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Come e perché Tim, Fastweb e non solo strepitano contro Starlink di Musk

Asstel, l'associazione di categoria di Confindustria che rappresenta la filiera tlc, sta sollecitando il governo per rivedere le regole per la banda larga satellitare dal momento che si sta profilando l'ingresso nel nostro paese della tecnologia satellitare Starlink di Elon Musk

Il dossier Starlink agita la filiera tlc in Italia.

Asstel sta sollecitando una revisione dei regolamenti per gli operatori di banda larga satellitare in orbita bassa, per garantire che siano soggetti alle stesse regole delle altre società di telecomunicazioni, anche per quanto riguarda la sicurezza dei dati, come risulta da un documento visionato da Reuters.

L’agenzia stampa specifica che il documento in questione è un promemoria interno dell’associazione presieduta da Massimo Sarmi (nella foto) risalente a maggio 2024, il cui contenuto è stato discusso con alcuni politici.

La richiesta dell’associazione Asstel, l’associazione di categoria di Confindustria che rappresenta la filiera tlc (dalle imprese che gestiscono reti di telecomunicazioni ai produttori e i fornitori di terminali-utente, di infrastrutture di rete, che comprende fra gli altri Tim, Iliad e Fastweb), riacquista rilevanza mentre il governo sta valutando di coinvolgere Starlink, operatore satellitare, nei piani per aumentare la copertura Internet ad alta velocità nelle aree remote del Paese.

Perché i satelliti Starlink garantiscono l’accesso a Internet a livello globale indipendentemente dalle connessioni terrestri, anche nelle zone più remote del mondo. Senza dimenticare il ruolo ricoperto dai terminali Starlink donati da SpaceX all’Ucraina all’inizio del conflitto con la Russia che hanno aiutato le forze armate di Kiev a mantenere le comunicazioni e il coordinamento sul campo di battaglia.

“Io penso che per noi sia fondamentale sperimentare la tecnologia satellitare”, ha affermato a inizio mese Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’innovazione tecnologica e transizione digitale, intervenendo al Forum nazionale delle telecomunicazioni, specificando di non capire le contrarietà su questo tema dopo aver annunciato a metà ottobre che erano in corso “interlocuzioni con alcune Regioni italiane per sperimentare la fornitura di un ‘servizio space-based‘ rivolto ad aree remote o prive di infrastrutture terrestri”, ovvero Starlink.

Riguardo l’ipotesi che Starlink possa competere con gli operatori italiani di tlc, l’ad di Tim Pietro Labriola si era già mostrato netto un mese fa: “Qualunque tecnologia è benvenuta purché si abbiano le stesse regole”.

Tutti i dettagli.

LA RICHIESTA DI ASSTEL

Nel documento visionato da Reuters, Asstel afferma che le regole esistenti non sono state concepite per prendere in considerazione il modello di business di aziende come Starlink, che offre un servizio direttamente ai dispositivi dei consumatori e compete direttamente con gli operatori di telecomunicazioni locali.

In particolare, il rapporto cita la normativa sull’uso delle frequenze e chiede anche che gli operatori di banda larga satellitare si conformino alla normativa delle telecomunicazioni sull’archiviazione dei dati sensibili, e possibilmente che impongano delle regole sulla loro conservazione a livello locale, rileva ancora Reuters.

L’INGRESSO DI STARLINK E LA CONCORRENZA CON LE TLC IN ITALIA

Da tempo infatti i riflettori sono puntati in Italia su Starlink, il servizio di Internet satellitare della società aerospaziale SpaceX di Elon Musk che riesce a portare praticamente ovunque la la banda ultra-larga a bassissima latenza.

Come emerso dai colloqui del governo Meloni con SpaceX avvenuti già dallo scorso anno per attirare gli investimenti del miliardario americano nel nostro paese, culminati con l’accordo siglato il 7 giugno 2024 tra Telespazio (jv tra Leonardo e Thales) e SpaceX per integrare proprio Starlink nella rete globale di connettività ibrida e potenziare l’offerta di servizi di comunicazione a clienti istituzionali e industriali dei settori energetico e marittimo. Tra questi anche la Difesa.

Ad oggi il servizio Internet dell’azienda aerospaziale di Elon Musk conta oltre 6.000 satelliti attivi in orbita intorno alla Terra, che forniscono banda larga a bassa latenza a più di quattro milioni di clienti in tutto il mondo, di cui solo circa 50.000 in Italia, precisa Reuters.

E a metà ottobre Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, aveva dichiarato che il governo sta valutando l’utilizzo di Starlink per recuperare i ritardi accumulati dalle aziende incaricate del Piano Italia 1 Giga promosso dai fondi del Pnrr e attuato da Infratel per la banda ultralarga nelle aree grigie, quelle a parziale concorrenza, del valore di circa 3,5 miliardi di euro.

LE INTENZIONI DEL GOVERNO

“A me non interessa se l’aspetto è Starlink o meno, a me interessa la tecnologia satellitare, che certamente non è riconosciuta a livello europeo come particolarmente stabile, ovviamente se comparata con l’FTTH, però è importante sperimentare se vogliamo dare connettività a questo paese”, ha  affermato Butti a inizio novembre, spiegando di ritenere che la tecnologia satellitare “sia veramente determinante, soprattutto per quanto riguarda le aree grigie”.

I RITARDI SULLE AREE GRIGIE

Il sottosegretario aveva posto l’accento sulla “situazione ereditata da questo governo e quale sia la difficoltà degli operatori nel portare connettività nel paese, in modo particolare nelle aree grigie, nelle zone in case sparse, utilizzando i fondi Pnrr, qui si rischia ovviamente di bucare i target europei e quindi noi abbiamo intenzione di fare delle sperimentazioni, dei pilot, utilizzando a livello complementare la tecnologia satellitare, per cui tecnologia satellitare con mutazione nelle scelte e poi là dove c’è fibra il segnale viaggia sull’FTPH e là dove ci sono onde radio viaggia in questi termini”.

AVVIATA LA SPERIMENTAZIONE IN TRE REGIONI

Alla luce di questo, aveva continuato Butti, “per far questo partiremo in alcune regioni, segnatamente la Lombardia e stiamo scegliendo una regione al Centro e una regione nel Meridione che abbiano delle caratteristiche morfologiche tali da consentirci la sperimentazione dei satelliti e quindi lo faremo, perché non abbiamo alcun pregiudizio, non intendiamo scardinare nulla che riguardi la neutralità tecnologica, intendiamo semmai dare un servizio al paese”.

A CHE PUNTO SONO OPEN FIBER E FIBERCOP

D’altronde, come già detto le due aziende aggiudicatarie del Piano Italia a 1 Giga, cioè Open Fiber e FiberCop, il nuovo operatore wholesale di telefonia fissa italiano dopo la cessione della rete da parte di Tim, hanno cablato solo circa un terzo dei 3,5 milioni di edifici previsti dal programma, che dovrà essere completato entro giugno 2026, ricorda ancora Reuters.

Lo scorso aprile un emendamento approvato nell’ambito del decreto Pnrr dava la possibilità alle due aziende di sostituire i civici cosiddetti ‘fantasma’ con altri civici adiacenti. E oggi il Sole 24 Ore riporta che il Piano Italia a 1 Giga, si avvia a “perdere” 155mila civici, secondo un emendamento al disegno di legge di bilancio.” Che complessivamente dovrebbero così uscire dai piani di investimento di Open Fiber e Fibercop. Con due risultati immediati e uno in arrivo come conseguenza diretta” rileva il quotidiano confindustriale.

“Nell’immediato – spiega il Sole 24 Ore – la misura dovrebbe favorire una spinta al completamento nei tempi previsti (giugno 2026) della cablatura delle aree grigie (semiconcorrenziali) assegnate a Open Fiber (8 lotti) e Fibercop (7 lotti) e risparmi per milioni di euro per le due società wholesale. L’ipotesi in campo potrebbe poi comportare, come corollario, il coinvolgimento degli operatori che forniscono connettività internet via satellite, come Starlink di Elon Musk, che nel frattempo sta organizzando d’intesa con il Governo italiano una sperimentazione tecnica in alcune regioni per misurare le prestazioni e quindi valutare l’efficacia del servizio”.

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