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Libia Turchia

Che cosa fa la Turchia in Libia

Tutte le mosse della Turchia in Libia. Il commento di Giuseppe Gagliano

 

Quali sono le novità sullo scacchiere libico?

GLI INCONTRI DI SARRAJ IN ITALIA

Indipendentemente dalla scarsa rilevanza – sul piano delle implicazioni operative – degli incoraggiamenti da parte delle Nazioni Unite relativi alla necessità di porre in essere un processo di transizione democratica in Libia (paese nel quale la democrazia è considerata un sistema politico estraneo alla tradizione del popolo libico) e al di là della visita fatta in Italia al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte da parte del leader del Consiglio di presidenza del Governo di accordo nazionale libico (Gna), Fayez al Sarraj – incontro nel quale Conte ha ribadito il pieno sostegno dell’Italia al dialogo intra libico -, il dato geopolitico significativo è un altro.

COME SI RAFFORZANO LE RELAZIONI IN LIBIA FRA SARRAJ E TURCHIA

Il fatto che alcuni esponenti del Gna, fra i quali il responsabile dell’Alto Consiglio di Stato, Khaled al-Mishri, il ministro dell’Interno, Fathi Bashagha, il ministro della Difesa, Salah al-Din al-Nimroush, e il capo dell’intelligence, Imad al-Trabelsi si siano recati in Turchia con lo scopo di consolidare la loro sinergia politica e militare con l’attuale governo turco, sinergia, questa, che potrebbe assicurare alla Turchia il raggiungimento di una reale e concreta proiezione di potenza in Libia in funzione anche anti-egiziana.

I DUE LATI DELLE MOSSE DEL GNA

Ebbene questo raffronto pare significativo: da un lato incontri puramente formali privi di qualunque implicazione operativa e che ormai hanno segnato in modo irreversibile il fallimento della politica estera italiana sullo scacchiere libico  e dall’altro lato la fermezza e la coerenza con la quale la Turchia porta avanti i suoi obiettivi di espansione economica e militare. 

COME SI MUOVE LA TURCHIA IN LIBIA

L’ennesima dimostrazione di quanto poc’anzi affermato lo abbiamo nel fatto che, il 29 dicembre, la Turchia ha inviato batterie missilistiche e due sistemi radar 3D, fatto al quale deve aggiungersi la decisione del Parlamento turco, con la quale si prevede l’estensione della missione delle proprie forze armate in Libia per altri 18 mesi – a partire dal 2 gennaio prossimo – nonostante questa scelta sia in aperta contraddizione con gli accordi siglati il 23 ottobre dal Comitato militare congiunto 5+5. In linea di massima, a partire dalla seconda metà di ottobre 2020 ad oggi, Ankara sotto il profilo militare ha certamente rafforzato la propria presenza a Mitiga, Misurata, Tripoli e al-Watiya. Con buona pace delle delle chiacchiere della Nazioni Unite.

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