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ChatGpt Plus

Perché non è più possibile iscriversi a ChatGpt Plus?

Chi non si è ancora iscritto a ChatGpt Plus o alla sua versione Enterprise dovrà aspettare un bel po’. Ecco perché e cosa c’entra il cyberattacco che ha recentemente colpito il chatbot di OpenAI

 

Stop alle iscrizioni. Dopo aver annunciato la personalizzazione del proprio chatbot, il Ceo di OpenAI Sam Altman ha fatto sapere che al momento le iscrizioni a ChatGpt Plus sono state messe in pausa. Ma anche le aziende che volevano abbonarsi a ChatGpt Enterprise dovranno pazientare.

CHATGPT HA FATTO IL BOTTO

Solo la scorsa settimana, durante la sua prima conferenza per gli sviluppatori, OpenAI aveva annunciato una serie di nuove funzionalità per chi ha sottoscritto un abbonamento a ChatGpt, tra cui la possibilità di personalizzare il proprio chatbot di intelligenza artificiale.

La notizia però ha provocato un aumento dell’utilizzo della piattaforma, che ha superato la capacità produttiva. A dare la notizia è stato lo stesso Altman con un tweet su X:

ChatGpt Plus costa 20 dollari al mese e l’abbonamento dà la possibilità agli utenti di usufruire di Gpt-4, una versione con una precisione maggiore rispetto ai modelli linguistici precedenti, che fornisce risposte più rapide e offre funzioni vocali e per le immagini.

IN PAUSA ANCHE CHATGPT ENTERPRISE

Ma l’aumento della domanda non ha interessato solo ChatGpt Plus. Gli utenti infatti sono in lista d’attesa anche per l’abbonamento Enterprise, quello dedicato alle aziende e che garantisce maggiore sicurezza e privacy. Irreverent Labs, una startup che sviluppa una tecnologia text-to-video, ha dichiarato a Quartz all’inizio di novembre di essere in attesa da diversi mesi.

I NUMERI DI CHATGPT

In occasione della conferenza, Altman ha dichiarato che ChatGpt ha raggiunto i 100 milioni di utenti attivi settimanali e che oltre il 92% delle aziende Fortune 500 utilizza il suo chatbot, rispetto all’82% di agosto.

ChatGpt, però, insieme a un numero sempre maggiore di utenti ha attirato anche i cyberattacchi. La scorsa settimana, infatti, la piattaforma ha dovuto affrontare un traffico anomalo dovuto a un attacco Distributed Denial of Service (Dds). Nei giorni seguenti il servizio è stato interrotto a intermittenza. Questo genere di cyberattacco, scrive Quartz, di solito precede una richiesta di riscatto.

CRESCONO I CYBERATTACCHI PER CHIEDERE UN RISCATTO

Sebbene in questo caso nessuno abbia rivendicato la responsabilità, secondo un rapporto Allianz di ottobre, nel 2023 i tassi globali di ransomware sono già aumentati del 50% rispetto all’anno scorso. “La frequenza degli attacchi informatici è aumentata anche quest’anno poiché i gruppi di ransomware continuano ad evolvere le loro tattiche. Gli aggressori sono tornati e si sono concentrati nuovamente sulle economie occidentali, con strumenti più potenti, processi potenziati e meccanismi di attacco”, ha dichiarato Scott Sayce, responsabile globale della sicurezza informatica di Allianz.

Ad alimentare la tendenza, afferma il rapporto citato da Quartz, è la diffusa disponibilità di kit ransomware disponibili a partire da appena 40 dollari. Negli Stati Uniti, questo tipo di hacker, secondo IBM Security, sta anche effettuando un maggior numero di attacchi in tempi più rapidi: il numero medio di giorni impiegati per eseguire un attacco è sceso da circa 60 giorni nel 2019 a 4.

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