Dopo aver introdotto, a luglio, nuove misure di controllo alle esportazioni di gallio e germanio, ad agosto la Cina ha effettivamente azzerato le vendite all’estero di prodotti lavorati contenenti i due metalli.
Come ha scritto Reuters, dopo aver analizzato i dati doganali cinesi, ad agosto la Cina non ha esportato prodotti lavorati al germanio (a luglio ne aveva esportati per 8,6 tonnellate) e al gallio (contro le 5,1 tonnellate di luglio).
COME FUNZIONANO LE RESTRIZIONI CINESI ALL’EXPORT DI GALLIO E GERMANIO
Le restrizioni all’export, entrate in vigore il 1 agosto, riguardano otto tipologie di prodotti contenenti gallio e sei tipologie di prodotti contenenti germanio. Poiché entrambi i metalli si utilizzano nella manifattura di microchip, quella di Pechino è stata una ritorsione contro gli Stati Uniti, che circa un anno fa hanno implementato dei meccanismi di controllo per impedire alle aziende cinesi di accedere alle tecnologie più avanzate.
Le nuove regole cinesi obbligano le aziende che commerciano gallio e germanio a ottenere una licenza di esportazione per le tecnologie dual-use, cioè utilizzabili sia in ambito civile che militare. Le domande per l’autorizzazione richiedono all’incirca quarantacinque giorni per venire lavorate, stando alle fonti di Reuters.
I DUBBI DI REUTERS
L’agenzia ha scoperto tuttavia che ad agosto la Cina ha esportato 1034 tonnellate di “ossidi di germanio e biossido di zirconio”: trattandosi di una voce standard, non è chiaro se, nel concreto, sia stato esportato anche germanio o solamente zirconio.
I NUMERI DELLE ESPORTAZIONI
Nei primi otto mesi del 2023 le esportazioni cinesi di germanio lavorato sono ammontate a 36,4 tonnellate, il 58 per cento in più su base annua. Nello stesso periodo, quelle di gallio lavorato sono invece calate del 58 per cento a 22,7 tonnellate.
COSA SONO GALLIO E GERMANIO
Il germanio è un metallo dalle proprietà di semiconduttore che viene generalmente ricavato come sottoprodotto della lavorazione dello zinco, un metallo molto utilizzato nelle leghe. Il mercato del germanio è piccolo: nel 2022 ne sono state consumate quantità per un valore di circa 39 milioni di dollari, ma il suo utilizzo potrebbe aumentare in futuro – tra il 2021 e il 2022, in effetti, c’è stata una crescita del 10 per cento – perché è necessario alla fabbricazione di microchip.
La Cina è il paese che produce più germanio al mondo, intorno al 60 per cento del totale globale, seguita da Canada, Finlandia, Russia e Stati Uniti.
Anche il gallio può essere trovato nei minerali di zinco, ma viene perlopiù ottenuto durante la lavorazione della bauxite per la produzione dell’alluminio. Il gallio è la base per l’arseniuro di gallio, un materiale necessario alla manifattura di dispositivi elettronici.
La Cina produce da sola l’80 per cento del gallio globale. Sono pochissime le aziende in grado di produrre gallio abbastanza puro per l’utilizzo industriale: si trovano in Cina e in Giappone; in Europa ce n’è una soltanto.
La questione non è la “rarità” di questi due metalli, che rari in effetti non sono, ma i loro alti costi di lavorazione.
LE AZIENDE CHE LI PRODUCONO IN OCCIDENTE
La più grande azienda produttrice di germanio in tutto il Nordamerica è la canadese Teck Resources, seguita dalla statunitense Indium Corporation e dalla canadese 5N Plus.
La principale azienda europea che produce sia germanio che gallio è la belga Umicore.
A COSA SERVONO
Il germanio viene utilizzato per la realizzazione di cavi in fibra ottica, microchip ad alta velocità, visori notturni, sensori satellitari e celle solari: è importante quindi per l’elettronica, per l’energia pulita e per la difesa.
I semiconduttori all’arseniuro di galio possono operare su alte frequenze e sono molto resistenti al calore; sono inoltre più silenziosi di quelli al più economico silicio, una caratteristica importante quando si parla di radar, satelliti e dispositivi di radiocomunicazione.