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Test sierologici, come si muovono Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna

Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna: come le aziende e privati possono effettuare i test sierologici. Tutte le differenze (e le bizzarrie) tra regioni

A 10 giorni dall’inizio della fase 2 e dalla riapertura dei battenti di numerose imprese, anche la Lombardia apre ai test sierologici per i dipendenti delle aziende. Il test, a differenza della Regione Veneto, sarà a carico del privato (così come l’eventuale tampone in caso di positività).

E mentre le polemiche tra il Comune di Milano (che si è rivolto alla Francia per effettuare i test ai dipendenti di Atm) e la Regione non si placano, la procura avvia un’indagine per la scelta dei test sierologici Diasorin senza gara.

Tutti i dettagli.

LOMBARDIA APRE AI TEST PER LE IMPRESE

Partiamo dai fatti. A partire da questa mattina, privati e aziende, in Lombardia, potranno effettuare il test sierologico, che misura gli anticorpi IgM ed IgG per capire se il soggetto testato è mai stato contagiato dal coronavirus. Fino ad oggi la Regione aveva dato precedenza, per effettuare i test, a personale sanitario ed in isolamento.

Il costo del test (che varia tra 35 e 50 euro circa) sarà a carico del privato o dell’azienda. E a carico del privato, in caso di positività, sarà anche il tampone (62 euro).

LA POLEMICA POLITICA

Il ritardo della Lombardia nell’aprire ai test per i dipendenti delle aziende aveva spinto finanche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a rivolgersi alla Francia per l’analisi dei test sierologici effettuati sui dipendenti di Atm.

Cosa che ha scatenato non poche polemiche, che nelle ultime ore si sono anche riversate sui social. “La Regione ci aveva invitato a non farli perché li riteneva inutili, però se li fanno i privati possono essere utili, chissà…”, ha affermato Sala ieri mattina,  nel consueto video dedicato all’emergenza Coronavirus. A queste parole Giulio Gallera, sui social, ha risposto: “La prossima volta, Beppe, potevi chiamarmi e ti avrei spiegato che continuiamo a considerare l’esame anticorpale utile a fini epidemiologici, ma non a livello diagnostico. Spiace che una persona in prima linea non approfondisca gli atti fondamentali emanati dal ministero della Salute”.

INDAGINE SU SCELTA DIASORIN

Polemiche a parte, la Regione Lombardia sulla questione dei test sierologici dovrà rispondere alle autorità competenti. Sì, perché oltre ai ritardi sulla possibilità di fare effettuare i test ai dipendenti delle aziende, la Regione ha deciso di affidarsi per le analisi ai kit sviluppati dalla multinazionale italiana DiaSorin.

La scelta è avvenuta senza bando, in modo diretto, a seguito della revoca della manifestazione di interesse (preliminare per la gara) aperta il 6 aprile.

La concorrente TechnoGenetics di Lodi ha fatto esposto alla Procura di Milano, che nelle scorse ore ha aperto un fascicolo conoscitivo, per mano del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Stefano Civardi.

EMILIA ROMAGNA

Anche l’Emilia Romagna si muove in alleanza con il privato. Le aziende possono effettuare i test ai propri dipendenti (a loro spese, come in Lombardia), con l’impegno ad adottare solo i test selezionati dalla Regione.

VENETO

Scelta ben diversa quella del Veneto. E’ la Regione, che da sempre ha puntato su tamponi a tappeto e screening, ad effettuare i test sierologici ai dipendenti delle diverse aziende. Una prima fase di monitoraggio su 1.200 dipendenti si è già conclusa, scoprendo 4 persone positive.

Una seconda indagine epidemiologica coinvolgerà altre 71 aziende per 13 mila dipendenti.

ALLA RICERCA DEL TEST GIUSTO

In Veneto, in realtà, si è al lavoro negli ospedali, anche per individuare la migliore metodologia (diverse le aziende che hanno sviluppato kit e test) per rilevare gli anticorpi. Allo studio su questo fronte ci sono gli ospedali di Padova e Verona con il coordinamento di Mario Plebani e Giuseppe Lippi, che effettuano i test su 3.000 soggetti.

TOSCANA

In Toscana i test sierologici sono a carico delle dei bilanci delle aziende sanitarie. Come da ordinanza, la Regione presieduta da Enrico Rossi è partita con l’effettuare i test sierologici ad operatori sanitari, ospiti delle Rsa, residenze per disabili, personale del volontariato impegnato nell’emergenza sanitaria e di protezione sociale e forze dell’ordine.

Ora a sottoporsi al test, per volontà del governatore Rossi, saranno secondo la nuova ordinanza: agenti della Polizia municipale e della Polizia provinciale, i dipendenti di esercizi commerciali e grandi strutture di vendita alimentare, gli addetti al trasporto delle merci, i lavoratori di aziende pubbliche o private di smaltimento e raccolta dei rifiuti, i dipendenti pubblici, i dipendenti degli uffici postali,  dei servizi bancari, finanziari e assicurativi. E ancora: edicolanti, librai, lavoratori della editoria e della emittenza televisiva a contatto con il pubblico, lavoratori dei servizi a domicilio, operatori delle imprese/agenzie di onoranze funebri, tassisti, personale dei porti e degli aeroporti, personale dei consolati.

Ad effettuare il test sierologico saranno anche i lavoratori del distretto cartario, “in quanto distretto che ha sempre lavorato e che può essere pilota di valutazione per i successivi distretti industriali toscani”, spiega l’ordinanza.

TEST SIEROLOGICI CON RICETTA MEDICA

Emilia Romagna e Veneto hanno fatto anche un ulteriore passo verso i cittadini: chi ha il sospetto di essere stato contagiato può rivolgersi al medico di famiglia, che potrà prescrivere con ricetta il test sierologico, il cui costo sarà a carico della Regione (ma potrà essere fatto solo in laboratori autorizzati). Nel caso il test si rivelasse positivo, allora si procederà con il tampone.

Test con ricetta medica (ma bianca) anche nel Lazio.

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