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Nvidia

Chip, perché gli Usa bloccano Nvidia su Arm

La Ftc americana, agenzia federale che si occupa di antitrust, ha avviato un'azione legale Nvidia per bloccare l'acquisizione da 40 miliardi di dollari del chipmaker britannico Arm

 

Gli Usa frenano i progetti dell’americana Nvidia con i chip di Arm.

Giovedì la Federal Trade Commission (Ftc), l’agenzia federale che si occupa di difesa dei consumatori e questioni antitrust, ha avviato un’azione legale per bloccare l’acquisizione di Arm da 40 miliardi di dollari da parte di Nvidia.

Secondo la Ftc, l’acquisto di Arm da 40 miliardi di dollari ridurrebbe la concorrenza nel settore dei chip.

L’azione degli Stati Uniti è l’ostacolo più grande che l’operazione sta affrontando.

L’accordo con il conglomerato giapponese Softbank, proprietario del chipmaker Arm, è sotto lo scrutinio dei regolatori anche all’estero.

Lo scorso mese la Competition & Markets Authority (Cma), l’autorità antitrust britannica, ha avviato quindi un’indagine approfondita sull’operazione.

Senza dimenticare che a ottobre anche l’Ue ha aperto un’indagine antitrust sull’operazione per valutare “possibili effetti distorsivi sul mercato e la concorrenza nel settore”.

“La sempre più grave carenza globale di chip – il “cervello” all’interno di ogni dispositivo elettronico nel mondo, da smartphone e iPad a automobili e smart TV – ha aumentato l’attività di acquisizione e ha acuito l’attenzione dei regolatori”, commenta il Guardian.

Nei mesi scorsi anche le aziende tecnologiche hanno borbottato contro l’acquisizione di Arm da parte di Nvidia.

A fine agosto anche il ceo di Tesla, Elon Musk, ha polemizzato contro l’operazione. Così come già fatto da Amazon e Samsung, secondo un rapporto del Telegraph.

Nvidia ha affermato che “lavorerà per dimostrare che questa transazione andrà a beneficio del settore e promuoverà la concorrenza”.

Tutti i dettagli.

L’AZIONE DELLA FTC USA CONTRO L’OPERAZIONE DI NVIDIA SU ARM

“La Ftc sta facendo causa per bloccare la più grande fusione di chip semiconduttori della storia per impedire a un conglomerato di chip di soffocare la pipeline dell’innovazione per le tecnologie di prossima generazione”, ha affermato Holly Vedova, direttore dell’ufficio per la concorrenza presso la Ftc.

“Questo accordo proposto distorcerebbe gli incentivi di Arm nei mercati dei chip e consentirebbe all’azienda combinata di minare ingiustamente i rivali di Nvidia”.

PERCHÉ C’È QUESTA AGITAZIONE SU ARM

Fondata nel 1990 in Inghilterra, Arm è specializzata in microprocessori con una quota di mercato globale schiacciante nel settore degli smartphone. I suoi chip, prodotti su licenza, si trovano anche in innumerevoli sensori, oggetti collegati e servizi cloud (remote computing).

Ha sede a Cambridge, ma ha anche uffici in tutto il mondo, inclusa una joint venture a Shenzhen, in Cina. SoftBank Group aveva acquistato il 100% di Arm nel 2016 per circa 31 miliardi di dollari.

Arm è uno dei principali fornitori di tecnologia dell’architettura per la maggior parte delle aziende di semiconduttori.

Le tecnologie di Arm sono utilizzate da aziende che producono chip semiconduttori e prodotti correlati, in concorrenza con Nvidia. Arm stima che il 70% della popolazione mondiale utilizzi la tecnologia basata su Arm.

FORNITORE “NEUTRALE” DI CHIP AD APPLE, QUALCOMM E SAMSUNG

Come sottolinea Cnbc, “il ruolo di Arm nell’industria dei chip è stato storicamente quello di fornitore neutrale, sollevando preoccupazioni sul fatto che Nvidia potesse escludere i concorrenti dalla tecnologia Arm essenziale”.

Arm concede in licenza la sua architettura di chip e i suoi progetti ai principali produttori di chip Apple, Qualcomm e Samsung Electronics.

“I progetti di Arm per i chip a bassa potenza dominano già il mondo degli smartphone e la tecnologia viene adottata più ampiamente, in particolare nei data center, che sono al centro dell’ultima spinta alla crescita di Nvidia” ricorda il Ft.

La prospettiva che la proprietà intellettuale di Arm cada nelle mani di Nvidia ha suscitato obiezioni da parte di alcuni rivali, tra cui Qualcomm. Tuttavia, altre società di chip come Broadcom che non competono direttamente sono state più favorevoli all’accordo.

COSA SOSTIENE LA FTC

“La denuncia sostiene che la fusione proposta darebbe a Nvidia la capacità e l’incentivo a utilizzare il suo controllo su questa tecnologia per indebolire i suoi concorrenti, riducendo la concorrenza e, in definitiva, con conseguente riduzione della qualità del prodotto, riduzione dell’innovazione, prezzi più elevati e meno scelta”, si legge nella dichiarazione della Ftc.

LA REAZIONE DI NVIDIA

Immediata la reazione di Nvidia.

“Continueremo a lavorare per dimostrare che questa transazione andrà a beneficio del settore e promuoverà la concorrenza”, ha affermato un rappresentante della società americana in una nota.

“Nvidia investirà nella ricerca e sviluppo di Arm, accelererà le sue tabelle di marcia ed espanderà le sue offerte in modo da aumentare la concorrenza, creare maggiori opportunità per tutti i licenziatari di Arm ed espandere l’ecosistema di Arm. Nvidia si impegna a preservare il modello di licenza aperta di Arm e a garantire che la sua IP sia disponibile per tutti i licenziatari interessati, attuali e futuri”, ha aggiunto.

COSA SUCCEDE ORA?

Se Nvidia aveva affermato di aspettarsi che la transazione Arm si chiudesse nel 2022, ora i piani subiranno un decisivo rallentamento.

Il processo davanti al giudice di diritto amministrativo della Ftc inizierà il 9 agosto 2022. La Ftc ha la possibilità di portare i casi attraverso questo processo interno o in un tribunale federale.

UN NUOVO COLPO PER SOFTBANK

Se l’accordo per Arm sfumasse, non sarebbe una disfatta solo per Nvidia. Secondo Reuters, sarebbe un nuovo colpo per il conglomerato giapponese SoftBank le cui attività del Vision Fund sono crollate di 10 miliardi di dollari il mese scorso, a causa del crollo delle valutazioni per gli investimenti nella società di e-commerce cinese Alibaba e nel servizio di ride-hailing Didi Global Inc.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI

“Nessuno pensa che l’accordo si chiuderà”, ha detto Stacy Rasgon, analista di Bernstein a Reuters. “La storia del data center si è davvero rivelata. La narrativa del software è diventata un pezzo più grande della storia. Mi piacerebbe vedere questo accordo, ma non credo che ne abbiano bisogno”.

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