Cingolani punta allo spazio con Leonardo.
A margine del salone Cybertech Europe 2023, l’ad di Leonardo Roberto Cingolani ha anticipato la rotta che sarà tracciata dal nuovo piano industriale del gruppo, in arrivo il prossimo anno, poggiato su due pilastri: “cyber” e “spazio”. “Abbiamo capito che gran pare di quello che è internet sarà da satellite” e che lo spazio “genererà una grande quantità di dati” , a spiegato Cingolani.
E proprio nell’industria dei satelliti che il gruppo ex Finmeccanica vuole avere maggior peso. Sempre nella stessa occasione, Cingolani ha confermato infatti le anticipazioni del Sole 24 Ore di inizio mese, secondo cui il gruppo dell’aerospazio e difesa starebbe lavorando a un aumento del peso nella joint-venture Thales Alenia Space della produzione dei satelliti e per questo aveva avviato colloqui con la francese Thales. Al momento la joint-venture è composta al 67% di Thales e al 33% di Leonardo.
Come riporta Gianni Dragoni sul quotidiano confindustriale, il numero uno di Leonardo ha sostenuto l’intenzione di rivedere l’alleanza con Thales nell’industria spaziale. «Stiamo discutendo una risimettrizzazione dell’alleanza spaziale con Thales. I colloqui sono positivi. Avrò un terzo incontro con Patrice Caine [ad del gruppo francese] in questo mese», ha risposto Cingolani.
Allo stesso tempo, l’ad di Leonardo ha precisato al Sole 24 Ore “che non uscirà dal settore dei lanciatori” visto che un altro rumor riguardava una contestuale riduzione della esposizione sul segmento dei lanciatori con conseguente ridimensionamento della quota in Avio.
Tutti i dettagli.
LEONARDO INTENDE RIVEDERE L’ALLEANZA CON I FRANCESI DI THALES
Quindi il gruppo di Piazza Monte Grappa punta a stabilire nuovi equilibri all’interno dell’alleanza con i francesi di Thales nella joint-venture Thales Alenia Space. Come riferisce il Sole 24 Ore, “nella manifattura dei satelliti, secondo i dirigenti di Leonardo, Thales Alenia Space Italia (ex Alenia Spazio), che ha base a Torino, avrebbe capacità per fare più lavoro di quello che le è attribuito dalla ripartizione di compiti decisi dai vertici francesi di Thales Alenia Space. Secondo queste fonti verrebbe privilegiato lo stabilimento di Cannes. Secondo fonti italiane, nell’industria spaziale la parte francese di Thales avrebbe delle perdite, mentre la costola italiana fa utili”.
Dunque con i colloqui in corso con Thales, il vertice di Leonardo mira a incrementare la presenza italiana nella joint venture, che come dicevamo attualmente vede l’ex Finemccanica al 33%.
NESSUN PASSO INDIETRO SU AVIO
Nel frattempo, Cingolani ha confutato le indiscrezioni secondo cui Leonardo potrebbe rivedere la sua quota del 29,6% di Avio Spa, la società italiana leader nella propulsione spaziale che realizza il vettore Vega. «Noo… Daremo ad Avio il supporto di cui ha bisogno», ha risposto l’ad di Leonardo al Sole 24 Ore.
D’altronde, secondo Dragoni, “il Governo sarebbe contrario all’uscita da un settore strategico, anche se l’industria europea dei lanciatori è in una fase difficile, per i ritardi sia del debutto del razzo pesante francese Ariane 6, sia del nuovo lanciatore Vega C”.
CINGOLANI E COMPARINI ALLINEATI SULLO SPAZIO
Proprio all’inizio della scorsa settimana l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha stabilito che il ritorno in volo di Vega C sarà alla fine del 2024. Il lanciatore era rimasto bloccato sulla rampa di lancio a seguito del fallimento del primo volo commerciale di Vega C lo scorso 20 dicembre. Il fallimento ha inflitto un duro colpo agli sforzi europei per mantenere l’autonomia nel lancio. Il Vega C è stato uno dei capisaldi di quella strategia, insieme all’Ariane 6 ancora in attesa della data di debutto.
Ora la Commissione d’Inchiesta Indipendente (Iec) istituita dall’Esa per esaminare l’anomalia verificatasi durante il test del motore Zefiro 40 di Vega-C lo scorso 28 giugno, ha recentemente completato i suoi lavori e ha concluso che è necessario riprogettare un ugello del motore a razzo.
“Questa situazione crea un vantaggio all’industria americana, soprattutto a SpaceX di Elon Musk, «un uomo-Stato», ha osservato al Sole 24 Ore Cingolani. Basti pensare che senza Ariane 6, e con il ritiro di Ariane 5, il Falcon 9 della statunitense SpaceX è l’unica alternativa praticabile per l’Esa per trasportare in orbita satelliti compreso il lancio di 4 satelliti Galileo. «In Europa lo spazio è fatto da Francia e Italia, devono capire che devono lavorare insieme, che il nemico è all’esterno», ha sottolineato Cingolani. Stessa tesi sostenuta di recente anche dall’ad di Thales Alenia Space Italia. L’accesso allo spazio è parte inerente dello spazio, ma “qualcosa non ha funzionato in Europa” ha ammesso Massimo Comparini, Deputy Ceo ESVP Thales Alenia Space.