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Arnese

Balletti Aifa sul mix di vaccini, la Verità su Astrazeneca, il Sole sui bond Ue

Non solo Astrazeneca. Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Start

 

CERCANSI MEDICI DI FAMIGLIA

 

IL BALLETTO AIFA SULLA VACCINAZIONE ETEROLOGA

 

LA DOPPIETTA DELL’AIFA

 

COCKTAIL VACCINALE? SI’ GRAZIE (FORSE)

Mix di vaccini dopo la prima dose di Astrazeneca: numeri, studi e dibattito tra esperti

Come funziona in Germania la vaccinazione incrociata dopo la prima dose di Astrazeneca

Tutte le regole in Francia dopo la prima dose di Astrazeneca

LA VERITA’ SU ASTRAZENECA

 

LE BACCHETTATE DI SALVINI A CTS E AIFA

LA PREVISIONE DI FOLLI SU M5S DI GRILLO

 

CARACCIOLO, CERRETELLI E FABBRI ANALIZZANO UE, USA E NATO

LE CINESERIE DELL’AMERICA SECONDO IL SOLE

LA GIUSTIZIA PUO’ ATTENDERE

BENVENUTI NELLA PROCURA DI MILANO

MARO’, COME IL CASO E’ STATO CHIUSO

SCUOLA ANTI COVID

 

ATLANTIA (BENETTON) GONGOLA

Perché Atlantia sfreccia in Borsa (dopo la cessione di Aspi)

I NUMERI DEL BOND UE

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUL BOND NEXT GENERATION UE:

La Commissione europea ha effettuato ieri la prima emissione obbligazionaria del pacchetto da 750 miliardi di euro che servirà a finanziare il progetto comunitario noto con l’espressione inglese NextGenerationEU. L’asta ha ottenuto grande successo sui mercati, a conferma di come l’Europa sia un investitore premiante a livello mondiale. La presidente dell’esecutivo comunitario Ursula von der Leyen ha parlato di «giornata storica per la nostra Unione europea».

L’emissione è stata pari a 20 miliardi di euro con un titolo a scadenza decennale. In una conferenza stampa ieri sera qui a Bruxelles, il commissario al bilancio Johannes Hahn ha precisato che la domanda è stata pari a sette volte l’offerta. Da un punto di vista geografico, oltre il 50% degli investitori appartiene ai paesi dell’Unione europea; mentre il 13% è proveniente dall’Asia e dalle Americhe. Alla Cina è andata «una quota significativa», ha notato il commissario.

Quanto agli investitori, il 25% dell’ammontare è andato a banche centrali, il 37% a gestori di fondi, l’11% a fondi assicurativi. «Sono molto contento del tipo di investitore emerso in asta», ha detto il commissario (tra le banche del consorzio IMI-Intesa Sanpaolo). Secondo Bruxelles, «si tratta della più grande emissione obbligazionaria istituzionale in Europa, la più grande transazione istituzionale a singola tranche e il più grande ammontare che la UE abbia mai raccolto in una singola transazione».

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUI TASSI DEL BOND UE:

l’Italia ha i vantaggi potenziali maggiori a finanziarsi tramite Bruxelles, la Germania i maggiori svantaggi. Ma anche la Francia e i Paesi “forti”. Vediamo perché. Il bond decennale emesso ieri da Bruxelles ha un rendimento dello 0,086%. Questo significa che i Paesi che oggi si finanziano autonomamente sul mercato dei titoli di Stato pagando tassi più elevati hanno un vantaggio a ottenere finanziamenti dall’Europa: perché costano meno. In questa condizione si trovano almeno 6 Paesi dell’Eurozona, da Cipro (0,327%) all’Italia (0,76%). Altri Paesi si finanziano invece a tassi paragonabili a quelli di Bruxelles (per esempio la Francia), mentre 4 pagano sul mercato dei titoli di Stato tassi più bassi. La Germania per esempio (-0,26%).Sebbene il calcolo non sia così semplice (perché l’Unione europea non trasferirà i fondi raccolti ai Paesi membri al tasso decennale di ieri ma al tasso medio dei suoi bond calcolato ogni 6 mesi), nella sostanza cambierà poco: l’Italia è il Paese dell’Eurozona con la maggiore convenienza di costo ad attingere dalle risorse europee, la Germania è invece quello con il maggiore svantaggio. È invece più difficile stabilire la convenienza per i Paesi che non hanno l’euro, perché bisogna considerare anche il costo del derivato che serve per trasformare i finanziamenti europei nella loro valuta locale.L’impatto sulle emissioniC’è poi un vantaggio indiretto: il fatto che i Paesi europei dovranno emettere meno titoli di Stato di quelli che avrebbero collocato se il Recovery Fund non fosse mai esistito. Questo aiuta: minori emissioni di bond significano infatti minore offerta, e questo tende ad alzare i prezzi dei titoli di Stato e a tenere bassi i rendimenti. Ebbene: dato che l’Italia userà circa 80 miliardi di euro dei 191 del Recovery Fund per finanziare opere che avrebbe comunque realizzato raccogliendo i fondi con normali BTp, questo significa che da qui al 2026 il Paese emetterà qualcosa come 80 miliardi in meno di BTp rispetto a quanti ne avrebbe collocati se il fondo europeo non fosse mai esistito. Questo aiuta.C’è poi un altro tema: i finanziamenti europei non sono soggetti alla volatilità dei mercati. Se arrivasse in futuro una nuova crisi dello spread sui BTp, i fondi Ue resterebbero infatti ancorati ai tassi bassi europei. «Noi abbiamo tutto l’interesse a ridurre l’esposizione verso il mercato e ad aumentarla verso l’Unione europea – osserva Fabrizio Pagani, capo economista di Muzinich ed ex capo della segreteria tecnica del Mef -. In un’ottica di risk management è razionale».

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