Spero vivamente che Giorgia Meloni non rinnovi il memorandum sulla Via della Seta con la Cina voluto nel 2019 dal governo Conte I (soprattutto dal Movimento 5 stelle e da alcuni esponenti della Lega).
L’ adesione italiana alla Via della Seta ha rappresentato un brutto precedente sul piano politico e ideale: una sorta di cedimento “gratuito” al totalitarismo, l’unico paese del G7 a compiere questo gesto rompendo il fronte delle democrazie liberali.
IL PROBLEMA DELLE OLIMPIADI DI PARIGI CON ALIBABA
Senza niente togliere all’errore di Conte, non è giusto passare sotto silenzio altri eventi con un peso pratico e simbolico superiore, come le Olimpiadi di Parigi del prossimo anno.
A Parigi sarà, infatti, la prima volta in cui le tecnologie digitali cloud sostituiranno i canali televisivi di trasmissione via satellite. L’intero nuovo sistema di comunicazione sarà gestito dal grande più gruppo di e-commerce del mondo, la holding cinese Alibaba. Ciò accade perché nel 2017 il Comitato Olimpico internazionale ha affidato ad Alibaba Cloud tutti gli eventi olimpici sino al 2028.
LA CINA CONTRO JACK MA
Come è noto il governo cinese non ha reso la vita facile a Jack Ma. Lo ha emarginato ed ha interferito pesantemente sul suo gruppo. Ma nonostante queste vicende, l’anno prossimo le Olimpiadi di Parigi saranno per la Cina e per Alibaba un palcoscenico ideale per dimostrare al mondo le loro capacità tecnologiche più avanzate.
Il quotidiano South China Morning Post di Hong Kong ha pubblicato in questi giorni in esclusiva una dichiarazione entusiastica molto significativa di Wang Jian, fondatore di Alibaba Cloud.
PARIGI DIMENTICA IL PROBLEMA CON LA SORVEGLIANZA DI MASSA IN CINA?
Guai a delegittimare le Olimpiadi, ma a Parigi qualcuno dovrà anche ricordare che Alibaba, con le sue capacità di intelligenza artificiale e di cloud computing, è parte essenziale del sistema di sorveglianza tecnologica di massa più esteso e potente del mondo, voluto dal totalitarismo politico-digitale che caratterizza il regime di Pechino.
– Leggi anche: Il vero problema con la Cina non è Pirelli, ma il memorandum sulla Via della Seta
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