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Visa sbancherà nell’open banking con la fintech svedese Tink?

Visa ha annunciato di aver firmato un accordo per acquistare la piattaforma europea di open banking Tink per 1,8 miliardi di euro. Tutti i dettagli

 

Mesi dopo aver abbandonato l’acquisizione della startup statunitense Plaid, Visa ci riprova con la rivale svedese Tink.

Visa, la più grande società di elaborazione dei pagamenti al mondo, ha annunciato l’acquisizione della piattaforma di open banking Tink per un controvalore pari a 1,8 miliardi di euro.

Fondata nel 2012, Tink consente alle banche e ad altre società finanziarie di condividere e accedere più facilmente ai dati finanziari dei consumatori.

L’accordo fa parte della spinta di Visa a diversificare i ricavi oltre i pagamenti con carta di credito, settore in cui è uno dei principali attori mondiali. L’acquisizione di Tink sarebbe l’ultima mossa di una serie di sforzi di consolidamento nel settore dei pagamenti di massa.

L’accordo con Tink è soggetto alle approvazioni normative.

Tutti i dettagli.

L’OPERAZIONE

Visa finanzierebbe l’operazione con la liquidità disponibile. L’acquisizione non avrebbe infatti alcun impatto sul programma di riacquisto di azioni precedentemente annunciato o sulla politica dei dividendi, ha affermato la società.

Tink manterrà il marchio e il team di gestione e la sede rimarrà a Stoccolma.

LA STRATEGIA

“Visa si impegna a fare tutto il possibile per promuovere l’innovazione e responsabilizzare i consumatori a sostegno degli obiettivi dell’open banking in Europa”, ha affermato l’ad e presidente Al Kelly. “Riunendo la rete di Visa e le capacità di open banking di Tink, forniremo maggiore valore ai consumatori e alle imprese europee con strumenti per rendere le loro vite finanziarie più semplici, affidabili e sicure”.

VISA CI RIPROVA CON TINK DOPO PLAID

A gennaio, Visa e la fintech Plaid hanno annullato il loro accordo di fusione da 5,3 miliardi di dollari a seguito di una causa del governo degli Stati Uniti per motivi antitrust.

I politici e gli esperti di antitrust avevano sostenuto infatti che l’accordo avrebbe dato a Visa, che è già la più grande società di elaborazione dei pagamenti al mondo, ancora più potere su come i clienti e le imprese pagano beni e servizi.

LA NORMATIVA EUROPEA

In Europa a Visa dovrebbe andare meglio stavolta con Tink. Come sottolinea Cnbc, l’open banking è fiorito in Gran Bretagna e nell’UE grazie alla nuova regolamentazione.

Le norme dell’Unione europea sull’open banking richiedono alle banche di consentire l’accesso ai dati dei clienti da parte di fornitori terzi registrati per aumentare la concorrenza.

COSA FA LA SOCIETÀ SVEDESE

Tink è un servizio fintech nato nel 2012 che consente ai clienti di costruire servizi di gestione finanziaria su misura per consumatori e imprese in base alla loro situazione patrimoniale. Integrata con più di 3.400 banche e istituzioni finanziarie, raggiunge 250 milioni di clienti in tutta Europa.

La tecnologia di Tink consente alle banche e alle società fintech di connettersi con oltre 3.400 istituti di credito per creare nuovi prodotti finanziari.

“Negli ultimi dieci anni abbiamo lavorato senza sosta per costruire Tink come una piattaforma bancaria aperta leader in Europa” ha detto invece Daniel Kjelle’n, ad e co-fondatore di Tink.

“Unendoci a Visa, saremo in grado di muoverci più velocemente e raggiungere più lontano che mai” ha aggiunto. “Visa è il partner perfetto per la prossima fase del viaggio di Tink, e siamo incredibilmente entusiasti di ciò che questo porterà ai nostri dipendenti, ai clienti e al futuro dei servizi finanziari”.

LA VALUTAZIONE

La società è stata valutata l’ultima volta privatamente a 680 milioni di euro.

IL PREZZO DI ACQUISTO

Come segnala il Ft, il prezzo di acquisto di 1,8 miliardi di euro è un premio del 165% rispetto al valore dato a Tink da investitori tra cui PayPal e BNP Paribas in una raccolta fondi lo scorso dicembre e riflette l’interesse in rapida crescita per l’open banking. All’inizio di quest’anno, Plaid ha raccolto fondi per una valutazione di 13,4 miliardi di dollari, quasi il triplo del prezzo che Visa ha accettato di pagare all’inizio del 2020.

SPAURACCHIO ANTITRUST?

Tuttavia, alcuni esperti di tecnologia finanziaria hanno affermato che l’acquisizione di Tink potrebbe far fronte a problemi antitrust. Proprio come accaduto con il progetto Plaid.

“L’Europa è un mercato open banking molto diverso dagli Stati Uniti”, ha affermato a Reuters Simon Taylor, responsabile delle iniziative e cofondatore della società di consulenza fintech 11:FS. “Ma Tink è uno dei più grandi player e molte delle preoccupazioni che hanno portato all’indagine sull’accordo Plaid-Visa si possono sollevare anche qui”.

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