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Vitrociset, l’offerta di Fincantieri e il pensierino di Leonardo-Finmeccanica

Fatti, ricostruzioni e indiscrezioni sulla società Vitrociset. Dopo l'offerta di Fincantieri-Mermec, spunta un interesse da parte di Leonardo-Finmeccanica. Tutti i dettagli

Colpo di scena nel dossier Vitrociset. In presenza già di un’offerta vincolante del tandem Vitrociset-Mermec, Leonardo-Finmeccanica ci ripensa e valuta se esercitare o meno il diritto di prelazione detenuto con la quota dell’1,5% in Vitrociset.

La partita si è riaperta a sorpresa dopo che ieri l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, ha confermato le indiscrezioni secondo cui il gruppo ex Finmeccanica presieduto da Gianni De Gennaro stava valutando il dossier.

“Noi abbiamo una piccola quota di quella società e abbiamo un diritto d’opzione, dobbiamo correttamente valutare se ai prezzi che ci sono stati notificati il 9 agosto cosa ha senso fare rispetto a quell’opzione”. E’ quello che ha detto ieri l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, rispondendo in audizione davanti alle commissioni Attività produttive e Difesa della Camera a una domanda sull’opzione per l’acquisto di azioni di Vitrociset.

“Noi – ha aggiunto il capo azienda di Leonardo-Finmeccanica – abbiamo il Ggverno come azionista al 30% e dobbiamo anche tutelare quell’azionista e soprattutto una capacità nostra di stare sul mercato in modo proattivo. Dovremo valutare, però non c’è nulla di polemico; dal nostro punto di vista non c’è nessuna frizione c’è solo un interesse aziendale che riteniamo debba essere tutelato”.

In effetti il gruppo presieduto da Gianni De Gennaro ci sta pensando: ossia sta valutando se fare una mossa di questa portata oppure no. Anche se restano dubbi sulle reali ragioni industriali di un’operazione del genere – si dice in ambienti dell’ex Finmeccanica – anche sulla base dello stato di salute finanziaria della società che la famiglia Crociani ha ceduto.

Da fonti che seguono il dossier per conto di Vitrociset, si fa notare che la famiglia Crociani aveva offerto le quote restanti a Leonardo prima di intavolare una trattativa con il gruppo capitanato da Bono. Quindi o il pensiero di Profumo è una mera boutade oppure è il frutto di un ripensamento, magari come mossa per controbattere all’attivismo di Fincantieri che viene vissuto con preoccupazione in ambienti di Piazza Monte Grappa; attivismo molto gradito finora dall’attuale esecutivo M5S-Lega.

Basti pensare come il governo abbia investito a sorpresa di un ruolo nella ricostruzione del Ponte Morandi a Genova proprio il gruppo Fincantieri, grazie a una start up attiva nel ramo costituita l’anno scorso dal gruppo capitanato dall’amministratore delegato, Giuseppe Bono.

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