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Iveco Leonardo

Francia e Germania bisticciano sul carro armato Mgcs (e ci rimette anche il caccia Fcas)

Come le aziende di Francia e Germania si strattonano per decidere la suddivisione dei lavori per costruire il carro armato Mgcs

L’asse franco-tedesco della difesa scricchiola via terra. Da una parte Parigi e Berlino stanno sviluppando il programma del sistema di combattimento aereo futuro (Fcas) insieme alla Spagna, con la francese Dassault Aviation come appaltatore principale. Dall’altra stanno anche cercando di sviluppare il carro armato europeo del futuro Main Ground Combat System (Mgcs) con la Germania a dirigere i lavori. Eppure il Bundestag tedesco aveva bloccato il progetto. Secondo il quotidiano francese La Tribune ci sarebbero degli sviluppi positivi. Ecco i dettagli.

MGCS, IL CARRO ARMATO FRANCO-TEDESCO

Nell’estate 2018 Francia e Germania hanno siglato l’intesa per lo sviluppo di un caccia europeo di sesta generazione oltre a un nuovo carro armato: Main Ground Combat System (Mgcs). L’obiettivo del nuovo carro armato europeo è sostituire i carri armati Leopard 2 tedeschi e Leclerc francesi nel 2035 circa.

Il 6 febbraio 2018 Stéphane Mayer, ceo della francese Nexter e copresidente di Knds, il colosso dell’industria militare terrestre nato dall’unione tra Nexter e la tedesca Krauss-Maffei Wegmann, aveva annunciato che Francia e Germania hanno un “calendario condiviso” con un prototipo pronto nel 2020 e le prime consegne del nuovo tank nel 2030. La Germania è alla guida del progetto tramite il gruppo franco-tedesco Knds.

LA SUDDIVISIONE DEI LAVORI

Come ricorda La Tribune, prima dell’estate le autorità franco-tedesche avevano inviato ai tre produttori interessati (Nexter, Krauss-Maffei Wegmann e Rheinmetall) un documento che proponeva la suddivisione dei lavori: 50% per Nexter, 25% per Krauss-Maffei e 25% Rheinmetall.

CHE NON PIACE A BERLINO

Ma il gruppo tedesco Rheinmetall ha manifestato subito insoddisfazione bloccando il programma Mgcs. Secondo Armin Papperger, ceo del gruppo tedesco, il 25% dei lavori è troppo poco per un progetto pensato a trazione tedesca. Da allora, Rheinmetall ha continuato a  ostacolare l’accordo tanto che il Bundestag ha bloccato il programma Mgcs. Con una lettera datata 14 giugno indirizzata all’allora ministro della Difesa Ursula von der Leyen (oggi Presidente della Commissione europea), il parlamento tedesco ha certificato che “il risultato della discussione sul sistema Mgcs è stato un totale disaccordo tra i due produttori di armamenti terrestri, Krauss-Maffei Wegmann e Rheinmetall, sui rispettivi ruoli”.  Per sbloccare il finanziamento del programma, ha chiesto un consolidamento del settore tedesco dell’armamento terrestre o, in mancanza, la nomina di un gruppo tedesco per esercitare la leadership nel progetto Mgcs.

IL FCAS PRESO IN OSTAGGIO

Non solo, i parlamentari tedeschi hanno precisato che “finché non sarà trovata una soluzione, non sarà possibile registrare progressi sul Fcas nel Bundestag”. Di conseguenza, il blocco del Mgcs ha riguardato anche il progetto del caccia di sesta generazione Fcas, diretto dal monopolio francese Dassault con la partnership del gruppo europeo Airbus Se. Durante il salone di Parigi dello scorso giugno, Dassault ha proposto un primo modello del futuro aereo da combattimento. Tuttavia resta ancora da costruire un dimostratore. Come sollecitato a inizio settembre dal presidente e ceo di Dassault Aviation, Eric Trappier, che ha sottolineato l’urgenza della ratifica del contratto. “La notifica [del contratto] per i dimostratori doveva avvenire a giugno all’Air Show di Parigi.  Settembre doveva essere il momento del lancio, adesso parliamo della fine dell’anno. Facciamo attenzione che questa timeline non cambi troppo “, ha tuonato il numero uno di Dassault.

IL CACCIA FRANCO-TEDESCO RIVALE DEL PROGETTO TEMPEST

Al centro di questo sistema aereo del futuro c’è il caccia di sesta generazione che sostituirà l’attuale Rafale ed Eurofighter. La francese Dassault sarà l’azienda leader del programma, facendosi carico di tutta la progettazione, mentre al gruppo Airbus Se (11% Francia, 11% Germania e 4.10% Spagna), in particolare la divisione Defence&Space, sarà affidato tutto il comparto della sensoristica, dell’avionica e delle comunicazioni. Sempre Dassault prenderà in consegna lo sviluppo e l’integrazione della suite di armamenti di nuova generazione a bordo del caccia, con Airbus D&S come junior partner.

Il velivolo è in diretta concorrenza con il programma Tempest sviluppato da un team guidato dalla britannica BAE Systems, che agisce come prime contractor, e comprendente pure Rolls-Royce, Mbda e la divisione britannica dell’italiana Leonardo (ex Finmeccanica). A settembre il governo italiano ha ufficializzato l’adesione al programma inglese e gli attori principali dell’industria italiana (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e Mbda Italia) affiancheranno le aziende britanniche nella collaborazione alle attività relative al Combat Air System Tempest.

UN NUOVO ACCORDO A SBLOCCARE IL PROGETTO MGCS

Secondo le anticipazioni de La Tribune, almeno sul carro armato la Germania ha riattivato la marcia in avanti grazie all’accordo raggiunto tra i tre partner industriali. L’accordo che sta per essere concluso rappresenterebbe un compromesso tra i requisiti di tutte le parti interessate. Se la Francia dovesse mantenere il 50% del carico di lavoro sul carro armato — Parigi è rimasta ferma a questa condizione — i tre produttori condivideranno comunque le responsabilità del blindato equamente. Pertanto, il contratto sarà suddiviso in nove lotti, che saranno assegnati in parti uguali tra i tre produttori. Quest’ultimo riuscirebbe a organizzare il carico di lavoro del 50 e 50 tra Francia e Germania con i due terzi del programma sotto la guida tedesca, come richiesto da industriali e legislatori.

IL NODO ESPORTAZIONI

Un’ulteriore preoccupazione è la necessità di un accordo tra Berlino e Parigi sulle esportazioni di armi, poiché soprattutto il Fcas avrà bisogno di vendite estere per contribuire a finanziare il suo programma. L’attuale embargo tedesco sulla consegna di materiale bellico in Arabia Saudita sta bloccando le forniture di armi francesi o britanniche con componente tedesca. Tanto che l’ex ceo di Airbus, Tom Enders aveva ironizzato sulla necessità di produrre Eurofighter “German free”.

Il presidente Emmanuel Macron e la cancelliera Angela Merkel avevano raggiunto un accordo al vertice del G7 a Biarritz sulla politica franco-tedesca di esportazione di armi, con Berlino che applicherà l’embargo a materiale straniero solo in caso di componente tedesca oltre il 20%.

IL NODO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI FRANCO-TEDESCO

Secondo il quotidiano francese, Francia e Germania sono vicine a trovare un accordo sull’esportazione di armi. Il prossimo 9 ottobre il ministro della Difesa francese, Florence Parly, sarà a Berlino per concludere l’intesa. Presumibilmente, i due paesi ratificheranno l’accordo il 16 ottobre in occasione del Consiglio dei ministri franco-tedesco. D’altronde “Non serve a niente produrre armi attraverso una cooperazione tra Francia e Germania se non siamo in grado di esportarle”. Aveva dichiarato a febbraio il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire.

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