Come un fulmine a ciel sereno Meta ha deciso di “disincrociare” le chat tra Facebook e Instagram, i suoi due popolarissimi social in portafoglio, dopo averle incrociate nell’estate della pandemia, nel 2020. Cosa cambia e perché è tornata indietro?
L’INTEGRAZIONE DELLE CHAT TRA FACEBOOK E INSTAGRAM
Facebook aveva deciso di unificare le chat di Messenger e Instagram già nel 2019 per rendere poi il progetto effettivo poco più di tre anni fa. Tutto ciò con un annuncio che, come scrivevamo su Start Magazine, arrivò agli utenti del Vecchio continente tramite un avviso via app (sia per Android sia per iOs).
In nome di questa integrazione, su Instagram i direct message erano stati collegati alla chat Messenger di Facebook ed era cambiato anche l’aspetto grafico dell’app di foto con un’interfaccia colorata (i messaggi del mittente cambiano tra il blu e il viola mentre si scorre), presentando ’icona di Facebook Messenger in sostituzione di quella di Direct Message. E poi era diventato possibile, come si fa su Messenger, assegnare una reaction al messaggio e rispondere direttamente a un messaggio selezionandolo.
ORA META TORNA INDIETRO
Nei piani di Meta c’era probabilmente la volontà di integrare pure WhatsApp. Un modo per poter vantare una platea di utenti a dir poco sterminata, numeri da far pesare a livello contrattuale nel caso in cui decidesse – come da rumor – di introdurre banner per l’Adv all’interno delle proprie app di messaggistica (per il momento, comunque, il colosso di Mark Zuckerberg nega di voler aprire Wapp alla pubblicità).
Tuttavia, almeno in Europa ,questa strada quasi certamente non sarà percorsa. La casa di Mark Zuckerberg ha espresso l’intenzione di interrompere l’integrazione tra Messenger e Instagram a partire dalla metà di dicembre 2023. Insomma, tra pochissimi giorni.
Per gli utenti non sarà dunque più possibile avviare nuove conversazioni o chiamate con account Facebook da Instagram mentre quelle esistenti diventeranno di sola lettura, impedendo l’invio di nuovi messaggi e non si potrà più visualizzare lo stato di attività o le ricevute di lettura.
A COSA È DOVUTO IL DIETROFRONT?
Al momento Meta non ha spiegato alcunché. Ma è facile immaginare che c’entri ancora una volta il Digital Markets Act (Dma), adottato dall’Unione Europea l’anno scorso al fine di consentire alla Commissione europea il potere di infliggere multe fino al 10% del fatturato globale di un’azienda in caso di violazione della legge sui monopoli del mondo Tech.
#Instagram is considering removing the ability to chat with #Facebook friends after mid-October pic.twitter.com/LSkq09lv7s
— Alessandro Paluzzi (@alex193a) August 31, 2023
Quel che è certo è che ancora una volta lo sviluppatore italiano Alessandro Paluzzi, noto insider, aveva ragione, dato che aveva vaticinato tutto ciò con largo anticipo, sul finire di agosto. Se a questo aggiungiamo che sempre Paluzzi ha individuato l’inserimento di tag come “Threads EU Launch” nel codice dell’app omonima, le due cose potrebbero essere persino collegate.
LA STRATEGIA PER L’ARRIVO DI THREADS IN UE
Threads, infatti, ha posticipato il debutto del “suo X” nel Vecchio continente sempre per motivi normativi e si vocifera che Menlo Park vorrebbe renderlo disponibile in Europa entro l’anno attuando una strategia soft che permetta all’utenza europea di accedere ai contenuti pubblicati da altri senza dover necessariamente registrare un account e creare un proprio profilo.
In questo caso, se non ci sarà profilazione, Meta dovrebbe passare per le sempre più strette maglie normative comunitarie che regolamentano profilazioni e raccolta di dati personali. E la decisione di sciogliere in via automatica le chat di Facebook e Instagram potrebbe appunto costituire un modo di tendere un ramoscello d’ulivo alla Commissione Ue.
Avendo già un fronte aperto nella penisola iberica, dove la holding di Facebook sarà trascinata in tribunale per affrontare una causa da mezzo miliardo di euro da parte di 83 media spagnoli che hanno denunciato Meta per concorrenza sleale nella pubblicità, è probabile che il colosso di Zuckerberg non voglia correre altri rischi, soprattutto con Bruxelles.