La Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (Aiad) sostiene la Proposta di regolamento sulla legge a sostegno della produzione di munizioni.
Lo scorso 3 maggio la Commissione europea ha adottato la legge a sostegno della produzione di munizioni (Asap), concretizzando la linea di azione del piano concordato dal Consiglio il 20 marzo, volto a fornire urgentemente munizioni e missili all’Ucraina e aiutare gli Stati membri a ricostituire le loro scorte.
Il 9 maggio 2023 il Parlamento europeo ha approvato la richiesta di attivare la procedura d’urgenza per l’esame della proposta, volta all’approvazione della propria posizione in prima lettura, nell’ambito della procedura legislativa ordinaria, in occasione della plenaria del 31 maggio – 1° giugno 2023. E la scorsa settimana gli ambasciatori dei Paesi Ue hanno raggiunto l’intesa sul piano per aumentare la produzione di munizioni a un milione di pezzi all’anno. Ora il testo sarà negoziato con il Parlamento europeo per arrivare all’intesa finale.
Il 28 giugno la Commissione per le Politiche dell’Unione europea della Camera dei Deputati ha terminato l’esame valutando conforme la proposta al principio di sussidiarietà di cui all’articolo 5 del Trattato sull’Unione europea.
L’iter non è ancora concluso al Senato dove il 4 luglio la commissione Esteri e Difesa ha svolto l’audizione del Segretario generale dell’Aiad, Carlo Festucci, nell’ambito della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce la legge a sostegno della produzione di munizioni.
“L’oggetto della discussione di oggi è una necessità: garantire un flusso costante di armi all’Ucraina evitare che ci sia una carenza nelle scorte nazionali” ha spiegato Festucci.
COSA PREVEDE LA LA PROPOSTA DI REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO UE E DEL CONSIGLIO
Come spiega il dossier della Camera, la proposta di regolamento in esame, presentata dalla Commissione europea lo scorso 3 maggio, introduce misure volte a rafforzare la reattività della base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB) e la capacità dell’Ue garantire la disponibilità e l’approvvigionamento tempestivi di munizioni terra-terra e munizioni di artiglieria nonché di missili (“prodotti per la difesa pertinenti”).
A tale scopo la nuova disciplina, che avrebbe natura provvisoria e urgente, trovando applicazione fino al 30 giugno 2025, prevede: un sostegno finanziario al rafforzamento industriale ai fini della produzione dei pertinenti prodotti per la difesa nell’Unione, anche attraverso l’approvvigionamento dei loro componenti; l’individuazione, la mappatura e il monitoraggio costante della disponibilità dei prodotti per la difesa pertinenti, dei loro componenti e dei fattori di produzione (materie prime) corrispondenti; l’istituzione di meccanismi, principi e norme temporanee per garantire la disponibilità tempestiva e duratura dei prodotti per la difesa pertinenti per i loro acquirenti nell’Unione.
Nella relazione illustrativa che la accompagna l’iniziativa in esame è considerata complementare alla proposta di regolamento relativa allo strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti comuni (Edirpa) e si sottolinea che essa aprirà la strada al futuro programma europeo di investimenti nel settore della difesa (EDIP).
LE RISORSE PREVISTE
Dunque, lo schema di finanziamenti è composto da un fondo da 500 milioni di euro dal bilancio comunitario (260 milioni saranno traslati dal Fondo europeo della difesa e 240 milioni dal Fondo per gli appalti Edirpa), quote di co-finanziamento Ue fino a un massimo del 60% a progetto, e risorse da reindirizzare dai Pnrr e dalla politica di coesione.
IL PARERE DELL’AIAD SULLA LEGGE A SOSTEGNO DELLA PRODUZIONI DI MUNIZIONI
“La Commissione sta cercando di cominciare a mettere gli embrioni per una politica industriale della difesa comune” ha spiegato il segretario generale Festucci in audizione in Commissione Esteri e Difesa al Senato. “Si inizia da una parte del comparto quelle munizioni, un piccolo tassello per arrivare laddove si vuole arrivare” ha aggiunto.
Ed è importante per l’Italia non restare indietro al tavolo europeo dal momento “i paesi più forti sono quelli che hanno la possibilità di accedere a questi finanziamenti” pertanto “dobbiamo fare attenzione a essere i primi a entrare” all’interno di questo meccanismo.
Altrettanto fondamentale “come paese è essere leader in un settore dove lo siamo già ma in cui rischiamo di essere marginalizzati per mancanza di materie di prime” ha sottolineato il rappresentante dell’Aiad.
GUARDARE ALL’ESEMPIO TEDESCO O FRANCESE
“La guerra in Ucraina ha scompaginato tutto perché oggi chiunque si rende conto di cosa significa avere una difesa” ha messo in chiaro Festucci ricordando che “la Germania vuole essere prima, sta investendo in modo significativo e lo sta facendo anche la Francia”, “stiamo parlando di nazioni che hanno apparato politico, statale e militare molto diversi dal nostro”.
“Siamo uno dei paesi a più alta capacità tecnologica, ma abbiamo dei punti critici e questo dipende da come si investe in certi settori” ha spiegato il segretario generale ribadendo anche la necessità aggiornare la Legge 185 che regola l’export militare italiano, fondamentale per il comparto della difesa, come emerso anche in occasione dell’assemblea generale dell’Aiad, svoltasi anche in forma pubblica il 3 luglio a Roma.
E già il presidente di Aiad aveva esortato proprio il Parlamento per una modifica della legge così snellire i processi autorizzativi.
“Quello che manca alla nostra legge per la regolazione dell’export è una maggiore oggettività e una maggiore chiarezza dell’impronta governativa delle decisioni che riguardano l’export” aveva evidenziato il presidente Giuseppe Cossiga, in audizione di fronte alla commissione Esteri e Difesa del Senato lo scorso febbraio. “Oggi la struttura che regola la legge 185 è all’interno del ministero degli Esteri [l’Uama] che raccoglie gli aspetti strategici che poi sono coordinati a livello di presidenza del Consiglio” aveva spiegato il presidente Aiad. “Paesi diversi come la Francia hanno un sistema più diretto in cui la vendita è autorizzata o supportata direttamente dalla presidenza della Repubblica, e quindi a una velocità e rapidità di esecuzione superiore alla nostra”, ha puntualizzato Cossiga aggiungendo che bisogna migliorare “la rapidità di esecuzione, perché le aziende italiane spesso soffrono per iter troppo lunghi”.
ASSICURARCI LE RISORSE
Infine, “quando vediamo i programmi europei Edf o Edip in cui passano gli altri paesi” dobbiamo pensare che “non siamo tecnologicamente inferiori agli altri ma dobbiamo ragionarli e strutturarli bene” ha esortato Festucci. “Stiamo ragionando di un’Europa che non c’è, ma di un’Europa che vorremmo ci fosse. Nel nostro settore i programmi concorrenti non sono quelli fuori dall’Ue ma quelli interni”.
Dunque “Questo documento non vuole implementare le diversità ma dobbiamo lavorare affinché le nostre ragioni siano ascoltate” ha concluso il segretario generale dell’Aiad.