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Twitter verso l’abbonamento. Cosa si sa sui piani tariffari di X

X, ovvero il vecchio Twitter, corre verso nuove ipotesi di abbonamento. La scusa è quella di escludere i bot dalla piattaforma, ma è palese che Musk voglia batter cassa dal momento che il social non sta decollando

 

Elon Musk conferma. In uno dei momenti più delicati per il magnate sudafricano (la trimestrale di Tesla ha certificato dati sotto le attese e l’ex Twitter, oltre ad aver perso molti utenti, è ormai alla prova del nove della sottoscrizione), X non solo sarà su abbonamento, ma dovrebbe prevedere, almeno in un primissimo momento, due differenti piani tariffari, come affermato dall’ex startupper, ovviamente sul social di sua proprietà.

CHE DICE MUSK SULL’ABBONAMENTO DI TWITTER / X

Secondo le anticipazioni che lo stesso Musk ha fornito alla propria utenza, il social intende prevedere, sulla scia di quanto già annunciato dal gruppo Meta per Facebook e Instagram, un piano più costoso che permetterà all’utenza di godere appieno del servizio senza pubblicità, il piano tariffario intermedio che sarebbe quello attualmente disponibile con annunci pubblicitari ridotti del 50% e il piano economico con le pubblicità standard.

L’ABBONAMENTO BASE SARA’ QUELLO FILIPPINO?

Quest’ultimo abbonamento potrebbe essere quello in fase di testing proprio negli ultimi giorni tra gli utenti di Filippine e Nuova Zelanda: i nuovi iscritti alla piattaforma dovranno pagare rispettivamente circa 0,75 e 0,85 dollari ogni anno anche solo per accedere a funzionalità di base come la semplice pubblicazione dei post.

Naturalmente per coloro che intendono sborsare cifre maggiori potrebbero essere disponibili altre feature. Il piano Premium già oggi include la possibilità di modificare i post entro un’ora dopo la pubblicazione, una spinta dell’algoritmo per dare maggiore visibilità ai tweet dei paganti, post lunghi fino a 25.000 caratteri, nuove formattazioni, post in evidenza, la possibilità di annullare le pubblicazioni dei post, così come quella di caricare video in qualità superiore.

E CHI NON VUOLE PAGARE L’ABBONAMENTO A TWITTER?

Chi non vuole pagare, sempre che venga esteso il “modello filippino”, avrà accesso a una versione di “sola lettura” della piattaforma che consentirà semplicemente di leggere post, guardare video e seguire account. Già oggi se non si è iscritti, non è possibile fruire del contenuto pubblicato dagli utenti. Se, come ipotizzato da taluni, il piano intermedio dovesse realmente corrispondere al Premium attuale da 11 euro al mese, vorrebbe dire che per quello principale, senza Adv, occorrerà sborsare di più.

Ma al momento Musk non parla di prezzi, limitandosi a dire che l’abbonamento a Twitter sarà a scaglioni e lasciando intuire che offrirà feature diverse a seconda di quanto uno è disposto a sborsare. Non si sa nemmeno se l’abbonamento da 1 euro/dollaro, che nella fase di test riguarderà solo i nuovi iscritti, una volta esteso al resto dell’utenza mondiale continuerà a riguardare esclusivamente coloro che non hanno ancora un account attivo per fare da filtro ai bot, vecchio cavallo di battaglia di Musk fin da prima che acquisisse il social.

TUTTI GLI INTERVENTI DI MUSK SU X

L’imprenditore è proprietario di Twitter da un anno: ha comprato la piattaforma il 27 ottobre 2022 per 44 miliardi di euro e dato che il social era in crisi anche prima del suo ingresso, si sono moltiplicate le voci secondo le quali Musk intenda trasformarla in qualcosa di molto simile a quella, onnicomprensiva, di WeChat per la Cina, che includa anche funzionalità legate ai pagamenti elettronici.

Il rebranding del Gruppo, da Twitter a X, assolverebbe proprio allo scopo nel tentativo di scindere l’app da quella che fino a oggi è stata la sua funzione esclusiva. Già negli ultimi mesi, Musk ha apportato diversi cambiamenti, come la spunta blu di verifica dei profili a pagamento e la visualizzazione delle notizie senza il titolo della fonte.

L’ABBONAMENTO A TWITTER PER PORTARE SOLDI NELLE CASSE?

La numero 1 di X, Linda Yaccarino, in un discorso pubblico ha promesso che dopo 13 anni il social acquistato dal patron di Tesla tornerà a fare profitti. Di recente X è stata messa nel mirino dell’Ue, insieme ad altri social media, per la diffusione di disinformazione sulla crisi in Israele.

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