Non solo catastrofismo, distruzione di massa, estinzione dell’uomo. L’intelligenza artificiale (IA), con una solida regolamentazione alla base, potrebbe fare anche cose buone. È l’idea di Google, che vuole sfruttare l’IA per prevedere possibili inondazioni in modo da salvare la vita delle persone più a rischio.
“L’uso dell’intelligenza artificiale nella previsione delle inondazioni ha un grande potenziale per il mondo, in quanto riduce i rischi per le comunità che ne hanno più bisogno, salvaguarda le vite e le proprietà e facilita la risposta tempestiva delle organizzazioni umanitarie”, ha dichiarato a Quartz Yossi Matias, vicepresidente del settore ingegneria, ricerca e risposta alle crisi.
LA PIATTAFORMA FLOOD HUB
Il colosso di Mountain View, presentando la sua piattaforma Flood Hub, ha spiegato come l’IA può ridurre al minimo le morti per inondazioni. Flood Hub, infatti, utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare le precipitazioni atmosferiche ed emettere avvisi meteo fino a 7 giorni prima dell’evento.
“L’intelligenza artificiale ci permette di raggiungere un’elevata precisione. I nostri modelli – ha spiegato Matias – migliorano notevolmente quando si addestrano su più dati e stiamo lavorando attivamente per ottenerne di più di qualità al fine di coprire un numero sempre maggiore di regioni e Paesi a rischio”.
QUALI DATI UTILIZZA
L’IA di Flood Hub, fa sapere Google, utilizza diverse fonti di dati disponibili pubblicamente, come le previsioni meteorologiche e le immagini satellitari. La tecnologia combina quindi due modelli: il modello idrologico, che prevede la quantità di acqua che scorre in un fiume, e il modello di inondazione, che prevede quali aree saranno colpite e quanto sarà profonda l’acqua.
I NUMERI DI FLOOD HUB
Dai 20 Paesi iniziali, oggi ne copre 80, 23 dei quali si trovano in Africa. Secondo Google, l’implementazione degli algoritmi di apprendimento automatico (machine learning) permetteranno di proteggere 460 milioni di persone in tutto il mondo.
LE NOTIFICHE DI AVVISO
Google ha dichiarato inoltre che sta lavorando per ampliare gli avvisi di previsione attraverso le notifiche di Search e Maps sul telefono, in modo da fornire alle comunità informazioni critiche e tempestive sulle alluvioni e consentendo loro di prendere le dovute precauzioni.
L’obiettivo è raggiungere soprattutto le persone più in difficoltà, che vivono in regioni senza infrastrutture di base come strade e connessione a Internet.
IL COSTO UMANO ED ECONOMICO DELLE INONDAZIONI
Mentre il ricordo delle alluvioni in Emilia-Romagna è ancora fresco e il maltempo si abbatte anche su molte altre regioni italiane causando morti e devastazione – senza dimenticare il disastro, seppur diverso perché provocato dall’uomo, della diga di Nova Kakhovka in Ucraina – secondo Google si stima che le inondazioni colpiscano ogni anno più di 250 milioni di persone a livello globale e causino circa 10 miliardi di dollari di danni economici.
Quartz, invece, ricorda uno studio del 2022, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, in cui si prevede che il costo economico delle inondazioni, solo negli Stati Uniti, salirà da 32 miliardi di dollari del 2022 a 43 miliardi nel 2050; mentre in Asia, la perdita economica annuale dovuta alle inondazioni è di 30 miliardi di dollari e di 7,6 miliardi di dollari tra Europa e Regno Unito, dove ogni anno 160mila persone sono esposte al rischio. L’Africa, infine, negli ultimi 30 anni, ha perso 14 miliardi di dollari a causa delle inondazioni.