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Apple Intelligence Apple Intelligenza Artificiale

Apple Intelligence si fa addentare da OpenAI. E Musk sbrocca

Senza troppe sorprese, il palco della prima giornata della WWDC24 è stato tutto per Apple Intelligence che certifica l'arrivo (con grande ritardo) di Cupertino nel mondo delle Intelligenze artificiali. E può farlo solo grazie al supporto di OpenAI (Sam Altman era seduto in platea). Furioso Musk che promette di sbarazzarsi dei device della Mela da ogni sua azienda

Non è certo un mistero che Apple sia rimasta drammaticamente indietro sul fronte dello sviluppo di soluzioni di Intelligenza artificiale. Del resto, presa com’era da altri fronti, che si sono rivelati fallimentari (chiuso Project Titan, ovvero l’auto elettrica di Cupertino, mentre non gode di miglior salute l’Apple Vision Pro), la BigTech statunitense non è riuscita a concentrarsi per tempo su ciò che maggiormente scalda l’industria tecnologica oggigiorno: l’IA. Per questo, come rimarcato da Startmag, era nell’aria che Apple, pur di recuperare quel gap che la vede ancora inchiodata a Siri, si sarebbe rivolta a OpenAI di Sam Altman. E così è stato.

APPLE INTELLIGENCE (POWERED BY OPENAI)

Mai come quest’anno la conferenza di inizio estate per gli sviluppatori di Cupertino, ovvero la WWDC, era attesa ma anche “telefonata”. Si sapeva che Apple intendeva sfruttarla per dire la sua nel campo delle Intelligenze artificiali e magari confermare o smentire la collaborazione con OpenAI.

E tutto è andato come da copione, col solo colpo di scena dato dal fatto che per tutta la prima ora di spettacolo – perché questo ormai è la WWDC – non s’è parlato di Apple Intelligence, ovvero dell’algoritmo smart che, secondo le promesse di Cupertino sarà in grado di comprendere il linguaggio naturale o offrire una serie di strumenti di scrittura a livello di sistema.

LA PRESENZA DI SAM ALTMAN

In compenso la presenza in platea di Sam Altman, notato da tutti i presenti, aveva permesso di intuire che l’annuncio clou avrebbe trovato posto nella seconda parte della kermesse. E infatti verso le 11 Craig Federighi, Vice presidente senior del reparto ingegneria del software, dopo una entrata in scena tanto spettacolare quanto stucchevole (si è gettato, grazie all’ausilio della computer grafica, da un aereo come un militare) ha alzato il velo su Apple Intelligence, il nuovo gioiellino di Cupertino che andrà a innestarsi nei sistemi operativi estendendo le sue sinapsi a ogni funzione installata.

A COSA SERVE APPLE INTELLIGENCE

Naturalmente si renderà disponibile su tutte le declinazioni hardware dell’azienda, ovvero iPhone, iPad e Mac (e con ogni probabilità Apple Watch) e permetterà di interagire con Mail, Notes, Safari, Pages, Keynote e, specialmente in Ue, dove Cupertino è attenzionata a seguito dell’introduzione del Dma, dialogherà anche coi software sviluppati da terze parti. Potrà poi comprendere immagini, azioni e operazioni legate a quelle che Apple definisce “nostro contesto personale” (in poche parole apprende la vostra routine si muove di conseguenza).

APPLE HA RECUPERATO TERRENO?

La collaborazione tra Apple e OpenAI, insomma, ha permesso alla azienda di Cupertino di fare un balzo nel 2024 in pochi mesi e presentare una nuova Siri che, a giudicare dai filmati, pare in grado di fornire la dovuta assistenza agli utenti della Mela morsicata.

Ma, soprattutto, Apple Intelligence consente al Gruppo guidato da Tim Cook di piazzare una bandierina in un settore in cui ciascuna BigTech occidentale oppure orientale, per definirsi tale, deve ormai investire almeno qualche miliardo.

UN NUOVO PLAYER IN UN MERCATO SEMPRE PIU’ AFFOLLATO

L’ingresso nell’agone di Cupertino arricchisce il palco di un nuovo protagonista, un po’ ritardatario se si considerano i progressi fatti in tal senso dai principali avversari nei settori dei computer fissi e dei device portatili, ovvero rispettivamente Microsoft (che ha messo 11 miliardi nell’ex startup di Sam Altman) e Google. Con Meta che gioca una partita per conto suo.

Apple Intelligence sarà disponibile su iOS 18, iPadOS 18 e macOS Sequoia. Per quanto riguarda i dispositivi, renderà più intelligenti iPhone 15 Pro, iPad e Mac con M1 e le rispettive versioni successive. Il lancio, almeno sul suolo americano (altrove si vedrà) avverà nei mesi estivi.

 

MUSK NON APPREZZA L’ABBRACCIO TRA APPLE E OPENAI

Per tutta la prima parte della mattina americana negli States non s’è fatto altro che parlare di Apple Intelligence. Poi però Elon Musk, patron di Tesla, ex finanziatore di OpenAI (con cui ha intavolato una discussione pubblica di dubbia qualità), ha provato a rubare la scena alle due concorrenti.

 

“Se Apple integra OpenAI a livello di OS”, ovvero sul suo sistema operativo, “allora i dispositivi di Apple saranno vietati nelle mie aziende. Questa è un’inaccettabile violazione di sicurezza” ha dichiarato l’imprenditore sudafricano che, lo ricordiamo, si sta muovendo nel mondo delle Intelligenze artificiali con la sua startup, xAI (che ha appena raccolto 6 miliardi di dollari) animata da diversi sviluppatori sottratti proprio al gruppo di Sam Altman.

 

“E’ assurdo che Apple non sia abbastanza intelligente da creare la sua intelligenza artificiale, ma sia in qualche modo in grado di garantire che OpenAI protegga la vostra sicurezza e privacy. Apple non ha idea di cosa accadrà una volta che i dati sono nelle mani di OpenAI”, stiletta Musk.

Sul suo X Musk è torrenziale e nel giro di pochi minuti condivide un gran numero di meme e di osservazioni critiche di altri utenti accomunati dal fatto che di OpenAI sostanzialmente non ci si può fidare. Tra i retweet del patron di Tesla anche uno che ricorda che di recente la star del cinema Scarlett Johansson ha minacciato una causa legale nei confronti della software house di Altman in quanto quest’ultima avrebbe digitalizzato la sua voce senza alcun permesso.

In piena campagna elettorale negli States si usa lo slogan “comprereste un’auto usata da quest’uomo” quando si vuole sottolineare che il candidato non è troppo trasparente. Ecco, Musk sta proprio dicendo questo: lascereste i vostri dati nelle mani di OpenAI?

Anche perché proprio la vicenda legata all’attrice del cinema minaccia di ingigantirsi. Nelle ultime ore infatti il Congresso americano ha chiesto di sentire l’attrice Scarlett Johansson in merito alla disputa con OpenAI per la voce di Sky, l’assistente virtuale dell’ultima versione di ChatGpt.

IL NODO DELLA SICUREZZA DI APPLE INTELLIGENCE

Non sappiamo se Apple avesse previsto simili commenti al vetriolo da fonti tanto autorevoli. Ma privacy e sicurezza sono stati temi stranamente trattati in sede di WWDC, che come si diceva è ormai uno show ad alto tasso di spettacolarizzazione, quindi non certo il palco ideale per simili discorsi.

Cupertino sembra insomma consapevole che molte delle funzionalità di Apple Intelligence saranno passate ai raggi X delle autorità di tutto il mondo e, in particolare, della nuova Commissione europea che nella legislatura appena archiviata non s’è certo rivelata morbida nei confronti del colosso di Cook.

I PROFILI SENSIBILI E IL TEMA DEL CLOUD

Apple Intelligence di fatto leggerà le nostre mail, potrà suggerire risposte per velocizzarci il lavoro, correggerà le bozze dei nostri testi, ficcanaserà tra le foto per recuperare in pochi secondi “la scansione della patente” e terrà traccia di chiamate, spostamenti, ecc… Una mole incredibile di dati personali che da un lato dovrà essere opportunamente protetta dai malintenzionati, dall’altro essere usata solo allo scopo dichiarato.

Apple Intelligence sfrutterà modelli basati su cloud utilizzando Apple Silicon per provare che i dati degli utenti rimangano “privati e sicuri”. Federighi ha garantito che la privacy è una priorità assoluta per Apple e per questo molti dei modelli di Apple Intelligence verranno eseguiti localmente, ovvero sul dispositivo. Per ciò che riguarda il cloud, l’ingegnere in forza ad Apple ha sottolineato la capacità di Cupertino di consentire agli utenti di controllare il tipo di dati archiviati nello storage virtuale e il modo in cui è possibile accedervi.

GLI AZIONISTI APPLE RESTANO ASSAI TIEPIDI

Calato il sipario sul primo giorno di WWDC, occorre annotare almeno due aspetti. Anzitutto i mercati non si sono troppo emozionati con Apple Intelligence. Cupertino ha puntato tutto sullo show californiano rendendolo quasi filmico, persino ludico, ma gli azionisti sono rimasti assai tiepidi.

Bisognerà capire se preferiscono attendere di provare con mano le novità, se continuano a giudicare negativamente il ritardo con cui Apple si tuffa nel settore delle IA oppure se guardano con sospetto, come suggerito da Musk, all’alleanza con OpenAI.

CON APPLE INTELLIGENCE CI GUADAGNA SOPRATTUTTO SAM ALTMAN?

Il secondo punto che merita qualche osservazione è proprio l’accordo tra Cupertino e OpenAI alla base di quell’Apple Intelligence che, senza gli algoritmi smart sfornati dal calderone di Sam Altman di certo oggi non esisterebbe. Non sono stati resi noti i profili economici del contratto, si sa solo che i possessori di device Apple potranno accedere a ChatGpt gratuitamente.

Al momento, le sole quotazioni in rialzo sono quelle – personali – di Sam Altman, alle prese con le pulizie di primavera dopo l’ammutinamento dei suoi lo scorso autunno. La cacciata dei principali oppositori ha permesso al Ceo di circondarsi solo di dipendenti fedeli, certo, ma ha anche portato a galla tutto il malumore degli oppositori, che lo hanno pubblicamente definito un amministratore delegato acciecato dall’opportunità di lucro senza minimamente interessarsi delle conseguenze, anche nefaste, dell’uso spregiudicato dell’Ai. La chiusura di un contratto simile con un colosso in campo hardware e software come Apple permetterà insomma ad Altman di ribadire in Consiglio che la sua linea è quella più giusta. Per il bilancio dell’azienda.

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