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Oto Melara Leonardo

Ecco mosse e mossette di Leonardo su Drs, Hensoldt e commesse

Progetti e commesse in cantiere del gruppo Leonardo. Fatti, nomi, numeri, analisi e scenari

 

Commesse in arrivo dall’estero e obiettivo cloud nazionale per il colosso della difesa e aerospazio Leonardo.

Secondo quanto riportato da DefenseNews, Il Pakistan ha dato mandato a Leonardo di convertire tre jet regionali Embraer Lineage 1000 in mezzi di lungo raggio (Maritime Patrol Aircraft) per la Marina del Paese.

Per gli analisti “sono attesi altri contratti a seguire”, scrive MF/Milano Finanza, “in modo tale da portare il numero dei velivoli Sea Sultan della Marina pakistana a 10, in modo da sostituire la flotta P-3C Orion che ha servito lo Stato per molti anni”. Pare infatti che anche il Brasile stia studiando “una soluzione simile che si fonda a sua volta sul modello di jet regionale Embraer Lineage 1000. E questo potrebbe essere un’ulteriore opportunità per Leonardo”, secondo Banca Akros.

Nel frattempo, in Europa l’ex Finmeccanica persegue l’obiettivo di consolidamento. Leonardo starebbe cercando di aumentare la propria partecipazione nel gruppo Hensoldt fino al 40%, acquisendo un ulteriore 25,1% del capitale della società per un totale di 606 milioni di euro. Lo ha riportato la scorsa settimana Bloomberg che precisa che la quota potrebbe variare a seconda dell’evoluzione della partnership tra le due società e non è stato ancora definito il timing dell’operazione.

Intanto, in Italia il gruppo guidato da Alessandro Profumo punta ad aggiudicarsi il progetto del Polo strategico nazionale per il cloud del paese. Volontà emersa anche dall’intervento dell’ad di Leonardo in audizione presso la Commissione Attività produttive della Camera in merito al piano industriale della società.

Ecco tutti i dettagli.

PER LEONARDO COMMESSA DAL PAKISTAN

Secondo fonti di DefenseNews, il Pakistan ha selezionato Leonardo per convertire tre jet regionali Embraer Lineage 1000 in aerei da pattugliamento marittimo a lungo raggio per la sua Marina Militare. Con un contratto aggiuntivo, il gruppo sudafricano Paramount gestirà la manutenzione, la riparazione e la revisione pre-conversione dell’aeromobile.

Come ricorda la testata, il paese ha lanciato una gara lo scorso novembre che ha coinvolto Leonardo, la tedesca Rheinland Air Services Turkish Aerospace Industries sulla base delle rispettive capacità di conversione di mezzi già esistenti

“Si tratta di un contratto”, spiega Banca Akros, “che riguarda l’acquisizione di due mezzi aerei per rivedere la struttura del modello Lineage 1000, cui seguirà il disegno, la modifica e l’installazione oltre all’integrazione di un dispositivo anti-sottomarini e di un pacchetto di strumentazione per il pattugliamento marittimo. L’Embraer Lineage 1000 è un business jet bimotore a getto ad ala bassa prodotto dal gruppo brasiliano Embraer e lanciato sul mercato nel 2006”.

IL VALORE DELL’ORDINE SECONDO GLI ANALISTI

Se confermata, per Leonardo la commessa varrebbe 190 milioni di dollari e “gli analisti ritengono che riguardi le prime tre modifiche agli aeroplani cui seguiranno contratti ad hoc che potrebbero portare l’intero programma pakistano a 633 milioni di dollari” segnala MF.

AUMENTO DELLA PARTECIPAZIONE NELLA TEDESCA HENSOLDT

Nel frattempo, Bloomberg ha rivelato che Leonardo punta ad aumentare la partecipazione in Hensoldt fino al 40%.

Ricordiamo infatti che lo scorso aprile il gruppo di Piazza Monte Grappa ha acquistato una quota del 25,1% gruppo tedesco di elettronica per la difesa da Kkr.

“Secondo l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo un incremento della partecipazione di Leonardo in Hensoldt sarebbe coerente con le sue ambizioni di consolidamento all’interno del settore europeo della difesa. Tuttavia, nonostante l’operazione crei valore a livello strategico e industriale, allo stesso tempo necessita un ulteriore esborso di denaro da parte di Leonardo. Come riportano Intesa ed Equita non sono emerse novità di rilievo dalle dichiarazioni del ceo Profumo nell’audizione alla commissione attività produttive della Camera”, ha evidenziato MF.

LEONARDO PROTAGONISTA DEL CONSOLIDAMENTO EUROPEO

Nel corso dell’audizione alla Camera, Profumo ha sostenuto che Leonardo intende “giocare un ruolo da protagonisti nel consolidamento internazionale, soprattutto europeo. Non bisogna essere naif. Ci sono aziende molto più grandi, se ci andassimo a sedere a un tavolo saremmo un fratello minore, non vogliamo esserlo”. E a proposito della quota nella tedesca Hensoldt Profumo ha precisato: “Qualcuno può dire: perché hai comprato una minoranza? Se ci sarà tra qualche anno una maggior integrazione europea noi siamo lì, nessuno ci può mandare via”.

E I DEBITI?

Nel corso dell’audizione alla Camera, il numero uno di Leonardo ci ha tenuto a precisare lo stato di indebitamento dell’azienda. “Ogni tanto c’e’ l’idea che Leonardo abbia un debito molto elevato e sostanzialmente non gestibile, questo non è assolutamente vero. Siamo andati in obiettivi di riduzione del debito e abbiamo fatto meglio di quanto ci fossimo posti come obiettivo, vogliamo ancora ridurlo, con il piano al 2020-25 di fatto azzereremo il nostro debito”.

Profumo ha sottolineato che “questa è una azienda che ha una sua solidità e capacità di reazione. Dopo di che, il Covid ha impattato”.

Profumo ha ricordato, inoltre, che “i numeri nel 2020 sono stati buoni nonostante il Covid” e “nonostante i problemi che ci sono stati, nel 2020 abbiamo mantenuto tutta la nostra forza lavoro e anzi siamo cresciuti di 350 risorse, credo che questo sia un numero importante”.

“A fine 2020 il gruppo Leonardo aveva debiti finanziari netti pari a 3,32 miliardi, con ricavi pari a 13,4 miliardi” ricorda il Sole 24 Ore. “L’indebitamento medio però è più alto, perché a fine anno si concentrano gli incassi. Al 31 marzo i debiti netti erano saliti a 4,64 miliardi”.

LA SITUAZIONE DELLA DIVISIONE AEROSTRUTTURE

L’ad di Leonardo non ha potuto fare a meno di riconoscere i problemi per la divisione Aerostrutture del gruppo (Qui l’approfondimento di Start).

“Abbiamo un’area problematica, le aerostrutture, che produce fusoliere per Boeing, Airbus e Atr. Oggi si vola molto meno e si producono meno aerei” ha ammesso Profumo. “Abbiamo vincoli contrattuali, un obbligo di mantenere una capacità produttiva soprattutto su Grottaglie. Nel 2019 produceva 14 fusoliere al mese per il 787, quest’anno la domanda è di 4,2 al mese. Mantenendo la capacità produttiva a 14 l’impatto è piuttosto significativo”. Il fatturato delle aerostrutture quest’anno “sarà il 45% rispetto al 2019. Oggi la divisione aerostrutture assorbe cassa per circa 350-milioni all’anno”.

QUOTAZIONE DRS RESTA NEI PROGETTI

Sempre nel corso dell’audizione alla Camera, Profumo ha menzionato anche il progetto di quotazione di Drs, la controllata statunitense del gruppo.

“Abbiamo rimandato la quotazione di Drs ma rimane nei nostri progetti perché vogliamo avere la leva per poter continuare a crescere negli Stati Uniti” ha precisato Profumo.

A fine giugno infatti MF-Milano Finanza riportava che l’Ipo di Dr, dovrebbe avvenire entro il 3-4 quarto trimestre di quest’anno. Alla Sec, secondo MF, sono stati inviati i documenti aggiornati del prospetto per la quotazione della società attiva nell’elettronica per la Difesa. (Qui l’approfondimento di Start su tutte le novità sull’Ipo Drs per l’ex Finmeccanica).

LA PROPOSTA TIM-LEONARDO-CDP PER IL CLOUD NAZIONALE

Infine, tra le priorità di Leonardo in Italia c’è la gara per aggiudicarsi la gestione del Polo strategico nazionale per il cloud.

Come ha riportato lunedì Il Messaggero “il progetto fortemente voluto dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, e sponsorizzato dal ministro per l’Economia e le Finanze, Daniele Franco, consentirebbe all’Italia di dotarsi di una piattaforma hardware e software”.

“Nel progetto la Cassa depositi e prestiti guidata dal nuovo ad Dario Scannapieco avrà un ruolo di primo piano. Sarà il pivot di una cordata a tre di cui faranno parte Leonardo e Tim. Dopo il colloquio fra i due ministri, interlocuzioni dirette sono iniziate fra Colao, Gubitosi e Scannapieco”.

“Stiamo dialogando su più fronti sia con l’operatore nazionale delle telecomunicazioni che con Cdp, stiamo valutando come cooperare su questo fronte” aveva annunciato Profumo alla Camera. “Siamo assolutamente certi che come Leonardo possiamo dare un significativo valore aggiunto nella componente di servizio, non lavorare quindi solo sul tema dell’hosting o dell’housing, ma anche lavorare proprio sul miglioramento dell’insieme dei servizi che il trasferimento dei dati da data center tradizionali al cloud può consentire alle pubbliche amministrazioni, per migliorare il livello dei servizi ai cittadini in condizioni di sicurezza”.

Se la prima offerta di Cdp-Tim-Leonardo sarebbe quindi pronta, anche quella di Fincantieri con Amazon, Fastweb e Irideos potrebbe approdare sul tavolo della gara per il cloud tricolore. (Qui l’approfondimento di Start su Cloud Pa, ecco le ultime mosse di Fincantieri (con Irideos) per evitare l’esclusione targata Cdp).

I DUBBI SULLA GOVERNANCE DI TIM

Ma sulla cordata guidata da Cdp con l’ex Finmeccanica e l’operatore telefonico guidato da Luigi Gubitosi, stanno emergendo dei dubbi circa il ruolo dei francesi in Tim per il cloud di Stato.

Come ha rivelato Mf/Milano Finanza “sul ruolo di Tim che si stanno focalizzando i tavoli aperti dai ministeri per l’Economia e l’Innovazione tecnologica: dato il carattere strategico del progetto, che prevede importanti aspetti di sicurezza nazionale, il governo intende mettere a fuoco il ruolo di primogenitura di Tim, una società  partecipata al 23,94% da un azionista francese e quindi, proprio per la sensibilità dei temi riguardanti la sicurezza, soggetta al golden power. Nei due ministeri c’è la consapevolezza che, nonostante oggi la governance di Tim preveda una guida operativa italiana, la maggioranza relativa delle azioni resta in mano alla media company transalpina Vivendi, con tutte le prerogative che il codice civile assegna a chi possiede una quota di tali dimensioni”.

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