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Trimestrale Tesla Supercomputer

Che succede alla corsa di Tesla?

La guerra dei prezzi fatta scoppiare da Musk ha un costo e la trimestrale lo rivela. Sull'andamento di Tesla influiscono i nuovi ritardi di Cybertruck. Ma la Casa gioca la carta della trasformazione in tech company per attirare investitori

 

Rischia davvero di costare caro a Tesla quel “giocattolone” che risponde al nome di Cybertruck, che arriverà a quanto pare il 30 novembre (se le date ormai hanno più un senso), dopo oltre 2 anni di ritardo. «Ci siamo scavati la fossa con il Cybertruck», ha detto infatti senza troppi giri di parole Elon Musk durante la presentazione degli utili. Ma a incidere sull’andamento del marchio anche la guerra dei prezzi che il patron dell’auto elettrica ha voluto far detonare nel corso dell’anno, per mantenere una posizione concorrenziale rispetto alle rivali cinesi.

LA DELUDENTE TRIMESTRALE TESLA

Scartabellando i risultati finanziari del gruppo, si spiega come mai il giorno della trimestrale il titolo Tesla sia crollato a Wall Street del 9%. L’utile netto è piombato del 44% a 1,85 miliardi di dollari. L’utile netto rettificato è sceso a 2,32 miliardi di dollari, 66 centesimi per azione e meno dei 73 centesimi stimati dagli analisti, secondo FactSet.

I ricavi hanno raggiunto i 23,35 miliardi di dollari (+9%), ma le attese erano di 24,19 miliardi di dollari. Solo il margine lordo ha rispettato le aspettative: 17,9% contro stime del 18,2%, tuttavia un anno fa era a quota 25,1%. La guerra dei prezzi voluta dal ceo ha fatto crollare i ricavi per unità dell’11% rispetto a un anno fa.

BYD TAMPONA TESLA

E se la mossa, per alcuni considerata eccessiva, aveva come finalità restare in scia alle rivali cinesi, basta controllare l’ultima trimestrale di Byd e affiancarla a quella di Tesla per rendersi conto delle proporzioni in gioco.

I profitti netti della casa di Shenzhen hanno toccato quota 11,5 miliardi di yuan (1,6 miliardi di dollari), rispetto ai 5,7 miliardi di yuan dell’anno precedente. Gli utili nei nove mesi terminati il 30 settembre sono compresi tra 20,5 e 22,5 miliardi di yuan (3,8 miliardi di dollari), ben oltre l’utile netto per l’intero 2022, pari a 16,6 miliardi di yuan.

CHI VENDE PIU’ AUTO ELETTRICHE?

La scelta di comparare i conti della casa texana proprio con Byd, tra tutti gli arrembanti marchi cinesi in circolazione, non è casuale dato che negli ultimi tre mesi presi in considerazione fino al 30 settembre la casa di Shenzhen è riuscita a vendere quasi lo stesso numero di veicoli a batteria di Tesla, con uno scarto a favore dell’auto del magnate sudafricano di appena 3.456 veicoli, che potrebbe dunque presto perdere il primato di auto elettrica più venduta.

Del resto proprio nell’ultimo trimestre Tesla ha rallentato con la produzione, sfornando 430.488 veicoli, di gran lunga meno rispetto ai 479.700 del secondo trimestre per i vari stop and go alle sue fabbriche dovuti a upgrade tecnici. Le consegne totali del terzo trimestre 2023 sono state 435.059, contro le 461.640 previste dagli analisti (comunque +27% sul 2022). Nel secondo trimestre, le consegne erano state 466.140. Ecco perché di colpo Byd si è fatta più vicino e potrebbe tentare il sorpasso da un momento all’altro.

TESLA DIVENTA TECH COMPANY E FONITRICE DI SOFTWARE

Una eventualità alla quale in realtà Musk sembrava essersi già preparato da parecchio: la guerra dei prezzi dell’ultimo periodo avrà anche tirato il collo all’azienda, ma la vera trasformazione è stata quella, carsica, raccontata da Start e riguardante il business model.

Una mossa che consente a Tesla di tenere fuori entrambi i piedi da un mercato, quello dell’automotive, in forte crisi dalla pandemia e con la necessità di rispondere alle bordate cinesi. Una mossa che soprattutto consente al marchio di configurarsi come una tech company, fornitrice di tecnologie anche ad altre Case. E sappiamo bene quanto volino le software house nell’anno delle intelligenze artificiali, sulla cui scia proprio quest’anno Tesla ha raggiunto i 400 miliardi di dollari al valore di mercato.

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