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Come la Turchia galoppa in Libia. Il Punto di Gagliano

Partiamo dai fatti. Le Monde ha rivelato che un velivolo Rafale in ricognizione su Tripoli e decollato dalla portaerei francese Charles de Gaulle -in esercitazioni con la Marina Greca nel Mediterraneo centro-orientale allo scopo di contrastare la proiezione di potenza turca sia in Libia che nelle acque cipriote – avrebbe individuato la presenza della motonave Bana,…

Partiamo dai fatti. Le Monde ha rivelato che un velivolo Rafale in ricognizione su Tripoli e decollato dalla portaerei francese Charles de Gaulle -in esercitazioni con la Marina Greca nel Mediterraneo centro-orientale allo scopo di contrastare la proiezione di potenza turca sia in Libia che nelle acque cipriote – avrebbe individuato la presenza della motonave Bana, scortata da una fregata turca.

Ebbene, qual è la rilevanza sotto il profilo militare di questa informazione? L’importanza di questa notizia è di estrema rilevanza perché la nave Bana ha sbarcato a Tripoli strumenti e armamenti turchi sofisticati e cioè cingolati da trasporto per truppe da combattimento, obici semoventi e un numero non definito di mortai pesanti oltre a cannoni antiaerei e autocarri tattici.

Non solo. Come scrive Agenzia Nova, il capo dei servizi segreti turchi, Hakan Fidan, si è recato in Tripolitania nei giorni scorsi per controllare i trasferimenti di armi pesanti sotto la supervisione dello Stato maggiore turco. Lo ha dichiarato uno dei portavoce dell’Esercito nazionale libico (Lna), Khalid al Mahjoub. ”

Il capo dell’intelligence turca Hakan Fidan ha visitato segretamente Tripoli negli ultimi giorni, mentre alcuni leader militari turchi sono giunti nelle scorse settimane per preparare i trasferimenti di armi pesanti sotto la supervisione dello Stato maggiore turco”, ha dichiarato al Mahjoub citato dai media vicini al generale Khalifa Haftar, comandante dell’Lna.

“Le compagnie turche hanno venduto grandi quantità di armi al governo di Fayez al Sarraj”, ha aggiunto Al Mahjoub, confermando che Ankara “ha costruito nuovi campi di addestramento a Tripoli che includono una sala operativa per l’esercito turco, una residenza per ufficiali di addestramento turchi e un’unità di comunicazione completa con l’esercito turco”.

L’ufficiale ha anche rivelato che 400 ingegneri militari turchi “hanno messo a punto un piano completo per la costruzione di torri di guardia e sviluppato un altro piano per fortificare Tripoli per contrastare qualsiasi attacco dell’esercito nazionale libico”.

Con la presenza di consiglieri militari, missili e semoventi antiaerei e la presenza di mercenari delle milizie siriane è evidente la volontà turca di occupare militarmente la Libia spazzando via le postazioni dell’LNA e rendere più efficace le capacità di difesa area del GNA di Haftar per esempio contro i droni dell’LNA di origine emiratina.

Ma ed è altrettanto evidente – per l’ennesima volta – quanto vane se non addirittura ipocrite siano le dichiarazioni sia dell’Unione Europea che dell’Onu in merito alla necessità di garantire l’embargo sulle forniture di armi.

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