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I piani di Embracer per non finire nella brace

Embracer Group prova a ripartire e lo fa attraverso un finanziamento da 900 milioni di euro e la divisione in tre quotate differenti, ricordando di avere in portafogli alcune proprietà intellettuali di spicco, tra cui Il Signore degli Anelli e Tomb Raider

Il 2023 non è stato un anno facile per i lavoratori dell’industria dei videogiochi. I licenziamenti nel settore hanno infatti raggiunto numeri record. E il 2024 si sta rivelando altrettanto negativo. Molti di quei numeri, però, benché afferenti a realtà distinte, sono comunque collegati dall’appartenenza a un’unica holding, Embracer, colosso europeo che negli ultimi mesi il mercato ha scoperto avere i piedi d’argilla.

TUTTI I LICENZIAMENTI IN EMBRACER

A spanne, Embracer (dal valore di mercato di oltre 32 miliardi di corone svedesi) da sola è responsabile infatti di oltre 1400 licenziamenti sui 10mila registrati nel 2023 e se fallisse sarebbe senza dubbio uno dei crac più importanti di una software house videoludica europea. E, come Start Magazine ha raccontato in questi mesi, l’azienda del Nord Europa, cresciuta per anni a ritmi esponenziali, c’è andata parecchio vicina.

IL PIANO PER RIPARTIRE

Ma a quanto pare il Gruppo fondato Lars Wingefors ha infine ultimato il proprio piano di uscita dalla crisi che passa, come prevedibile, dalla scissione in società differenti, a seconda dell’ambito. Avremo così Asmodee (che raggruppa 23 studi e ha in portafogli oltre 300 proprietà intellettuali) per i giochi da tavolo, Coffee Stain & Friends per lo sviluppo di videogiochi indie e doppia A (tra le IP più note possiamo sicuramente citare Deep Rock Galactic, Goat Simulator, Wreckfest eTeardown ), e infine Middle-earth Enterprises & Friends per i progetti tripla A.

Notare l’intenzione di utilizzare per quest’ultima l’espressione “Terra di Mezzo” a voler rimarcare che la software house sarà pure in crisi nera, ma comunque continua a detenere i diritti sulle opere di Tolkien in grado virtualmente di assicurarle un paracadute d’oro.

Non è la sola proprietà intellettuale di peso ancora nelle mani dell’azienda, che attraverso Crystal Dynamics detiene anche i diritti su Tomb Raider. Altro team di spicco è Warhorse Studios di Dan Vávra e Martin Klíma, noti per l’acclamata saga di Mafia. Non hanno i diritti su quella ma lo studio punta a serializzare Kingdom Come: Deliverance, uscito nel febbraio 2018. E poi naturalmente c’è la saga di Darksiders.

Tornando alla scissione dei rami d’azienda in tre entità distinte, fanno sapere da Embracer, l’operazione consentirà a ciascuna di esse “di concentrarsi meglio sulle rispettive strategie di base e di offrire storie azionarie più differenziate e distinte agli azionisti esistenti e a quelli nuovi”, si legge nella nota diffusa dal gruppo svedese con diramazioni in tutto il mondo.

LA NUOVA LINEA DI CREDITO

Il piano industriale ha intanto convinto i creditori: Embracer ha infatti ottenuto un finanziamento per 900 milioni di euro, soldi che non staranno a lungo in cassa ma verranno utilizzati per “rimborsare il debito esistente e ridurre la leva finanziaria del restante gruppo”.

COSA HA DETTO IL CEO

Da parte sua il Ceo si assume ogni responsabilità, difendendo però il Gruppo: “Sono sicuro di meritare molte delle critiche che mi sono state mosse, ma non penso che il mio team o l’azienda le meritino allo stesso modo. Posso prendermi molte delle colpe, ma alla fine ho bisogno di credere negli obiettivi che ci siamo posti e stiamo facendo in modo di poterli raggiungere grazie a questa nuova struttura.”

Quindi Lars Wingefors sottolinea: “Godo ancora della fiducia di molti degli imprenditori e dei CEO che si sono uniti al Gruppo […] e capiscono che il mondo è cambiato, dunque anche noi dobbiamo cambiare. Certo, è doloroso pensare che non potremo realizzare tutti i giochi che avevamo immaginato tre anni fa, ma dobbiamo adattarci a questa nuova situazione”.

 

Sotto accusa per aver fatto il proverbiale passo più lungo della gamba mediante troppe acquisizioni che hanno portato alla dieta forzata degli ultimi mesi (la cancellazione di oltre 30 videogiochi e la cessione frettolosa di molti studi, tra cui la svendita  di Gearbox a favore di Take-Two per 460 milioni di dollari, contro i 1,3 miliardi spesi da Embracer per acquisirla nel 2021), l’amministratore delegato ha garantito che non ci saranno altre vendite. E nemmeno acquisizioni.

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