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Brics e non solo: tutte le sintonie tra Algeria e Cina

La visita del presidente dell'Algeria, Tebboune, in Cina ha fruttato accordi dal valore di 36 miliardi di dollari. Ma dietro al viaggio c'è molto di più. L'articolo di Marco Orioles.

 

Accompagnato da una folta delegazione di ministri e imprenditori, il Presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha compiuto la settimana scorsa una visita in Cina dove si è assicurato 19 accordi economici del valore di 36 miliardi di dollari. Ma nell’agenda del viaggio c’era molto di più, comprese nuove intese in materia di sicurezza e lotta al terrorismo e soprattutto la richiesta di adesione formale dell’Algeria ai Brics. L’Algeria è peraltro un paese importantissimo per l’Italia: è il nostro principale fornitore di gas naturale, dopo il distacco dalla Russia, ed è il perno del “piano Mattei”, il progetto di Giorgia Meloni per trasformare l’Italia in un “hub” energetico, ovvero in un centro di ri-esportazione verso l’Europa settentrionale del gas precedentemente importato dal Mediterraneo.

 

La visita

 

Tebboune si è recato in visita in Cina accompagnato da una delegazione di ministri e uomini d’affari che, come riporta Business Insider, includeva i titolari dei dicasteri degli Esteri, della Finanza, dell’Energia, della Casa e del Commercio.

 

Tebboune e i suoi accompagnatori sono stati ricevuti dal Presidente Xi Jinping nel grande Salone del Popolo di Pechino in un’atmosfera molto cordiale. “Per 65 anni – ha detto Xi a Tebboune facendo riferimento agli antichi legami tra i due Paesi – la Cina e l’Algeria hanno navigato insieme nel buono e nel cattivo tempo e si sono aiutate reciprocamente, e l’amicizia tra i due Paesi si è solo rafforzata nel tempo”.

 

Relazioni consolidate tra Algeria e Cina

 

In effetti le relazioni oggi risultano assai consolidate con la Cina che, forte di esportazioni passate dai 400 milioni di dollari di vent’anni fa agli attuali 8 miliardi, svolge un ruolo fondamentale nell’economia algerina. 

 

Ma nella lunga storia della relazione bilaterale, Pechino è stata anche prodiga di aiuti non economici, come i 3.500 medici cinesi inviati in Algeria per tamponare l’esodo di personale specializzato con il risultato di trattare globalmente ben 27 milioni di pazienti e 2,7 milioni di partorienti nel corso di sei decadi.

 

Il livello di cooperazione è tale che nel 2014, come ricorda Fox News, Algeri è diventata la prima capitale araba a firmare con Pechino un accordo di partnership strategica, la cui estensione a nuovi settori è stata al centro degli incontri della scorsa settimana in Cina.

 

Rinnovata partnership strategica (a scapito di Mosca?)

 

Sicurezza dei confini e lotta al terrorismo sono adesso al cuore della partnership strategica tra Pechino e Algeri rafforzata per volontà di entrambe le parti.

 

In una dettagliata analisi dei rapporti tra i due Paesi The Diplomat fa notare un particolare: essi potrebbero andare a scapito della consolidata partnership tra Algeria e Russia.

 

Forgiata negli anni turbolenti della guerra fredda e imperniata sulla costante fornitura di armamenti che ha visto Algeri diventare il terzo acquirente dell’industria bellica russa dopo Cina e India, la relazione privilegiata tra i due Paesi è ora messa a repentaglio dalla guerra in Ucraina, che distoglie l’attenzione di Mosca dalle esigenze dei suoi partner. The Diplomat menziona a tal proposito un accordo di fornitura all’Algeria di 7 miliardi di armi che Mosca non ha ancora onorato. 

 

In questo varco si incunea ora un Paese come la Cina che ha tutto l’interesse a coprire i vuoti lasciati dalla Russia oltre che a ritagliarsi una preziosa testa di ponte nel Mediterraneo.

 

Gli accordi economici

 

Il cuore della visita di Tebboune è stato rappresentato senz’altro dalla firma di 19 accordi di cooperazione che, come riferisce Business Insider, portano in dote ad Algeri investimenti cinesi per 36 miliardi di dollari.

 

Le intese riguardano un’ampia gamma di settori che vanno dalle telecomunicazioni al commercio, all’agricoltura, all’energia, alla tecnologia, all’aviazione, al trasporto ferroviario allo sviluppo urbano.

 

“I progetti e gli accordi conclusi con la parte cinese sono ampi e mutuamente benefici per entrambi i Paesi” ha dichiarato Tebboune durante l’incontro con la comunità degli expat algerini in Cina tenutosi in una metropoli come Shenzhen che il Presidente ha definito come un “miracolo” economico da emulare.

 

Algeria nei Brics

 

A suggellare la nuova era di cooperazione tra Cina e Algeria è la richiesta formale portata da Tebboune di far aderire il suo Paese ai Brics, il gruppo dei Paesi emergenti guidato da Pechino e Mosca che anela cesellare un nuovo ordine mondiale decentrato rispetto a Washington.

 

Come segno di buona volontà Algeri finanzierà con 1,5 miliardi di dollari la Banca dei Brics, nata per essere diretta concorrente della World Bank. “Abbiamo ufficialmente fatto richiesta di aderire il nostro Paese al gruppo dei Brics”, ha dichiarato dalla Cina Tebboune, che ha riferito anche di aver “inviato una lettera in cui chiediamo di diventare azionisti della Banca (con un) primo contributo di 1,5 miliardi di dollari”. 

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