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Digital Decade

Come funzionerà il cloud statale in Francia con tecnologie Usa “su licenza”

La Francia ha delineato la sua politica per il cloud sovrano con tecnologie statunitensi “su licenza” Non solo Gaia-X (l’iniziativa franco-tedesca per il cloud europeo), il governo Macron ha presentato la sua strategia nazionale per un cloud sovrano in Francia. Lo scorso 17 maggio, i ministri francesi Bruno Le Maire, Amélie de Montchalin e Cédric…

Non solo Gaia-X (l’iniziativa franco-tedesca per il cloud europeo), il governo Macron ha presentato la sua strategia nazionale per un cloud sovrano in Francia.

Lo scorso 17 maggio, i ministri francesi Bruno Le Maire, Amélie de Montchalin e Cédric O hanno annunciato la strategia nazionale del governo per il cloud.

Da una parte garantire la protezione e il controllo dei dati ospitati in Francia per opporsi a leggi extraterritoriali, come l’American “Cloud Act”. Quest’ultimo può consentire alla giustizia o ai servizi di intelligence americani di accedere in alcuni casi ai dati ospitati al di fuori degli Stati Uniti. Dall’altra riconoscere che il mercato è dominato da Amazon, Microsoft e Google. Pertanto la realtà economica impone allo Stato francese di scommettere sugli accordi di licenza per le tecnologie americane.

La Francia intende infatti utilizzare su licenza le tecnologie cloud di Microsoft, Google e altri attori americani, per consentire l’emergere sul proprio territorio di un’offerta potente, ma protetta e sicura.

E in Italia? “La Francia ha fatto uscire una politica sul cloud francese ed è esattamente quello che vogliamo fare noi: mettere insieme il meglio dei due mondi la collaborazione con i privati ma anche la tutela e la sicurezza che lo Stato deve dare” ha dichiarato il ministro per l’Innovazione Vittorio Colao.

IL CLOUD SOVRANO MADE IN FRANCIA

Per la competitività, le aziende francesi devono avere accesso alla tecnologia informatica più efficace al mondo garantendo al contempo un trattamento dei dati rispettoso dei valori europei: questo è ciò che oggi consente la strategia cloud nazionale che rafforza la nostra sovranità ” ha poi riassunto Cédric O. I servizi cloud consentono ai clienti di beneficiare di enormi capacità IT che variano in base alle necessità.

Nel tentativo di proteggere meglio i dati ospitati in Francia nel cloud, il governo desidera utilizzare le tecnologie dei giocatori di Microsoft, Google e altri giocatori americani su licenza. L’idea: consentire alle aziende francesi di utilizzare gli attuali servizi dominanti, fornendo nuove garanzie.

IL MERCATO DEL CLOUD DOMINATO DA AWS, MICROSOFT E GOOGLE

Il mercato è dominato da player americani, tra i quali spiccano Amazon Web Services, Microsoft e Google. Un white paper di KPMG stima che il mercato europeo dei servizi cloud, attualmente a 53 miliardi di euro, aumenterà da 5 a 10 entro il 2027-2030.

LA PROPOSTA DI ETICHETTATURA

La Francia vuole creare un’etichetta “cloud di fiducia”, che garantisca “la totale indipendenza dalle leggi extraterritoriali americane”, ha spiegato Bruno Le Maire.

Come ha spiegato Enrico Martial su Start, “la Francia ha identificato un “Cloud di fiducia” che da un lato è protetto all’interno del sistema giuridico nazionale ed europeo e dall’altro, pur collocandosi in Francia e su proprietà francese o europea – come Ovh, Thales, Dassault Systèmes o T-Systems in Germania o Aruba in Italia – funziona con software e servizi su licenza delle grandi aziende americane, per esempio Microsoft o Google. In questo modo i dati sono protetti e possono essere valorizzati, perché non basta conservarli, bisogna farli girare”.

“L’etichetta “Cloud di fiducia” sarà necessaria per vendere servizi alle pubbliche amministrazioni” ha sottolineato Martial. “Ed è un aggiornamento del protocollo di sicurezza “SecNumCloud” dell’Agenzia francese di sicurezza digitale (Anssi). Le imprese private potranno scegliere: quelle grandi, come EDF, hanno già espresso un sostegno, ma resta il dubbio se il cloud europeo non rischi di ridursi a semplice hosting dei dati, mentre il business vero, quello del software, continuerà a produrre utili oltre Atlantico. In ogni caso, la strategia francese non va per i fatti suoi, ma secondo Le Maire è coerente con la collaborazione europea, a partire da Gaia-X con la Germania fino alle politiche europee del cloud”.

IL CASO DI OVH CON GOOGLE

È il caso in particolare del campione francese OVH, che a novembre ha siglato un’alleanza senza precedenti con Google.

PREVISTA ANCHE UN’OFFERTA 100% FRANCESE O EUROPEA

Il piano cloud francese prevede anche lo sviluppo di un’offerta 100% francese o europea, in particolare attraverso progetti finanziati nell’ambito del piano di ripresa.

LA FRANCIA CI RIPROVA SUL CLOUD SOVRANO DOPO IL PRIMO TENTATIVO DEL 2009

Ma questo non è il primo tentativo di un cloud sovrano in Francia. Come ha ricordato i-Com in un recente report, “nel 2009, la Francia è stata una delle prime nazioni dell’Unione europea ad avviare il percorso verso la creazione di un cloud sovrano operante attraverso datacenter ubicati sul suolo nazionale”.

IL PROGETTO ANDROMÈDE FALLITO

“Il primo progetto concreto è stato Andromède. Originariamente previsto per il 2011. […] Il cloud sovrano avrebbe dovuto essere realizzato in partnership tra le autorità nazionali e gli operatori Orange (ovvero l’ex-incumbent France Télécom), Thales e Dassault Systèmes, cui dovevano essere affidate anche responsabilità di gestione. Tuttavia, a seguito di un disaccordo tra due degli operatori, il progetto iniziale è stato abbandonato nel 2012” ha ricordato i-Com nel report.

COSA HA DETTO IL MINISTRO COLAO

Nel frattempo, anche l’Italia sta gettando le basi per il cloud nazionale. Ovvero il Polo nazionale strategico, il cloud italiano per la pubblica amministrazione con dei livelli di sicurezza rinforzati. E il ministro per l’Innovazione Vittorio Colao sembra guardare proprio al modello francese.

“La Francia ha fatto uscire una politica sul cloud francese ed è esattamente quello che vogliamo fare noi: mettere insieme il meglio dei due mondi la collaborazione con i privati ma anche la tutela e la sicurezza che lo Stato deve dare” ha dichiarato il 24 maggio il ministro Colao intervistato da Riccardo Luna e Maurizio Molinari su Italian Tech, la nuova testata del gruppo Gedi dedicata al digitale.

A proposito delle aziende coinvolte nel Polo strategico nazionale, il ministro Colao ha fatto sapere che “Abbiamo avuto interazioni con diverse aziende italiane di eccellenza e anche manifestazioni di interesse da parte di internazionali. Stiamo partendo in queste ore per ricevere qualche proposta e poi partire con le valutazioni e nel 2022 avere questa struttura operativa”.

(Qui l’approfondimento di Start sulla sfida tra Leonardo, Fincantieri e Tim per il cloud).

L’IMPORTANZA DI GAIA-X

“È importante che l’infrastruttura sia di fiducia e anche per questo l’iniziativa Gaia X (il progetto d’iniziativa franco-tedesca per il cloud europeo) è importante così come la strategia francese, a cui non dico ci ispiriamo ma riteniamo giusta: l’Europa costruisce standard chiari e può negoziare in condizioni maggior forza e vantaggio” ha fatto eco Stefano Firpo, capo di gabinetto del ministero dell’Innovazione Tecnologica e la transizione digitale, partecipando alla tavola rotonda sulla “Sovranità sui dati: la missione europea di Italia e Francia” organizzato dalle aziende francesi Ovhcloud e Atos in collaborazione con la rappresentanza diplomatica francese in Italia.

Il nostro paese procede infatti spedito con il progetto Gaia-X. Il 28 maggio è stato inaugurato infatti l’hub italiano di Gaia-X coordinato da Confindustria. 

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