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Cina

Alibaba, Ant Group cede a Pechino e diventa holding

Che cosa cambierà per Ant Group, società fintech di Jack Ma, fondatore di Alibaba, dopo l'accordo con i regolatori cinesi

 

Il colosso tecnologico cinese Alibaba cede alle pressioni di Pechino.

Ant Group, il colosso del fintech di proprietà di Alibaba (33%), diventerà un gruppo interamente finanziario, accettando le condizioni poste dalle autorità di Pechino. Lo riferisce l’agenzia Bloomberg, che cita in forma anonima persone al corrente della questione.

Il piano di ristrutturazione richiede che rientrino nella società tutte le attività di Ant incluse quelle nelle aree della tecnologia blockchain e delle consegne di cibo a domicilio, e non solo quelle finanziarie.

Il piano renderebbe, quindi, Ant soggetta agli stessi requisiti a cui sono soggette le banche in Cina. Le modifiche lasceranno la più grande società cinese di pagamenti mobili soggetta a requisiti di capitale più severi.

Un annuncio ufficiale è atteso nei prossimi giorni, prima dell’inizio delle festività del capodanno lunare, che ricorre il 12 febbraio prossimo.

Nel frattempo, ieri le azioni di Alibaba quotate a Hong Kong sono passate da una perdita del 4% a un leggero guadagno alla notizia dell’accordo di Ant.

IL PIANO PER ANT GROUP

La cinese Ant, del gruppo tecnologico fondato da Jack Ma, e le autorità di regolamentazione cinesi hanno concordato un piano di ristrutturazione che trasformerà la società fintech in una holding finanziaria, rendendola soggetta a requisiti di capitale simili a quelli delle banche.

La ristrutturazione proposta comporterà che Ant collochi tutte le sue principali attività, comprese le sue unità tecnologiche, all’interno di una holding finanziaria per conformarsi al nuovo regime implementato dalla Banca popolare cinese a novembre.

RACCOLTA DI CAPITALI IN VISTA SECONDO IL FT

È probabile che Ant Group abbia bisogno di raccogliere capitali per soddisfare le regole della PBoC per le società di partecipazione finanziaria, secondo il Financial Times. Quest’ultime, insieme ai requisiti in materia di adeguatezza patrimoniale, controllo del rischio e governance, rendono i veicoli di partecipazione più simili alle banche che alle società tecnologiche.

Senza dimenticare che le autorità devono ancora rilasciare una versione definitiva della bozza di regolamenti sul prestito online. La nuova normativa richiederebbe alle piattaforme di prestito Internet come Ant di finanziare almeno il 30% di ogni prestito che effettuano dal proprio bilancio.

CI RIPROVA CON L’IPO?

Secondo i media, Ant sta ancora esplorando la possibilità di rilanciare la propria quotazione, bloccata dai regolatori lo scorso novembre. La società fintech controllata dal colosso dell’e-commerce Alibaba puntava a raccogliere 37 miliardi di dollari. L’Ipo sarebbe stata la più grande di sempre.

Ma gli avvocati avevano avvertito che le nuove regole avrebbero imposto una revisione del modello di business di Ant. Pertanto le bozze di regolamento per il prestito online dovevano essere concluse prima che Ant possa riprogrammare la quotazione.

(Qui l’approfondimento di Start sullo stop cinese alla doppia quotazione di Ant sulle piazze di Hong Kong e Shanghai).

COME SE LA PASSA ALIBABA

Anche se Alibaba ha dovuto accantonare l’Ipo, l’effetto Covid sugli acquisti online fa brillare i conti. Il colosso cinese dell’e-commerce, nonostante le pressioni dell’antitrust cinese e i guai con le autorità di Pechino del fondatore Jack Ma, ha annunciato martedì un aumento del 37% del fatturato a 222 miliardi di yuan (34,24 miliardi di dollari) nel terzo trimestre fiscale concluso a dicembre. I ricavi ‘core’ sono aumentati del 38% raggiungendo il livello record di 195,54 miliardi di yuan, alimentati dalle operazioni cinesi dell’azienda, sulla scia della ripresa dell’economia di Pechino. In crescita del 52% l’utile netto a 79,4 miliardi di yuan (10,1 miliardi di dollari). “La Cina è stata l’unica grande economia del mondo a ottenere un Pil in crescita lo scorso anno. Grazie alla rapida ripresa dell’economia cinese, Alibaba ha avuto un altro trimestre molto ricco”, ha commentato Daniel Zhang, presidente e amministratore delegato di Alibaba Group.

ANT GROUP REDDITIZIA

I risultati di Alibaba hanno mostrato che anche Ant è rimasta incredibilmente redditizia nel terzo trimestre dello scorso anno. Ant ha registrato un utile netto di 21,9 miliardi di yuan nella prima metà del 2020. L’app Alipay dell’azienda ha più di 700 milioni di utenti mensili che la utilizzano per scorrere il dito per pagare, contrarre prestiti, assicurazioni e gestire i propri soldi.

I GUAI DI ALIBABA

Ma oltre a bloccare la quotazione di Ant Group a novembre, i regolatori di Pechino hanno accerchiato anche il colosso Alibaba, di cui Ant è il braccio finanziario.

A dicembre l’amministrazione statale cinese di vigilanza dei mercati ha lanciato un’indagine antitrust contro Alibaba. Senza dimenticare che sempre la State Administration of Market Regulation (Samr) aveva già multato Alibaba, China Literature sostenuta da Tencent e Shenzhen Hive Box di 500.000 yuan (76.464 dollari) ciascuna, il massimo ai sensi di una legge anti-monopolio del 2008, per non aver segnalato correttamente operazioni di fusione all’authority.

JACK MA NON PIÙ NELLE GRAZIE DI PECHINO

Infine, dopo una lunga assenza dalla scena pubblica che aveva sollevato diverse speculazioni, anche il fondatore del gruppo, Jack Ma, è riapparso. Anche se il suo nome è scomparso da un elenco di grandi imprenditori cinesi pubblicato dai media di Pechino, un’ulteriore dimostrazione di come l’iconico co-fondatore di Alibaba sia entrato in conflitto con le autorità centrali.

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