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A ognuno il suo ChatGpt e le altre novità di OpenAI

OpenAI sembra inarrestabile e annuncia diverse novità tra cui quella di costruire il proprio chatbot su misura e una versione Turbo di ChatGpt. Anche la super partnership con Microsoft procede a gonfie vele, ma un’ombra sulle potenziali (nefaste) conseguenze dell’IA sulla società incombe. Tutti i dettagli

 

Mica solo Elon Musk può avere il suo personale chatbot. A breve OpenAI – la software house madre di ChatGpt – darà a tutti la possibilità di costruirsi il proprio. È una delle novità annunciate da Sam Altman a circa un anno di distanza dal lancio del suo primo bot di intelligenza artificiale (IA). Ma ce ne sono anche altre…

COME VANNO GLI AFFARI DI OPENAI

Le novità in casa OpenAI arrivano insieme alla dichiarazione che l’azienda ha raggiunto 100 milioni di utenti attivi settimanali ma, per tenere il passo con la concorrenza, la società ha anche riferito di aver ridotto i prezzi dei suoi diversi modelli di IA.

ChatGpt e la sua versione Enterprise, pensata per le aziende e che offre maggiore sicurezza e privacy, godono comunque di buona salute. Più del 92% delle aziende Fortune 500, infatti, utilizza la piattaforma, rispetto all’80% di agosto, a dimostrazione del fatto che le grandi aziende sono sempre più disposte a investire nell’IA generativa. Inoltre, alcune società, tra cui la biotech Amgen, la società di consulenza manageriale Bain e il gestore di pagamenti Square, stanno già costruendo e utilizzando i loro chatbot internamente.

A OGNUNO IL SUO CHATGPT (E LA SUA RETRIBUZIONE)

Altman, Ceo di OpenAI, durante la prima conferenza degli sviluppatori, ha anticipato che l’azienda permetterà alle persone di costruire i propri chatbot di IA – chiamati “GPT” – per uso personale e professionale. Dal palco Altman ha poi offerto una dimostrazione su come crearne uno in pochi minuti in grado di dare consigli alle startup.

OpenAI si appresta, inoltre, a lanciare in questo mese un negozio online dove chiunque potrà caricare un GPT personalizzato – verificato – e pagherà a quelli più utilizzati una parte dei ricavi.

“Saranno gradualmente capaci di pianificare ed eseguire azioni più complesse per conto dell’utente”, ha detto Altman, annunciando l’intenzione di mettere su un intero ecosistema di prodotti. Una mossa, osserva Quartz, che ricorda quella di Apple, che un anno dopo il lancio dell’iPhone nel 2007 ha reso disponibile il suo App Store, aprendo la strada al successo delle applicazioni.

ALTMAN METTE IL TURBO A CHATGPT

Ma oltre ai GPT personalizzati e a un marketplace di prodotti IA, Altman ha anche presentato GPT-4 Turbo, un nuovo modello di intelligenza artificiale più potente di GPT-4, che era stato lanciato solo a marzo. Tra le sue capacità quella di permettere agli utenti di inserire più di 300 pagine di testo in un singolo prompt. Inoltre, è fino a tre volte più economico di GPT-4.

MA CHE FINE HA FATTO L’ACCORDO CON MICROSOFT?

Quella tra OpenAI e Microsoft è “la migliore partnership in campo tecnologico”. Così l’ha definita Altman, accogliendo alla conferenza il Ceo del colosso di Redmond, Satya Nadella, il quale ha ricambiato dicendo: “Vi vogliamo bene”.

E, come osserva Quartz, non c’è da stupirsi di questo affiatamento dato che Microsoft investe in OpenAI dal 2019 e che quest’ultima gli ha fatto incrementare i ricavi del cloud computing, riportare Bing sotto i riflettori e ottenere un notevole vantaggio rispetto ai rivali delle Big Tech nel rilasciare prodotti di intelligenza artificiale al pubblico.

Su cosa ne sarà in futuro, Nadella ha dichiarato che la priorità è costruire su sistemi come la piattaforma di cloud computing Azure e i supercomputer, in modo che OpenAI possa creare i migliori modelli di IA.

LA DEMOCRAZIA MINACCIATA DALLE FALLE DELL’IA

Nonostante di recente il chatbot di OpenAI non abbia superato il test di Turing – ideato per capire se una macchina ha raggiunto un livello di intelligenza tale da poter ingannare qualcuno facendogli credere di essere umana – c’è ragione di preoccuparsi per l’influenza che l’IA avrà non troppo in là nel tempo sulla democrazia.

Il quotidiano Domani cita infatti un comunicato, diffuso da due organizzazioni che si occupano di investigare l’impatto degli algoritmi di intelligenza artificiale sulla società, nel quale si afferma che “le risposte [a proposito di informazioni su alcuni candidati alle elezioni in Svizzera e in due stati federati tedeschi, ndr] fornite dal motore di ricerca Microsoft Bing Chat [potenziato da Gpt-4, ndr] potrebbero minacciare i processi democratici” a causa di risposte fuorvianti o semplicemente inesatte.

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