Nell’ultimo anno in Europa i prezzi del gallio e del germanio, due metalli utilizzati per la produzione di semiconduttori, apparecchi militari e sistemi per le telecomunicazioni, sono quasi raddoppiati. A causare questo rialzo sono stati i controlli alle esportazioni imposti nel luglio 2023 dalla Cina, il primo paese produttore al mondo, che hanno alimentato in Occidente le preoccupazioni sugli approvvigionamenti.
PERCHÉ LA CINA LIMITA LE ESPORTAZIONI DI GALLIO E GERMANIO?
La Cina, infatti, vale da sola il 98 per cento della produzione globale di gallio e il 60 per cento di quella di germanio, stando allo United States Geological Survey, un’agenzia scientifica del governo degli Stati Uniti. Pechino domina le filiere di queste due materie prime e sta sfruttando questa condizione per reagire ai controlli americani (ma anche giapponesi e olandesi) sulle esportazioni di microchip e macchinari avanzati.
Al di là della ritorsione contro l’Occidente, la decisione di limitare le vendite all’estero di gallio e germanio potrebbe essere anche una misura “difensiva”. Il governo cinese, infatti, ha intenzione di riorientare l’economia nazionale verso le cosiddette “nuove forze produttive” come i microchip, l’intelligenza artificiale, i materiali innovativi e le tecnologie per l’energia; di conseguenza, potrebbe anche voler garantire alle industrie domestiche la disponibilità di materie prime a basso prezzo: da qui i controlli alle esportazioni.
DIFFICOLTÀ DI APPROVVIGIONAMENTO
“La situazione con la Cina è critica. Dipendiamo da loro”, ha dichiarato al Financial Times una persona che lavora presso un’azienda che consuma grandi quantità di materiali per semiconduttori. “Se la Cina ridurrà le esportazioni di gallio come ha fatto nella prima metà dell’anno, le nostre riserve saranno consumate e si verificherà una carenza”, ha aggiunto. La persona in questione ha detto anche che la Cina sta ancora esportando gallio, ma nel complesso le esportazioni sono diminuite all’incirca della metà da quando il paese ha introdotto i controlli.
Anche Jan Giese, dirigente di Tradium, una società tedesca di trading di metalli, ha spiegato al Financial Times che i volumi di gallio e germanio che la sua azienda è riuscita a ottenere attraverso il nuovo programma commerciale cinese sono “una frazione di quanto acquistavamo in passato”.
PROBLEMI PER L’INDUSTRIA DELLA DIFESA?
L’impossibilità di accedere a volumi sufficienti di gallio e germanio potrebbe compromettere la produzione dei beni derivati, come i microprocessori, i cavi in fibra ottica o i visori notturni. La Cina, peraltro, ha annunciato di recente anche delle restrizioni alle esportazioni di antimonio, un metalloide utilizzato nell’industria della difesa per la realizzazione di munizioni, ottiche di precisione e dei già citati visori notturni.
Il paese ha sottoposto a controlli anche la vendita all’estero di grafite (un materiale utilizzato nelle batterie) e delle tecnologie per la lavorazione delle terre rare (un gruppo di metalli critici per l’energia e la difesa).
COME FUNZIONANO I CONTROLLI ALLE ESPORTAZIONI
I controlli alle esportazioni prevedono che ogni singolo carico di gallio e germanio debba essere approvato: il processo dura tra i trenta e gli ottanta giorni e prevede che venga esplicitato l’acquirente e l’utilizzo previsto dei materiali in questione. Secondo le fonti del Financial Times, è molto difficile ottenere delle licenze commerciali e l’incertezza sulle spedizioni rende di fatto sconvenienti i contratti di fornitura a lungo termine.