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Licenze Cloud

Ecco come Parigi spinge per le francesi Atos e Ovhcloud in Italia

Che cosa è emerso dall'evento "Sovranità sui dati: la missione europea di Italia e Francia" organizzato da Ovhcloud e Atos in collaborazione con la rappresentanza diplomatica francese in Italia

 

Il Polo strategico nazionale, il cloud italiano per la pubblica amministrazione con dei livelli di sicurezza rinforzati, è in arrivo.

“Speriamo di poterlo lanciare già a fine giugno”, ha detto Stefano Firpo, capo di gabinetto del ministero dell’Innovazione Tecnologica e la transizione digitale, partecipando alla tavola rotonda sulla “Sovranità sui dati: la missione europea di Italia e Francia” organizzato dalle aziende francesi Ovhcloud e Atos in collaborazione con la rappresentanza diplomatica francese in Italia.

“Con il ministro Franco (Economia) abbiamo deciso di far partire l’iniziativa per la creazione del Psn che sarà un cloud per la Pa con livelli di sicurezza rinforzati e con una giurisdizione sicuramente italiana (residenza dei dati in Italia e in Europa)”, aveva spiegato ieri il ministro per l’Innovazione Vittorio Colao, intervistato da Riccardo Luna e Maurizio Molinari su Italian Tech, la nuova testata del gruppo Gedi dedicata al digitale. “Ma al tempo stesso con l’accesso alle migliori tecnologie internazionali perché sappiamo tutti che le migliori tecnologie non sono italiane” aveva precisato Colao.

Proprio “la Francia ha fatto uscire una politica sul cloud francese ed è esattamente quello che vogliamo fare noi: mettere insieme il meglio dei due mondi la collaborazione con i privati ma anche la tutela e la sicurezza che lo Stato deve dare” ha aggiunto il ministro.

Parigi intende infatti utilizzare su licenza le tecnologie cloud di Microsoft, Google e altri attori americani, per consentire l’emergere sul proprio territorio di un’offerta potente, ma protetta e sicura. La Francia vuole creare un’etichetta “cloud di fiducia”, che garantisca “la  totale indipendenza dalle leggi extraterritoriali americane “, ha spiegato il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. Questa etichetta può essere concessa solo alle società “europee e di proprietà di europei  “e che dispongono di “server gestiti in Francia”.

“È Importante che l’infrastruttura sia di fiducia — ha ribadito Firpo, già in Intesa Sanpaolo e poi al Mise sempre con Corrado Passera — e anche per questo l’iniziativa Gaia X (il progetto d’iniziativa franco-tedesca per il cloud europeo) è importante così come la strategia francese, a cui non dico ci ispiriamo ma riteniamo giusta: l’Europa costruisce standard chiari e può negoziare in condizioni maggior forza e vantaggio”.

Ecco tutti i dettagli.

ITALIA E FRANCIA HANNO COMPETENZE E INTERESSE PER SVILUPPARE UN CLOUD EUROPEO

“La Francia è impegnata attivamente nel progetto per il cloud europeo (Gaia-X), con una strategia industriale ambiziosa che passa per l’Europa e mette al centro l’amministrazione pubblica”, ha introdotto così Christian Masset, ambasciatore francese in Italia, l’incontro “Sovranità sui dati: la missione europea di Italia e Francia” organizzato da Ovhcloud (la società francese attiva nel settore cloud con oltre 1,5 milioni di clienti nel mondo recentemente balzata alla cronaca per l’incendio che ha colpito uno dei suoi dati center) e Atos, società It francese. Entrambe sono membri fondatori del progetto Gaia-x e a inizio anno hanno avviato anche una partnership strategica per una soluzione multicloud leader al 100% sul mercato europeo.

“Per questo partecipiamo ad un importante progetto di comune interesse europeo (Ipcei): in Italia e in Francia abbiamo le competenze, l’interesse e l’energia per sviluppare un cloud europeo e tutte le attività correlate”, ha spiegato.

“La digitalizzazione delle nostre società si appoggia sempre di più sul cloud — ha insistito Masset —, destinato a giocare un ruolo centrale in numerosi settori e attività produttive, nonché nelle nostre vite. Un ruolo che acquisirà importanza ancora maggiore grazie al rilancio dell’economia dopo la pandemia, che dovrà dare particolare impulso alla digitalizzazione e alla rivoluzione verde. In questo contesto, le tecnologie cloud potrebbero rappresentare un fatturato equivalente a quello del settore delle telecomunicazioni da qui al 2030”, ha detto, sottolineando il contributo positivo che le risorse del Next Generation Eu potranno dare per incentivare investimenti in questo campo. “L’Europa ha di fronte a sé un’opportunità unica e una sfida importante, quella dell’integrità e della sicurezza dei dati delle nostre imprese e cittadini”, ha aggiunto l’ambasciatore.

FIRPO: “GAIA-X UNA SCHENGHEN DEI DATI”

Proprio in tema di affidabilità delle infrastrutture, Firpo ha osservato che il progetto “Gaia X è importante così come la strategia francese, a cui non dico ci ispiriamo ma che riteniamo giusta: l’Europa costruisce standard chiari e può negoziare in condizioni maggior forza e vantaggio”.

“Gaia X da un lato costruisce degli standard e poi costruisce data spaces, una ‘Schenghen’ dei dati per fare in modo che le aziende europee possano collaborare”, ha sottolineato ancora Firpo nel corso della tavola rotonda organizzata da Ovhcloud e Atos.

BONFIGLIO: SVOLTA CON LA DOMANDA DI SERVIZI GAIA-X

“Il vero passaggio è da un cloud in cui affidiamo i nostri dati ad altri a un cloud in cui noi controlliamo i nostri dati” mentre “la svolta arriverà quando ci sarà una domanda di servizi Gaia-X”, ha detto Francesco Bonfiglio, ceo dell’associazione europea Gaia-X che, al convegno sulla sovranità sui dati, si è soffermato anche sul concetto di “etichettatura” che sarà molto importante per il progetto.

L’IMPORTANZA DELL’ETICHETTATURA PER IL CLOUD

“Pensiamo all’etichettatura utilizzata nella catena del food, quella che stiamo studiando è una cosa del genere, affidata alla tecnologia, permetterà all’architettura di Gaia-X di controllarsi, esserne il garante”. In più, ha sottolineato Bonfiglio, Gaia-X “è una federazione, diametralmente opposta al cloud che concepiamo oggi. Gaia-X sta cioè creando un’infrastruttura federata. Inoltre oggi la capacità di calcolo deve essere portata vicino ai dati”.

ATOS ITALIA: CON GAIA-X PIÙ DIALOGO PA-ECONOMIA

Con il progetto di cloud europeo Gaia-X c’è, tra l’altro, “la grande opportunità di potersi dotare di logiche che sfruttando il cloud e le regole comuni possano consentire il dialogo Pa-economia”. Lo ha sottolineato Giuseppe Di Franco, vicepresidente esecutivo del gruppo Atos e ceo di Atos Italia all’evento organizzato dalla stessa Atos con OVHcloud, in collaborazione con l’Ambasciata di Francia in Italia.

“Penso – ha aggiunto Di Franco – che il potersi dotare di regole che consentano di mantenere la sovranità del dato è un requisito fondamentale per garantire l’operatività, consentire a soggetti anche appartenenti a filiere diverse di poter gestire il proprio business”

LA PARTNERSHIP DI ATOS E L’ITALIANA TIM SUL CLOUD

Proprio Atos, società quotata in Francia specializzata nella trasformazione digitale, ha stretto una partnership con l’italiana Tim lo scorso novembre per lo sviluppo del cloud.

Mentre proseguono le sinergie tra Tim e Google (anche sul cloud), le due società hanno siglato un accordo strategico per lo sviluppo di una piattaforma digitale per il cloud di Tim. Quest’ultima fornirà soluzioni innovative per la gestione in sicurezza e localizzata  dei dati pubblici e privati in Italia. E Atos fornirà invece soluzioni innovative alla piattaforma di cloud ibrido di Tim.

Grazie a questo accordo, inoltre, le due società si concentrano sull’implementazione dell’iniziativa Gaia-X. Anche Tim infatti è uno dei 37 i soggetti, sia del settore pubblico che di quello privato, che partecipano all’iniziativa per il cloud europeo.

L’IMPORTANZA DEL PROGETTO GAIA-X

Nel percorso di digitalizzazione del Paese e dell’Europa “dobbiamo avere un ecosistema che abbia anche data center, cloud” e, in questa ottica, è importante il progetto europeo Gaia-X, “in poche settimane siamo arrivati a 37 partecipanti, siamo il terzo Paese dopo Francia e Germania.”. Lo ha detto il ceo di Tim Luigi Gubitosi, parlando come vicepresidente di Confindustria, al convegno organizzato all’Ambasciata francese sulla sovranità sui dati.

Riguardo al progetto Gaia-X, ha aggiunto, “da noi c’è stata una forte rispondenza in Confindustria, l’interoperabilità e la fissazione dello standard sono elementi estremamente importanti”.

QUESTA SETTIMANA INAUGURATO L’HUB ITALIANO DI GAIA-X

“L’Hub italiano — ha proseguito Gubitosi — che sarà inaugurato col ministro dell’ Innovazione questa settimana dovrà essere un punto molto attivo. Ci fa piacere immaginare che sarà un elemento trainante”. Il progetto Gaia-X, ha spiegato Gubitosi, è poi “relativamente accessibile anche alle piccole aziende, grazie alle reti anche da remoto. D’altronde buona parte della domanda di fibra sta arrivando da location non centrali”.

IL PIANO DEL GOVERNO PER IL CLOUD ITALIANO

Tornando infine al progetto di cloud nazionale, il Polo strategico nazionale, “Entro il 2022, tra sedici mesi, l’Italia avrà una Pubblica amministrazione tutta digitale con vantaggi evidenti per le persone e le aziende”.  Lo scrive oggi Repubblica sulla base dell’intervista a Vittorio Colao con Maurizio Molinari, direttore di Repubblica, e Riccardo Luna, che dirige il nuovo content hub del Gruppo Gedi, Italian.Tech.

“Questo cloud avanzatissimo custodirà ogni dato in Italia o in Nazioni comunitarie (niente Cina, insomma) e sarà sottoposto alla nostra giurisdizione. I suoi livelli di sicurezza – assicura il ministro – saranno «rinforzati». I software che lo faranno funzionare arriveranno dunque dalle migliori aziende nazionali e internazionali. Entro giugno 2021, Colao e il ministro Daniele Franco (Economia) valuteranno le manifestazioni d’interesse dei fornitori di tecnologia perché la nuova struttura intelligente diventi «operativa» nel 2022. Avrà «qualità» e un forte scudo, a sua protezione”.

LE AZIENDE ITALIANE COINVOLTE

A proposito delle aziende coinvolte nel Polo strategico nazionale, il ministro Colao ha fatto sapere che “Abbiamo avuto interazioni con diverse aziende italiane di eccellenza e anche manifestazioni di interesse da parte di internazionali. Stiamo partendo in queste ore per ricevere qualche proposta e poi partire con le valutazioni e nel 2022 avere questa struttura operativa”.

Secondo molti osservatori del settore, Leonardo e Fincantieri (con l’alleanza con Amazon Web Services) si pongono “in pole position in quella che sarà la gara” per il Psn come ha scritto Michelangelo Colombo su Start. Ma gli addetti ai lavori si attendono novità da Tim e Google.

Nel frattempo, si attende a breve l’annuncio di una partnership di Leonardo con Microsoft sul cloud in vista del polo strategico nazionale, come racconta oggi Francis Walsingham su Start.

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