skip to Main Content

Quanto Guadagnano Big Pharma

Mix di vaccini dopo la prima dose di Astrazeneca: numeri, studi e dibattito tra esperti

Quali sono le nuove regole sulla seconda dose del vaccino dopo la prima dose di Astrazeneca. L'approfondimento di Maria Scopece

E’ stata emanata dal ministero della Salute la circolare di “Aggiornamento” del parere del Cts sui vaccini. La circolare, firmata dal direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza, indica che il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca “viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni (ciclo completo)”. Per persone che hanno ricevuto la prima dose di tale vaccino e sono al di sotto dei 60 anni di età, si legge, “il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose”.

I NUMERI SULLA SECONDA DOSE DOPO LA PRIMA DI ASTRAZENECA

Sono circa 900mila gli italiani sotto i 60 anni che hanno fatto la prima dose di vaccino con Astrazeneca e ora dovranno effettuare il richiamo con Pfizer o Moderna. I richiami, come è stato chiarito nella circolare del ministero della salute, andranno effettuati rispettando il lasso di tempo inizialmente previsto per Astrazeneca, dunque 8-12 settimane dopo la prima dose.

L’ANNUNCIO SU ASTRAZENECA

Il vaccino Astrazeneca non sarà più utilizzabile sugli under 60. La decisione è del Cts (Comitato tecnico scientifico), annunciata ieri nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il generale Francesco Paolo Figliuolo. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha promesso che il Governo tradurrà la decisione degli esperti in “forma perentoria” e non più solo come “raccomandazione”. La scelta è arrivata dopo la morte di una ragazza di 18 anni, vaccinata il 25 maggio con Astrazeneca nel corso di uno degli Open Day vaccinali pensati proprio per dare la possibilità ai più giovani di vaccinarsi con gli esuberi di vaccini Astrazeneca che i più anziani avevano rifiutato, sebbene questi fossero raccomandati preferibilmente per gli over 60 (qui l’approfondimento di Start sulle polemiche relative agli Open Day).

VACCINI DIVERSI PER LA SECONDA DOSE

Ora si apre una questione spinosa. C’è da capire come fare a vaccinare quelle persone under 60 che, seguendo l’invito del governo e della comunità scientifica a vaccinarsi il prima possibile, sono state immunizzate con Astrazeneca nell’ambito degli Open Day. “Il vaccino Astrazeneca è fortemente raccomandato per gli over 60, mentre chi ha meno di sessant’anni e ha già fatto una dose del siero a vettore virale farà la seconda con Pfizer o Moderna”. La soluzione proposta dal Cts è di un mix & match.

EFFETTI COLLATERALI

Ci sarebbero “tutti i presupposti – ha detto il coordinatore del Cts, Franco Locatelli – per ipotizzare che combinare due tipologie di vaccini non porti alcuno svantaggio, ma anzi qualche vantaggio”. Tuttavia la scienza non ha ancora detto l’ultima parola sull’efficacia e sui possibili effetti collaterali dell’uso di due vaccini diversi. Nessuna autorità regolatoria nel mondo si è mai espressa. Uno studio pubblicato su Lancet ha evidenziato che il mix con una prima dose di AstraZeneca e la seconda con Pfizer determina un aumento delle reazioni avverse lievi come febbre, affaticamento, mal di testa e dolori. Tali effetti collaterali sono stati segnalati nel 34% del campione, contro l’1,7% rilevato nello studio spagnolo.

I PARERI DEGLI ESPERTI

Alcuni esperti non hanno mancato di rilevare che ci si stia avventurando in un terreno sconosciuto. Fra loro, come riporta Repubblica, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, assessore alla Salute in Puglia: “Utilizzare una secondo vaccino diverso dal primo non è una scelta indolore – ha detto a Metropolis, il podcast di Gerardo Greco sul sito di Repubblica -. Non è escluso che l’efficacia vaccinale possa essere diversa”. Anche Andrea Crisanti, microbiologo dell’università di Padova, invita alla prudenza: “Personalmente non vedo rischi, ma è una questione di metodo: prima di procedere dovremmo aspettare i dati. Senza dati non si vaccina”. 

TRE STUDI SUL MIX DI VACCINI

Nino Cartabellotta, medico e presidente della fondazione Gimbe, ha rilevato che, a oggi,  esistono solo tre studi che attestino le conseguenze della vaccinazione con due vaccini differenti. “In tre studi recenti, i ricercatori hanno scoperto che dopo una dose del vaccino prodotto da AstraZeneca con una dose del vaccino Pfizer-BioNTech si producono forti risposte immunitarie, misurate dagli esami del sangue – si legge in un articolo di Science -. Due degli studi suggeriscono addirittura che la risposta al vaccino misto sarà protettiva almeno quanto due dosi del prodotto Pfizer-BioNTech, uno dei vaccini COVID-19 più efficaci.

LO STUDIO DELL’ISTITUTO DI SALURE CARLOS III

Science riporta i risultati di uno studio dell’Istituto di salute Carlos III. Nella ricerca “448 persone che hanno ricevuto una dose del vaccino Pfizer-BioNTech 8 settimane dopo una dose iniziale di AstraZeneca hanno avuto pochi effetti collaterali e una robusta risposta anticorpale 2 settimane dopo la seconda iniezione – si legge -. Tutti i 129 campioni di sangue testati potrebbero neutralizzare un picco che non esprime coronavirus, la chiave della proteina di superficie SARS-CoV-2 per infettare le cellule”. 

LO STUDIO TEDESCO

Science riporta anche i risultati di una ricerca tedesca che conferma i dati raccolti dall’istituto spagnolo. “Leif Erik Sander, un esperto di malattie infettive presso l’ospedale universitario Charité di Berlino, e colleghi hanno scoperto che 61 operatori sanitari che hanno somministrato i due vaccini nello stesso ordine, ma a distanza di 10-12 settimane, hanno prodotto anticorpi contro il picco a livelli paragonabili a un gruppo di controllo che ha ricevuto due dosi di Pfizer-BioNTech all’intervallo standard di 3 settimane e non ha avuto alcun aumento degli effetti collaterali – si legge ancora su Science -. Ancora più incoraggiante, le loro cellule T, che possono aumentare la risposta anticorpale e anche aiutare a liberare il corpo dalle cellule già infette, hanno risposto leggermente meglio al picco rispetto ai destinatari Pfizer-BioNTech completamente vaccinati”. 

LE CONTROVERSIE

Tuttavia gli studi recenti non hanno valenza scientifica perché non sono stati progettati per valutare la protezione effettiva contro il COVID-19. “Ciò richiederebbe di seguire grandi gruppi che ricevono diverse combinazioni di vaccini per vedere chi viene infettato e malato per molti mesi” continua Science. Però sono utili perché “supportano i recenti cambiamenti politici. La Spagna ha autorizzato la miscelazione dei due vaccini per le persone di età inferiore ai 60 anni. Altri paesi che hanno posto limiti di età al vaccino AstraZeneca e, inclusi Canada, Germania, Francia, Norvegia e Danimarca, hanno formulato raccomandazioni simili”. L’articolo di Science è stato pubblicato prima che anche l’Italia aderisse alla scelta di mixare due vaccini diversi. 

Back To Top