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Tutto (o quasi) sul lancio di Threads in Italia e in Europa

Inizia il countdown sulla piattaforma di Mark Zuckerberg: Threads. Il social in diretta concorrenza a X arriverà in Europa (Italia inclusa) già questa settimana, il 14 dicembre

Sembra che, ancora una volta, lo sviluppatore italiano Alessandro Paluzzi, noto insider, avesse ragione, dato che nelle passate settimane aveva vaticinato l’arrivo di Threads a stretto giro. Non che fosse difficile da pronosticare, visto che la piattaforma è già disponibile da tempo Stati Uniti e nel Regno Unito, ma restava da capire se Meta, il gruppo alle spalle del nuovo social, avesse sciolto tutti i nodi connessi alla regolamentazione comunitaria.

QUANDO ARRIVA THREADS IN ITALIA?

A quanto pare sì, perché Threads arriverà anche in Italia dal 14 dicembre. Al momento Mark Zuckerberg tace e il gruppo non ha ancora iniziato a enfatizzare il debutto con una campagna marketing ad hoc ma basta andare sul sito web della piattaforma usando un indirizzo IP localizzato nell’Unione Europea per vedere un conto alla rovescia che scade alle ore 12 di giovedì.

LA CONNESSIONE CON INSTAGRAM

Ad alcuni utenti di Instagram, app su cui Threads si basa per recepire informazioni sul profilo e sugli account da seguire, sarebbe invece già apparso un post che, se cliccato, apre ad un biglietto virtuale con scadenza il 14 dicembre.

COME FUNZIONA THREADS

La piattaforma con cui Zuckerberg intende sfidare X di Elon Musk permette di pubblicare messaggi – i threads, appunto – che possono essere lunghi fino a 500 caratteri, molti di più rispetto a quelli offerti dall’ex Twitter nella sua versione gratuita.

In modo analogo ai post di Facebook, social cui il gruppo deve le proprie fortune, gli interventi sulla nuova piattaforma possono includere anche link, foto, video. Si può rispondere, commentare, ripostare contenuti e, ovviamente, trovare e aggiungere nuovi account da seguire.

IL RITARDO DI THREADS IN EUROPA

Threads debutta con ritardo in Ue per via di quella che Christine Pai di Meta aveva descritto a suo tempo come “un’incertezza normativa”, quasi certamente collegata alle rigide regole previste dal Digital Markets Act che designa Meta (insieme ad altri giganti della tecnologia come Microsoft e Apple) come gatekeeper, assegnandole dunque un peso particolare sul mercato in ragione del quale è obbligata a rispettare nuove norme più restrittive relative al consenso degli utenti e alla protezione dei dati.

L’ESCAMOTAGE DI META PER ARRIVARE IN EUROPA

Per soddisfare i requisiti richiesti, l’esperienza di Threads in Ue potrebbe essere leggermente diversa da quella in altri mercati. Nei giorni scorsi si è detto per esempio che il gruppo potrebbe attuare una strategia soft che permetta all’utenza europea di accedere ai contenuti pubblicati da altri senza dover necessariamente registrare un account e creare un proprio profilo.

In questo caso, se non ci sarà profilazione, Meta potrebbe riuscire a passare per le sempre più strette maglie normative comunitarie che regolamentano profilazioni e raccolta di dati personali. E la decisione contestuale di sciogliere in via automatica le chat di Facebook e Instagram potrebbe costituire un modo di tendere un ramoscello d’ulivo alla Commissione Ue.

Avendo già un fronte aperto nella penisola iberica, dove la holding di Facebook sarà trascinata in tribunale per affrontare una causa da mezzo miliardo di euro da parte di 83 media spagnoli che hanno denunciato Meta per concorrenza sleale nella pubblicità, è probabile che il colosso di Zuckerberg non voglia correre altri rischi, soprattutto con Bruxelles.

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