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Game over negli studi di videogiochi: continuano i licenziamenti

La geografia dei licenziamenti nell'industria dei videogiochi non risparmia nessun Paese: dagli Usa all'Europa, passando per Canada e Giappone solo a gennaio gli impiegati lasciati a casa hanno superato la metà totale del 2023, annus horribilis per il settore. Ma le software house continuano a veder crescere i propri conti

Se il 2023  si è rivelato l’anno nero per gli sviluppatori videoludici, assoggettati a licenziamenti record, ma d’oro per l’industria dei videogame (con ricavi generalmente in crescita per le maggiori software house), il 2024 rischia di esserne la naturale prosecuzione. Anzi, più che naturale esponenziale. In poche settimane, infatti, dall’inizio dell’anno a oggi, sono già state licenziate oltre 6mila persone (dati esatti non ne esistono, trattandosi nella maggior parte di indiscrezioni di stampa, dato che le etichette non amano sbandierare i tagli), più del 50% di tutto il 2023.

LICENZIAMENTI NEL MONDO DEI VIDEOGIOCHI: MICROSOFT LA PIU’ ATTIVA

La più attiva nel maneggiare la mannaia dei tagli senza dubbio Microsoft, che solo negli ultimi giorni ha mandato a casa 1900 persone dell’area gaming degli studi di Activision Blizzard appena acquistata per la cifra stellare di circa 70 miliardi. Tra le software house interessate dalla ristrutturazione voluta da Redmond anche Toys for Bob, team che aveva lavorato ai recenti remake di Crash Bandicoot e Spyro. Non sono noti i numeri, ma lo studio avrebbe comunque perso tra il 30 e il 40% del proprio staff, subendo quindi un dimagrimento importante.

CALL OF DUTY CADE IN BATTAGLIA

Non se la passano bene nemmeno i ragazzi di Sledgehammer Games, il team di sviluppo di Call of Duty: Modern Warfare 3, che hanno perso il 30% dei propri colleghi. Il riassetto voluto da Microsoft prevede che Sledgehammer (che, lo ricordiamo, è al lavoro sul prossimo episodio previsto per il 2027) chiuda gli uffici californiani per trasferirsi in una sede più piccola.

Si tratta di una mossa sorprendente dal momento che l’acquisizione di Activision è stata dettata dal disegno di Microsoft di mettere nel proprio portafogli proprio la vendutissima saga di CoD. Ma evidentemente Redmond ha intenzione comunque di risparmiare, magari affiancando i team storici ad alcuni dei suoi studi interni.

PEOPLE CAN FLY PROVA A RIPRENDERE QUOTA

Parlando di Microsoft viene subito in mente Gears of War: People Can Fly, lo studio autore di Bulletstorm e Outriders, ma soprattutto in odore di essere quello che svilupperà il sesto episodio del fortunato franchise (lo scorso anno ha firmato un accordo di pubblicazione con la software house dietro a Xbox Series X|S per un gioco chiamato Project Maverick), ha licenziato 30 sviluppatori del suo organico impiegati su Project Gemini, un gioco ancora da annunciare che sarà pubblicato da Square Enix.

Lo si è appreso da una mail interna firmata dal development director Adam Alker nella quale si afferma che i licenziamenti sono dovuti alle limitazioni del budget e una riduzione della portata del gioco. Project Gemini perderà, inoltre, altre 20 persone che saranno rimosse dallo sviluppo del titolo pur continuando a collaborare con l’etichetta per altri progetti.

I TAGLI NEI VIDEOGIOCHI NON RISPARMIANO SEGA E UNITY

Guardando al Giappone, anche la storica etichetta Sega, nota per marchi come Sonic e Samba de Amigo, starebbe per salutare il 10% dell’organico della divisione americana. Sarebbero in totale una sessantina di dipendenti.

Niente in confronto ai 1.800 licenziamenti in atto all’interno di Unity Software par al 25% del totale. La software house non sviluppa direttamente videogame ma i motori che le software house acquistano su licenza per crearli, quando non sono dotate di engine proprietari. Il gruppo vanta 1,1 milioni di sviluppatori attivi mensili, compresi studi di tutto rispetto quali per esempio Niantic e Blizzard. Numeri che a quanto pare non bastano a evitare i tagli considerato che si tratta della quarta tornata di licenziamenti da luglio 2022.

TAGLI ANCHE IN EUROPA

I licenziamenti delle ultime settimane hanno colpito anche Black Forest Games, sviluppatore tedesco che ha lasciato a casa il 50% dei suoi dipendenti: è lo studio dei remake dell’irriverente saga Destroy All Humans.

Reikon Games, studio di sviluppo indipendente polacco noto per il videogame Ruiner lanciato nel 2017, secondo la testata di settore Kotaku avrebbe licenziato circa l’80% del suo staff, ossia tra le 60 e le 70 persone. Il numero esatto non è noto, ma i tagli sono stati confermati da alcuni ex dipendenti sui vari social media, compreso LinkedIn.

La geografia dei licenziamenti nell’industria dei videogiochi non risparmia nemmeno il Canada: Eidos Montreal, nel portafogli della claudicante Embracer Group (responsabile da sola di buona parte dei tagli del 2023), ha confermato che al proprio interno sono state licenziante 97 persone, come preannunciato nei giorni scorsi da Bloomberg. Pare che il prossimo Deus Ex sia inoltre stato cancellato.

Infine, c’è chi prova a sopravvivere dai tagli del 2023. Per esempio Bungie, nota al grande pubblico per la serie Destiny, che a seguito della dieta ferrea degli ultimi mesi fa sapere che al momento conta un organico di 1.350 dipendenti, le nuove assunzioni sono ancora congelate e sta ricevendo supporto da parte di Sony per lo sviluppo dei progetti in corso.

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