skip to Main Content

Plasma Diasorin Technogenetics Coronavirus Covid-19 Test Sierologici Governo

Test sierologici: il caos calmo fra governo, regioni e laboratori privati

Il caos dei test sierologici in Italia: come si muovono governo, regioni e laboratori privati

 

Lunedì 18 maggio, dopo due settimane dall’avvio della Fase 2, dovrebbero partire le chiamate da parte di volontari e operatori della Croce Rossa per selezionare il campione di 150mila cittadini che dovranno sottoporsi al test sierologico sul coronavirus. L’indagine ci dirà quante persone si sono ammalate di Covid-19 in Italia, la letalità dell’infezione e la sua diffusione geografica.

Piano del governo a parte, anche le regioni e i singoli laboratori privati si stanno muovendo sul fronte dei test sierologici. Ma non tutti sono affidabili e alcuni hanno dei costi davvero alti. Andiamo per gradi.

LE REGIONI SI ORGANIZZANO (IN MODO DISORDINATO)

Oltre all’indagine del governo, anche le regioni si sono organizzate per effettuare test sierologici in tutta autonomia, ma in modo disordinato scrive Il Fatto Quotidiano. Emilia-Romagna, Veneto e Liguria hanno avviato un’indagine con i kit della Abbott (quelli scelti dal governo, in pratica). In Toscana si usa il kit della Diesse Diagnostica Senese e si prevede di fare, in tutto, 400 mila test.

Il Lazio ha iniziato la sua indagine il 5 maggio, ma è destinata solo agli operatori sanitari e farmacisti (300 mila, su base volontaria).

TEST SIEROLOGICI CON RICETTA MEDICA

Emilia Romagna e Veneto hanno fatto anche un ulteriore passo verso i cittadini: chi ha il sospetto di essere stato contagiato può rivolgersi al medico di famiglia, che potrà prescrivere con ricetta il test sierologico, il cui costo sarà a carico della Regione (ma potrà essere fatto solo in laboratori autorizzati). Nel caso il test si rivelasse positivo, allora si procederà con il tampone.

LE DIFFICOLTA’ DELLA REGIONE LOMBARDIA

Anche la Regione Lombardia ha dato il via ai test sierologici, ma le analisi sono rivolte a cittadini in quarantena e ai loro contatti, che non hanno eseguito il tampone. Il kit utilizzato (e per cui tanto si è atteso) è quello della Diasorin, sviluppato in collaborazione con il San Matteo di Pavia (qui l’approfondimento di Start Magazine)

Nella regione sono le Ats, le aziende sanitarie territoriali, a decidere chi deve sottoporsi a verifica. Se Comuni ed imprese volessero avviare un’indagine dovranno farlo in solitudine (si guardi a Milano) e fare analizzare i test fuori regione (qui i dettagli).

DELIBERA IN ARRIVO

In arrivo una nuova delibera della Regione Lombardia. I cittadini lombardi saranno liberi di fare i test sierologici nei laboratori privati (con prelievo di sangue e esame) a proprie spese. E qualora emergesse la presenza di anticorpi Covid, il sistema sanitario regionale dovrà fare il tampone per verificare l’esistenza di una carica virale, in sostanza per vedere se si è ancora positivi e contagiosi, ha scritto oggi il Sole 24 Ore: “I laboratori privati che si occupano di test sierologici dovranno pertanto già “assicurarsi” una propria quota di tamponi, garantendo quindi un contributo economico per l’acquisto”.

Nella delibera dovrebbero essere anche indicati i prezzi “consigliati” sia per i test sierologici che per i tamponi: i primi dovrebbero aggirarsi intorno ai 60-70 euro, i secondi circa 80 euro, aggiunge il quotidiano economico-finanziario.

LOZAR (MEDICO DEL LAVORO): SI PERMETTA ALLE AZIENDE DI EFFETTUARE I TEST

Anche i medici intervengono sulla questione. “In Lombardia c’è un’enorme difficoltà a reperire i reagenti dei tamponi. Ma con il prelievo ematico per il dosaggio qualitativo e quantitativo delle immunoglobuline, le IgM e le IgG, possiamo stabilire se si è venuti a contatto con il virus e, in caso positivo, da quanto tempo. Solo le IgG sono anticorpi potenzialmente stabilizzanti, quelli che dovrebbero neutralizzare il virus nel caso lo si incontrasse di nuovo. Chi ha le IgM, da sole o in abbinata alle IgG, potrebbe essere contagioso. Il problema è che in Lombardia ci sono solo 40 laboratori autorizzati a fare i test sierologici in base alle indicazioni dell’Ats. Se la Regione autorizzasse anche quelli privati e accreditati avremmo risolto il problema”, spiega Luciano Lozar, medico del lavoro, secondo quanto riportato da Ansa.

Lozar invita la Regione anche a dare alle aziende la possibilità di far fare ai dipendenti, su base volontaria, il test sierologico (a spese dell’azienda): “L’assessore alla Sanità Giulio Gallera continua a essere scettico – afferma Lozar – Ma in Toscana, in Emilia-Romagna e in Veneto, tutte al centro dell’epidemia come la Lombardia, e poi anche in Piemonte e in Sicilia già si fanno i test sierologici con l’aiuto dei laboratori privati convenzionati. Non si capisce perché non si possa fare anche da noi”.

CITTADINI E LABORATORI PRIVATI

Alcune regioni, come Lazio, Liguria, Emilia-Romagna e Veneto, hanno autorizzato anche le procedure per i cittadini privati. Ma è caos prezzi. E, denuncia il Sole 24 Ore, “in Italia i kit più inaffidabili di fabbricazione cinese siano i più diffusi e vangano somministrati ai costi di quelli migliori”.

In Emilia-Romagna i laboratori, per test sierologici affidabili quasi al 100%, chiedono una prescrizione medica. Il costo? La Fondazione Iret di Bologna “tra 30 e 40 euro”, afferma al Sole 24 Ore, Marino Marchisio, che nonostante i suoi 71 anni ha scelto di tornare fra le provette della sua azienda, la Diapro di Sesto San Giovanni, a produrre test sierologici. Il costo sale a 45 euro per le cliniche Usi a Roma (tariffa indicata dalla Regione Lazio).

ABBOTT, DIASORIN E CINESI

“Accanto ai kit affidabili quasi al 100% (modelli Elisa o Clia, come quelli di Abbott e Diasorin), ci sono kit che danno risultati corretti solo nell’80% dei casi e invariabilmente sono prodotti in Cina. Sono quelli rapidi con prelievo di una goccia di sangue messa su un reagente, con risultati in dieci minuti”, spiega il Sole. “Il costo di questi «test rapidi» è molto inferiore, perché per farli non occorre alcun macchinario e pochissima manodopera. Ma venerdì la Casa della Salute di Genova chiedeva 60 euro per la prova Igg e Igm, mentre Altamedica di Roma chiedeva per lo stesso servizio 100 euro, o 150 a domicilio. Non sono prezzi inevitabili, perché la Paramedica di Padova offre i test di migliore qualità con prelievo di sangue a domicilio per 55 euro”.

“Sembra che, per ora, in Italia i kit più inaffidabili di fabbricazione cinese siano i più diffusi e vangano somministrati ai costi di quelli migliori. “Scandalosamente – dice Marchisio – è proprio così”,scrive il Sole.

I DIVERSI TIPI DI TEST

Ma quanti e quali sono i tipi di test? Ci sono i test rapidi basati sulla immunocromatografia, con la risposta che arriva in soli 15 minuti. Più affidabile è il test sierologico che dosa la quantità di IgM e IgG e il cui risultato non è immediato perché richiede un’analisi in laboratorio. Il test che si basa sulla chemiluminescenza o sul metodo Elisa (Enzyme-linked immunosorbent assay) prevede, invece, che quando gli anticorpi si legano alla sostanza riconosciuta estranea dal sistema immunitario, viene emessa una luce rilevata da un sensore (o un cambio di colore nel metodo Elisa).

OMS: MAGGIOR PARTE DELLA POPOLAZIONE A RISCHIO

E nell’attesa dell’analisi Governativa e di una più massiccia diffusione del test sierologico, l’Omd lancia l’allarme: “I primi studi sierologici dicono che una percentuale relativamente bassa della popolazione ha anticorpi contro Covid-19, il che significa che la maggior parte della popolazione è ancora suscettibile al virus”, afferma il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra.

Back To Top