Continua il giro di vite della Russia contro le società tech straniere sull’archiviazione dei dati.
Il 28 giugno un tribunale di Mosca ha dichiarato di aver multato il servizio di streaming video Twitch, il social network Pinterest, la piattaforma per l’ospitalità Airbnb e la United Parcel Service (UPS) per aver rifiutato di archiviare i dati personali dei cittadini russi in Russia. Lo ha riportato per primo Reuters.
Il governo russo ha aumentato la pressione sulla grande tecnologia quest’anno, in particolare dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Una campagna che i critici definiscono come un tentativo delle autorità russe di esercitare un controllo più stretto su Internet, qualcosa che secondo loro minaccia la libertà individuale e aziendale.
Negli ultimi anni Mosca ha cercato infatti di rafforzare il controllo sul segmento russo del web e di sviluppare una cosiddetta “internet sovrana“. Dal 2014 la legge russa obbliga le imprese del web a stoccare i dati dei loro utenti russi in Russia.
A fine maggio il regolatore russo delle comunicazioni Roskomnadzor aveva aperto procedimenti amministrativi contro Twitch, Pinterest, Airbnb, Ups e altre due società straniere di proprietà di Amazon accusate di violazione legislazione sui dati.
Inoltre, Roskomnadzor ha anche aperto casi contro Apple e Likeme, ricorda Reuters.
Separatamente, il tribunale ha affermato di aver multato di 1 milione di rubli la piattaforma di narrativa canadese Wattpad Corp.. Per l’autorità, la società canadese è colpevole di non aver eliminato i contenuti che la Russia considera illegali.
Tutti i dettagli.
LA MULTA COMMINATA DALLA RUSSIA A TWITCH
Il tribunale distrettuale russo di Tagansky ha dichiarato colpevole Twitch, multando la società di 2 milioni di rubli (37.700 dollari).
LE SANZIONI A PINTEREST E AIRBNB
Pinterest e Airbnb sono stati anche multati di 2 milioni di rubli, secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa. Per UPS di 1 milione di rubli.
IL BRACCIO DI FERRO CON GOOGLE
Ma la big tech più colpita dalla sanzioni russe è senz’altro Big G.
Da mesi Google è sotto pressione in Russia per non aver eliminato i contenuti che Mosca considera illegali e per aver limitato l’accesso ad alcuni media russi su YouTube.
Questo mese Russia ha multato Google per 15 milioni di rubli per quello che ha affermato essere stato il ripetuto mancato rispetto della legislazione russa sull’archiviazione dei dati.
Google, che l’anno scorso ha pagato oltre 32 milioni di rubli di multe per violazioni dei contenuti, è in contrasto con Mosca su una serie di questioni.
Lo scorso luglio il tribunale distrettuale di Tagansky di Mosca ha dichiarato Google colpevole di violazione delle leggi sulla localizzazione dei dati, imponendo una multa di 3 milioni di rubli. La multa massima prevista per un caso simile è pari a sei milioni di rubli. Dal 2014 la legge russa obbliga le imprese del web a stoccare i dati dei loro utenti russi in Russia.
Infine, la sussidiaria russa di Google ha dichiarato bancarotta, dopo che le autorità russe hanno sequestrato il suo conto bancario. In questo modo alla società è impedito il pagamento di dipendenti e fornitori. Il colosso statunitense aveva già sospeso la maggior parte delle sue operazioni commerciali in Russia, compresa tutta la pubblicità, dopo che le autorità russe avevano accusato YouTube, società di Google, di diffondere disinformazione e alimentare proteste.