalizzato.
COSA HA DETTO SALA SULL’IRAN
La giornalista e podcaster sempre in prima linea per raccontare i conflitti in corso, dall’Ucraina al Medio Oriente, negli ultimi giorni aveva realizzato due puntate per il suo podcast Stories proprio sull’Iran.
Una delle due inizia con l’imbarco di Sala in aeroporto verso il Paese che “più le è mancato e dove vivono le persone che più le sono mancate”. La reporter sottolinea poi che “è un posto dove l’accesso per i giornalisti può essere complicato” e riflette sui cambiamenti avvenuti dall’ultima volta che ci si è recata.
“Tre esempi: uno, centinaia di migliaia di donne non indossano più il velo e se ne fregano se tu, straniera, le fotografi o se una telecamera intelligente di fabbricazione cinese, piazzata sopra a un semaforo scannerizza il loro volto e invia una segnalazione alla polizia. Due, Teheran è stata bombardata dai jet israeliani per la prima volta nella storia e negli ultimi mesi Benjamin Netanyahu, il primo ministro di Israele, ha pubblicato una serie di video in cui si rivolge direttamente ai cittadini iraniani e dice loro che il regime cadrà presto, prima di quanto molti pensino. Nell’ultimo video Netanyahu cita anche il movimento Donna, vita, libertà. Tre, al governo in Iran c’è il primo presidente riformista in vent’anni”.
CHI HA INCONTRATO IN IRAN
Nella puntata caricata il 16 dicembre, dal titolo “Una conversazione sul patriarcato a Teheran”, dà voce alla storia di una ragazza iraniana che dopo l’inizio delle proteste per la morte di Mahsa Amini – brutalmente assassinata nel settembre 2022 dalla Polizia morale per non aver indossato correttamente l’hijab – se n’è andata di casa senza sposarsi nonostante suo padre “non l’abbia presa bene”. La protagonista racconta come è cambiato l’Iran per le donne come lei che si oppongono al regime, tra la nuova legge sull’hijab e la castità, la crisi economica [l’inflazione supera il 30%, ndr] che condanna sogni e aspirazioni di libertà e il primo bombardamento israeliano contro Teheran.
Nell’altro episodio, caricato due giorni più tardi e intitolato “Lei fa così ridere che le hanno tolto Instagram. Teheran comedy”, Sala parla con un’altra donna coraggiosa che ha sfidato il regime: Zeinab Musavi, aka “Imperatore Kuzco”, la comica iraniana più famosa online. Di lei su Instagram ha scritto: “Ho incontrato una persona a cui ho voluto bene per anni da lontano”. Musavi, si legge in un post, “è stata arrestata per le parole pronunciate da una maschera, uno dei personaggi dei suoi sketch – da allora ha accumulato un po’ di battute divertenti sulla vita da detenuti. Ha riso dei giorni in cella di isolamento: ‘Even this is funny?’, ‘Everything is funny’. La carcerazione preventiva è finita ma il processo davanti alla magistratura islamica è ancora in corso, per questo non era scontato che accettasse di incontrarmi, le sono grata per averlo fatto”.
Ora, per aver dato voce alle donne zittite dal regime islamista dell’Iran anche Sala è stata messa a tacere in una cella di isolamento, da cui chi crede nella libertà in tutte le sue forme spera possa uscire al più presto.