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IA Google

Ecco come Apple punta (anche) ChatGpt per i suoi iPhone

ChatGpt o Gemini di Google? Secondo Bloomberg, oltre il colosso di Mountain View, Apple sta intensificando i colloqui anche con OpenAI per integrare le funzionalità di intelligenza artificiale generativa nei prossimi iPhone.

Il colosso di Cupertino cerca alleati per portare chatbot AI alla ChatGpt sugli iPhone del futuro.

Secondo Bloomberg, Apple ha ripreso i contatti con OpenAI, società dietro ChatChpt e guidata da Sam Altman, con la quale avrebbe iniziato a discutere i termini per un possibile accordo teso a integrare le sue funzionalità di IA in iOS18 il prossimo sistema operativo degli iPhone.

Sempre l’agenzia stampa aveva riferito il mese scorso che Apple era in trattative anche con Google per ottenere la licenza del chatbot Gemini per le nuove funzionalità dell’iPhone.

Chi spunterà una partnership con la società della Mela morsicata?

Quel che è certo, è che le indiscrezioni di Bloomberg confermano il grande lavoro dietro le quinte di Apple in vista dell’atteso lancio del nuovo sistema operativo, ma anche le difficoltà della società di sviluppare una sua tecnologia.

All’indomani dell’uscita di ChatGpt nel novembre 2022, l’intelligenza artificiale generativa è diventata protagonista del dibattito tecnologico, ma Apple è rimasta in gran parte in disparte l’anno scorso (a differenza delle big tech rivali come Microsoft e Google) e ora si prevede che rilascerà la sua prima offerta di intelligenza artificiale generativa a metà del 2024.

Nel frattempo, lo scorso febbraio il numero uno di Apple, Tim Cook, ha dichiarato che la società stava investendo “in modo significativo” nell’intelligenza artificiale generativa e avrebbe rivelato di più sui suoi piani per utilizzare la tecnologia entro la fine dell’anno.

Tutti i dettagli.

APPLE TORNA A TRATTARE CON OPENAI PER CHATGPT SUGLI IPHONE

In base a quanto riferito da Bloomberg, Apple e OpenAI hanno discusso di un potenziale accordo all’inizio di quest’anno. Da allora questi colloqui sono stati riaperti, secondo persone a conoscenza della questione. Il possibile accordo potrebbe riguardare le integrazioni di OpenAI in iOS 18.

L’anno scorso, Cook ha affermato di utilizzare personalmente ChatGpt di OpenAI, precisando però che c’erano “una serie di problemi che devono essere risolti”.  Affidarsi quindi a un partner esterno vorrebbe dire per Apple evitare proprio parte di questi problemi. Esternalizzando le funzionalità di intelligenza artificiale generativa a un’altra società, da una parte Cook sta accelerando la spinta di Apple nelle chatbot e, dall’altra, sta riducendo la responsabilità dell’azienda per la sua piattaforma.

I COLLOQUI CON GOOGLE PER GEMINI

L’intesa allo studio con Google prevedrebbe che Apple ottenga la licenza per Gemini, il set di modelli di intelligenza artificiale generativa di Mountain View, e usi la tecnologia come motore per alcune delle nuove funzioni dell’iPhone.

NESSUNA DECISIONE DEFINITIVA

Ma al momento il colosso di Cupertino non ha preso una decisione definitiva se stringere un accordo con OpenAI o con Google, o con entrambi oppure scegliere proprio un altro fornitore.

NOVITÀ ATTESE A GIUGNO

Di sicuro è probabile che un annuncio avverrà a giugno, quando è in calendario la Worldwide Developers Conference, la conferenza degli sviluppatori di Apple. In quell’occasione il produttore di iPhone dovrebbe presentare una serie di nuove funzionalità di intelligenza artificiale generativa per i suoi smartphone.

LE CONSEGUENZE DI UN ACCORDO DI TALE PORTATA

Infine, tra OpenAI e Google, chiunque si aggiudicherà un contratto da Apple potrebbe di sicuro guadagnare una posizione dominante nel mondo dell’intelligenza artificiale, osserva Quartz. Una partnership con Apple darebbe un enorme vantaggio a un fornitore di intelligenza artificiale. Per OpenAI, ciò potrebbe significare che la startup sta collaborando con Microsoft e Apple, conferendole una posizione dominante nel mondo dell’intelligenza artificiale. Per Google potrebbe rinnovare la fiducia nell’intelligenza artificiale di Gemini dopo un debutto un po’ imbarazzante. A febbraio, gli utenti si sono resi conto che il chatbot di Google stava creando immagini di persone che non erano sempre storicamente accurate. I dirigenti di Google hanno promesso di risolvere il problema e nel frattempo hanno sospeso la capacità del chatbot di generare immagini di persone.

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