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Apple Vision Pro

Apple Vision Pro, cos’è che non convince?

Sarà anche un concentrato di tecnologia, ma l'Apple Vision Pro al momento lascia più dubbi che facili entusiasmi. Fatti e approfondimenti

 

Nonostante i dubbi nutriti persino all’interno della stessa Apple, alla fine, come dicono gli americani, il “drop the bomb” c’è stato: la Casa di Cupertino ha fatto la sua irruzione nel mercato dei visori col Vision Pro. E lo ha fatto a modo suo, con un device che è un concentrato di stile e tecnologia che molti probabilmente acquisteranno a occhi chiusi solo per il logo che porta sulla scocca. Eppure, sono tante le cose che non convincono del nuovo accessorio caparbiamente voluto da Tim Cook.

LA CRISI DEL METAVERSO

Anzitutto c’è da segnalare che il metaverso non sta affatto ingranando. Pareva la prossima frontiera della tecnologia e invece si è rivelata una brutta periferia in cui nessuno vuole andare a vivere. E dalla quale le Big Tech che vi hanno investito miliardi provano ora a fuggire.

La prima a fare la proverbiale inversione a “U” è stata Microsoft che oltre ad aver licenziato 11mila dipendenti lo scorso 10 marzo ha chiuso anche AltspaceVR, la piattaforma di realtà virtuale sociale che ha acquisito nel 2017 e che si occupa appunto di sviluppare soluzioni in tal senso ospitando eventi e spazi sociali a cui le persone possono partecipare liberamente.

Microsoft ha attribuito la decisione di terminare AltspaceVR alla necessità di concentrarsi su Mesh, il mondo di realtà mista svelato nel 2021 che permetterà alle persone di lavorare a distanza integrandosi con molti software del gruppo, tra cui Teams.

TUTTI I META-GUAI DI MARK ZUCKERBERG

E poi c’è il metaverso di Meta, il gruppo che ha creduto così tanto in questa curiosa nuova versione di Internet da declinarvi il rebranding. La compagnia di Zuckerberg vuole riuscire ad accumulare almeno 75 milioni di utenti tra Facebook, Instagram e VR. Il primo obiettivo da raggiungere sono i 500.000 utenti attivi mensili nella prima metà del 2023.

Attualmente il numero è inferiore a 200.000. Ma il principale problema è il “retention rate”. Deve naturalmente crescere il numero di affezionati: al momento come si anticipava solo l’11% degli utenti ritorna in Horizon Worlds il mese successivo: la meta per quest’anno è raggiungere il 20%.

DISNEY TAGLIA IL METAVERSO

L’ultima a uscire dalle porte di servizio del metaverso è Disney alle prese con una dieta ferrea per rientrare nei conti. Il gruppo, secondo quanto hanno riferito fonti vicine al dossier al Wall Street Journal, ha già eliminato la divisione che sviluppava il metaverso diretta da Mike White.

Tutti i 50 membri del team hanno perso il lavoro a esclusione di White che rimarrà in azienda, ovviamente con un altro ruolo, non esistendo più la squa squadra. Sulla carta, il metaverso Disney aveva tutte le carte in regola per sfondare, potendo creare un mondo virtuale in cui fondere le innumerevoli proprietà intellettuali del Gruppo, da Aladdin al Re Leone, passando per topi, papere e quant’altro.

I VISORI PRENDONO LA POLVERE

Secondo alcuni media statunitensi, come Bloomberg e Windows Central, Microsoft non finirà per chiudere solo AltspaceVR ma intende anche intervenire sul team che si occupa dei visori HoloLens, di cui era attesa entro l’anno una nuova versione.

Anche i visori, del resto, come insegna la prematura dipartita di quello Google, sono in crisi, in quanto legati a doppio filo al fallimento del metaverso. Non a caso dalle parti di Menlo Park per rilanciare Horizon Worlds, il metaverso del Gruppo Meta, si pensa proprio a emanciparlo dai visori VR.

Anche i visori Sony rischiano di far perdere una gran quantità di denaro alla multinazionale nipponica dei videogame, lasciando il pubblico indifferente. E dire che Sony, come da consuetudine, ci ha investito su parecchio, facendo dei suoi visori i primi prodotti consumer a offrire il tracciamento oculare in grado di immergere i gamer in una realtà virtuale di qualità senza Pc dalla risoluzione 4K di 2000×2040 per occhio superiore a Meta Quest 2.

Non a poco prezzo: a sette anni dal lancio del primo, per portarsi a casa Playstation Vr2 uscito lo scorso 22 febbraio occorre lasciare sul banco del negoziante qualcosa come 599 euro, ovvero l’equivalente di una console. Che naturalmente serve e costa anch’essa più o meno la stessa cifra. Se poi vogliamo provarli con un gioco, bisogna spendere 649 euro nel caso del bundle con Horizon Call of the Mountain. E se non si ha la PlayStation 5, altri 549 euro per la versione Standard o 449 in versione Digital. Insomma, il pacchetto tutto compreso supera i mille euro.

L’esperienza li vale tutti, sia chiaro e i competitor “non ludici” di Microsoft e Apple si aggirano attorno ai 3mila euro (per la verità, per ciò che concerne il device di Cupertino sono solo indiscrezioni). La stessa Sony, vista la crisi dei chip, con ogni probabilità li produce in perdita, al di sotto del valore di mercato. Ma non decollano.

Nonostante le ottime recensioni ricevute dalla stampa specializzata e l’intensa campagna marketing, secondo l’azienda di marketing intelligence International Data Corporation (IDC), Sony avrebbe chiuso il mese di marzo piazzando appena 270.000 visori, vale a dire il 14% delle unità complessive in produzione per il lancio.

Nella finestra del lancio i giapponesi si immaginavano di piazzare due milioni di copie mentre a stento raggiungono le 300mila unità. Gli azionisti naturalmente ne chiederanno conto alla prima occasione. Anche perché difficilmente l’azienda andrà incontro a price-cut, avendo aumentato la scorsa estate il prezzo di PlayStation 5. Tuttavia secondo Francisco Jeronimo, VP di IDC, un “taglio del prezzo potrebbe essere necessario per evitare un completo disastro”.

I DUBBI SULL’APPLE VISION PRO

Apple sembra comunque aver fatto tesoro degli sbagli compiuti dagli altri, proponendo il suo Vision Pro a un prezzo tutto sommato concorrenziale rispetto a ciò che offre (3500 dollari) e meccaniche slegate al destino dal metaverso.

Nella presentazione, per esempio, si vede una ragazza indossarli per leggere la versione online del Los Angeles Times. E qui una risata scappa: perché spendere 3500 dollari per leggere una testata online già accessibile dal proprio smartphone?

IL RIVALE DI META COSTA NOTEVOLMENTE MENO

Se Apple, a differenza di quanto fatto da Microsoft e Google, non si rivolge a un mercato di professionisti ma consumer, dovrà vedersela, sul fronte del prezzo, col rivale Quest 3 di Meta: uscirà in autunno a 569,99 euro. Se verrà rispettato il cambio euro-dollaro, dalle nostre parti l’Apple Vision Pro arriverà nei negozi a 3265 euro: il costo di circa sette Quest 3…

Chi volesse solo giochicchiarci, poi, farà meglio a rivolgersi all’offerta Sony: già disponibile, sta sui seicento euro e ha dalla sua la libreria di PlayStation 5 (certo, come si diceva poco sopra occorre anche avere una PS5..).

LA BATTERIA ESTERNA E QUEL CAVO CHE LIMITA I MOVIMENTI…

Altre preoccupazioni sono legate alla batteria: esterna al visore e dalla durata di appena due ore. Il fatto che sia separata lascia ben sperare circa peso ed eventuale surriscaldamento dell’accessorio, sebbene, sul primo fronte, l’Apple Vision Pro appare comunque ingombrante e potrebbe dunque essere fastidioso da indossare, almeno alla lunga.

Ma, appunto, il problema non si pone perché le stime parlano di una durata massima di due ore, dopodiché andrà ricaricato. E dato che le ore dichiarate dalle case difficilmente sono effettive, l’Apple Vision Pro potrebbe garantire sessioni davvero brevi.

Questo al netto del fatto che indossare un visore è stancante per il nostro organismo: non solo per il peso, ma anche perché frastorna, quindi essere costretti a continue interruzioni non è necessariamente un male. E nel caso fosse possibile acquistare batterie da sostituire al volo in rapidi pit-stop ecco allora palesarsi un’altra inevitabile spesa.

Può invece creare qualche problema in più, specie in ambito domestico, il filo che penzola a mo’ di guinzaglio alle spalle di chi lo indossa: nel 2023 ci aspettavamo di fruire di soli device wireless, specie se costano così tanto. Senza considerare che chi indossa i visori rischia di perdere l’orientamento e un cavo potrebbe essere non solo fastidioso ma persino pericoloso, ingarbugliandosi in mobili o suppellettili.

LO SCETTICISMO DEGLI AZIONISTI

Insomma, i dubbi espressi dai principali osservatori ed esperti di alta tecnologia affollano il Web. E una volta tanto le critiche non sono di semplici bastian contrari, fatte per il solo gusto di andare contro, ma lecite e dettate dal buonsenso. Non a caso, nella giornata del debutto del Vision Pro, Apple ha chiuso con un calo in Borsa dello 0,75%, per poi perdere ulteriore terreno. Insomma, il nuovo device di Cupertino ha lasciato freddi gli stessi azionisti.

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