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Diga Nova Kakhovka

Cosa è successo alla diga di Nova Kakhovka. Fatti e commenti

La grande diga di Nova Kakhovka, nel sud dell'Ucraina, è stata distrutta da un'esplosione. Scambio di accuse tra ucraini e russi. Ecco dettagli e conseguenze dell'accaduto.

 

Oggi il comando meridionale delle forze armate ucraine ha accusato la Russia di aver fatto esplodere la grossa diga di Nova Kakhovka: la città si trova nella regione di Kherson, in una zona controllata dalle forze russe. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato i russi di essere dei “terroristi”, aggiungendo che la distruzione dell’infrastruttura “non fa che confermare al mondo intero che [i russi, ndr] devono essere espulsi da ogni angolo del territorio ucraino. Non un solo metro dovrebbe essere lasciato a loro, perché usano ogni metro per il terrore”.

 

La Russia, che ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio 2022, sostiene che l’esplosione sia stata provocata dagli ucraini.

– Leggi anche: Le verità di Zelensky che i pacifondai non vogliono ascoltare

PERCHÉ LA DIGA DI NOVA KAKHOVKA È IMPORTANTE

Come ha scritto su Twitter Luigi De Biase, giornalista del Tg5, esperto di esteri e dei Paesi est europei, alla diga di Nova Kakhovka “sono legati una importante stazione idroelettrica, il sistema di raffreddamento della centrale nucleare Energodar e i rifornimenti di acqua potabile alla Crimea”, la penisola che la Russia ha annesso illegalmente nel 2014.

 

“Le autorità ucraine potrebbero essere costrette a evacuare decine di migliaia di civili sulla sponda destra” del fiume Dnipro, aggiunge De Biase, “e i russi a fare lo stesso su quella sinistra”.

Trovandosi sulla linea del fronte tra i due schieramenti, la diga è dunque molto importante per le forniture energetiche delle truppe russe e ucraine. Era già stata parzialmente danneggiata lo scorso novembre dai russi.

LE CONSEGUENZE

Luca Lovisolo – analista di relazioni internazionali, esperto di Russia e autore del saggio Il progetto della Russia su di noi – ha spiegato che l’esplosione della diga di Nova Kakhovka avrà tre conseguenze principali.

La prima, scrive, è che “amplissime aree della regione ucraina di Kherson sono già allagate. Il picco è previsto nella giornata di oggi. L’evacuazione delle popolazioni è già cominciata, le forniture di gas sono state sospese”.

La seconda conseguenza è che la diga “è l’opera di captazione che alimenta il canale costruito dagli ucraini in epoca sovietica per portare acqua alla Crimea, territorio occupato dai russi dal 2014. All’occupazione l’Ucraina aveva sbarrato il canale, poi riattivato dalla Russia dopo la ripresa della guerra del febbraio 2022”.

In ultimo, “dal bacino della diga viene prelevata l’acqua di raffreddamento per la centrale nucleare di Zaporižžja. Non è ancora chiaro quali conseguenze ciò avrà sulla sicurezza della centrale”.

L’OBIETTIVO DELLA RUSSIA

Lovisolo prosegue spiegando che la distruzione della diga di Nova Kakhovka serve alla Russia per “rendere più difficile un contrattacco ucraino sul fronte del fiume Dnipro, poiché l’allagamento trasforma la regione a valle della diga in un immenso acquitrino”.

Quanto accaduto, conclude l’analista, “è gravissimo in senso assoluto, dannoso per l’Ucraina e autolesionistico per la stessa Russia. Sembra, sulle prime, un atto di disperazione di Mosca, rispetto all’eventualità del contrattacco ucraino”.

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