Sul Global Combat Air Program (Gcap), il programma di Regno Unito, Italia e Giappone per lo sviluppo di un aereo da combattimento di sesta generazione entro il 2035, “la nostra posizione va rivista al rialzo”.
Ne è convinto Roberto Cingolani, ad di Leonardo, rispondendo a una domanda a margine del Cybertech Europe 2023, piattaforma mondiale di networking B2B e organizzatore di eventi per l’industria della cybersecurity, in partnership con Leonardo, attore globale nei settori dell’aerospazio, difesa e sicurezza.
Roma, Londra e Tokyo hanno concordato nel dicembre 2022 di collaborare per costruire un caccia nuova generazione che entrerà in servizio intorno alla metà del prossimo decennio.
Il mese scorso i leader dell’industria della difesa nel Regno Unito (Bae Systems), Giappone (Mitsubishi Heavy Industriese) e Italia (Leonardo) hanno definito i termini della collaborazione trilaterale per soddisfare i requisiti della fase concettuale del sistema di difesa aerea di nuova generazione nell’ambito del Gcap.
Sul programma Gcap “ci sono progressi” ha affermato Cingolani anticipando alla stampa che “Io sarò in Giappone a novembre, ci saranno a ottobre diversi incontri soprattutto con gli inglesi”.
Dopodiché il numero uno del gruppo della difesa e aerospazio italiano ha anticipato la rotta che sarà tracciata dal nuovo piano industriale, poggiato su due pilastri “cyber” e “spazio” fino a esprimersi sul grande tema attuale del “contrasto fra uomo e intelligenza artificiale”.
Tutti i dettagli.
A CHE PUNTO È IL GCAP
A margine del Cybertech Europe 2023, l’ad di Leonardo ha spiegato che riguardo al Gcap, “non ci sono quote, al momento è un grande laboratorio di menti”.
La precisazione arriva d’obbligo dopo i rumors dei giorni scorsi secondo cui il quartier generale per il Global Combat Air Program sarà a Londra. Secondo le fonti di Reuters, Tokyo e Londra domineranno la progettazione e la produzione del progetto, con l’esperienza più profonda e recente di Londra nello sviluppo di caccia a reazione che probabilmente le conferirà un ruolo di primo piano nell’organizzazione del programma.
“Non è che ci sia modello identificato” ma “c’è da fare il concept, stabilire cosa sarà, potrebbero esserci anche più modelli da mettere a confronto” ha precisato Roberto Cingolani. “Ci sarà un aereo madre o padre che dovrà controllare dei droni, non è detto quanto siano grandi, grossi, quanto veloci. L’unica cosa sicura è che ci sarà un supercomputer volante con intelligenza artificiale che deve controllare 30 – 40 droni, più o meno capaci e intelligenti. Siccome questa è l’unica cosa chiara, chi ha in mano le competenze su Ai, l’intelligenza distribuita, adesso deve mettersi al tavolo e dire: vediamo chi sa fare cosa. Non è una negoziazione di quote, ma una negoziazione di natura tecnica che è ancora un po’ indietro” ha reso noto l’ad di Leonardo.
Inoltre, si prevede che il Gcap costerà decine di miliardi di euro. Tuttavia, le parti non hanno ancora deciso la suddivisione del budget.
LEONARDO PRONTO AD ASSUMERE UN RUOLO FORTE NEL PROGETTO GCAP
Quindi secondo Cingolani c’è “ancora molto da fare, con i giapponesi e gli inglesi andremo a portare le nostre idee, per difendere le nostre capability”.
Dunque un ruolo più forte per Leonardo nel progetto del sistema di combattimento aereo del futuro? ” Il ruolo forte lo misuri in base alle competenze, è forte chi ha le competenze, noi riteniamo di avere competenze molto più avanzate in certi settori”, ma gli “altri son bravi, stiamo parlando di Giappone e Uk”, ha chiosato il numero uno dell’azienda ex Finmeccanica.
IN ARRIVO IL PIANO INDUSTRIALE DI LEONARDO
Cingolani ha poi ricordato che il piano industriale di Leonardo sarà presentato a “inizio anno” e i due pilastri sui quali poggerà saranno “cyber e spazio”.
‘La cybersecurity va intesa – ha sottolineato Cingolani – come una nuova piattaforma di Leonardo che ci deve consentire di disegnare qualunque prodotto di Leonardo cybersecure by design. Vuol dire che nella fase di progettazione noi cominciamo a inserire cybersecurity, non e’ una cosa che introduciamo dopo che io ho fatto l’elicottero o l’aereo” o altro. ‘Questo – precisa l’ad – è un vantaggio competitivo che Leonardo deve poter sfruttare: siamo una delle pochissime aziende tecnologiche che facciamo tutto: l’hardware il software, noi facciamo il satellite, l’elicottero possiamo inserire dentro la cybersecurity. Questo crea anche un servizio che nel tempo va pagato da chi compra e chi compra prende un prodotto più competitivo e noi abbiamo dei ritorni negli anni”.
RIGUARDO LO SPAZIO
Parlando del secondo pilastro del piano, ovvero lo spazio, “abbiamo capito che gran pare di quello che è internet sarà da satellite” e che lo spazio “genererà una grande quantità di dati”. A questo proposito ricordiamo sul fronte spazio, il piano prevede anche la creazione di una divisione dedicata, la sesta da affiancare alle cinque esistenti (elicotteri, velivoli, aerostrutture, elettronica e cyber security).
Ci sarà, poi “la parte tradizionale: elicotteri, aerei e elettronica che andrà consolidata con l’Intelligenza artificiale, ma su quello siamo molto consolidati” ha osservato Cingolani.
LA ROTTA CYBER INTRAPRESA CON IL CENTRO EUROPEO
Nel frattempo, proprio oggi Leonardo ha comunicato che ha raggiunto la piena operatività il primo centro virtuale paneuropeo per la gestione dinamica in real time del rischio cyber, realizzato dal gruppo per DG Connect, la direzione generale della Commissione europea per le politiche digitali.
La piena operatività del primo centro virtuale paneuropeo per la gestione dinamica in real time del rischio cyber “è un primo passo, è partita prima del piano industriale a dimostrazione che Leonardo ha un dna innovativo molto forte” ha commentato Cingolani.
“È un primo passo -ha aggiunto – di una strategia che dovrebbe consolidarsi negli anni futuri a livello europeo. È chiaro che essere i primi che fanno questa operazione è” propedeutico “ad altre operazioni più grandi”.
IN RITARDO A LIVELLO EUROPEO A CAUSA DELLA FRAMMENTAZIONE
Allo stesso tempo, il numero uno di Leonardo ha osservato che se la cybersecurity resta strategica, a livello europeo “siamo in ritardo su tutto a causa della frammentazione in 27 Stati, abbiamo politiche differenti”.
“Tutto – ha aggiunto Cingolani – è digitale ora, anche la salute” ed i “dati devono essere protetti”. Tutto questo vuol dire che “sia dal punto di vista civile sia militare abbiamo bisogno di cyber sicurezza”. In questo scenario, ha sottolineato l’ad di Leonardo, “anche i satelliti hanno ruolo sempre maggiore: dobbiamo proteggere i dati”.
E RIGUARDO ALL’AI, NO AL CONTRASTO TRA UOMO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Infine, Roberto Cingolani ha detto la sua riguardo al tema assai dibattuto al momento dei progressi dell’intelligenza artificiale e l’inevitabile confronto con l’uomo.
“Lo dico da scienziato [fisico ed ex ministro dell’Ambiente e della Transizione ecologica nel governo Draghi], e prima ancora da persona che lavora in un’azienda tecnologica, questa storia del contrasto fra uomo e intelligenza artificiale è falsa” ha affermato il numero uno di Leonardo. “Se guardate la storia dell’intelligenza artificiale – ha spiegato Cingolani -, dalla seconda guerra mondiale, da Enigma in poi, l’evoluzione degli algoritmi che hanno generato l’Ia è molto complessa”. Infatti “c’erano dei periodi di inverno dell’intelligenza artificiale” perché i modelli erano “troppo complessi”. Dopo l’evoluzione delle tecnologie in processi più semplici, ‘l’IA è stata rifinanziata”.
Quanto ai timori rispetto al rapporto tra AI e uomo “servono delle regole. Ho sempre detto che è l’utente che va educato, non è il cuscino che soffoca una persona ma è la persona” che usa lo strumento nel modo errato. “L’utente va educato”.
Pertanto, “il contrasto fra intelligenza umana e intelligenza artificiale mi sembra più da film di fantascienza” ha concluso Cingolani.