Per anni la parola Siri è stata sulla bocca di tutti. Situazione che aveva fatto supporre che il dominio di Apple nel campo delle Intelligenze artificiali applicate agli assistenti virtuali fosse incontrastato. Ma la vita, anche quella tecnologica – si sa – è una ruota e ciò che oggi sta sopra domani potrebbe velocemente scivolare in basso.
TUTTI GLI INTOPPI DI APPLE SUL CAMMINO DELL’IA
Dei ritardi sull’Ia che Apple, distratta da progetti inconcludenti come Project Titan (l’auto elettrica che nei sogni di Tim Cook si sarebbe dovuta guidare da sola) o i microled successivamente abbandonati o quelli caparbiamente portati avanti e che non stanno rendendo quanto sperato – come l’Apple Vision Pro -, Start Magazine aveva già scritto qui, anticipando di parecchio un tema che s’è fatto di stretta attualità dopo che Cupertino ha sorpreso tutti – spiazzando persino Elon Musk – con l’annuncio di sfruttare gli algoritmi intelligenti di OpenAI (lautamente finanziata da Microsoft).
ANCHE SIRI ERA UN SOFTWARE INDIPENDENTE DA APPLE…
Una mossa che prova che la Big Tech statunitense, non avendo più il tempo per cucinare la tecnologia in casa, stia cercando piatti pronti da asporto. Ormai tutti gli osservatori concordano che Apple abbia compreso troppo tardi l’importanza che avrà nell’immediato futuro l’Intelligenza artificiale.
Bisogna comunque puntualizzare ricordando che nemmeno Siri fosse opera sua: qualcuno ricorderà che fu sviluppata da terze parti. In quell’occasione però Cupertino ne intuì le potenzialità e lo fece proprio.
IL RITARDO DI SIRI
Dieci anni dopo la casa della Mela morsicata non è stata altrettanto lungimirante se si rivelasse vero ciò che ha anticipato Bloomberg, cioè che Apple sarà in grado di rendere Siri un vero assistente di intelligenza artificiale solo nel 2025.
Altri sei mesi se non di più di buio, in cui i competitor potranno maturare ulteriore vantaggio. Per Mark Gurman di Bloomberg, uno dei giornalisti più informati sul conto di Cupertino, sarà la versione di iOs 18.4 – il sistema operativo degli iPhone – a integrare Super Siri, ovvero una versione potenziata dall’Ia che, almeno su carta, dovrebbe essere in grado di svolgere operazioni molto più complesse rispetto alla capacità odierna, comprendendo realmente ciò che le viene chiesto, anche imparando dalla routine del proprio umano di riferimento.
Tutto bellissimo, se non fosse che ormai questo genere di assistenti virtuali animati dagli ultimi ritrovati nel campo dell’Intelligenza artificiale è già realtà e nel mentre compirà ulteriori progressi.
Qualora le tempistiche dovessero essere confermate significherebbe che né i maxi investimenti di Cupertino né gli inattesi accordi con OpenAI sono comunque riusciti a far arrivare Apple puntuale alla sfida delle Ia. E che Super Siri è davvero in super ritardo.